Dati 3° trimestre 2021: la ripresa continua con passo regolare
dicembre 1 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, PratoDifferenziate, come sempre, le prestazioni dei vari settori, la cui distribuzione condiziona i risultati a livello provinciale e – in relazione alla loro maggiore o minore concentrazione nel territorio complessivo di riferimento di Confindustria Toscana Nord – anche il confronto con il dato italiano pre-covid. Nel confronto con la media del 2019, nel 3° trimestre 2021 l’indice italiano destagionalizzato resta inferiore del -0,7%, quello di Lucca-Pistoia-Prato del -2,8%.
Nello specifico dei settori, sono ancora impegnati a recuperare i livelli del 2019 la moda, il lapideo, il mobile e in misura minore la carta; vicinissima all’obiettivo la metalmeccanica, mentre chimica, plastica, alimentare e mezzi di trasporto lo superano, in qualche caso anche ampiamente.
Lucca
“La produzione di Lucca realizza nel 3° trimestre 2021 un risultato superiore del +2,4% alla media del 2019 – commenta il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti – . L’obiettivo del recupero rispetto al periodo pre-covid è quindi nettamente centrato. Tutti i settori portano il segno positivo rispetto al 3° trimestre dell’anno precedente, con la sola eccezione dell’alimentare il cui -2,5% viene comunque a valle di un 2020 che ha avuto come risultato +4,2%. Buoni, talvolta ottimi, i risultati di tutte le altre tipologie merceologiche. Anche la carta rientra in territorio positivo, con un +2,2% che segna una svolta importante, indicando una performance non più concentrata su alcune tipologie produttive ma più armonicamente diffusa fra le varie specializzazioni del settore, incluse quelle che erano state più colpite dagli effetti economici della pandemia. I livelli pre-covid tuttavia non sono ancora raggiunti: il distretto cartario Lucca-Pistoia si discosta nel 3° trimestre 2021 dalla media 2019 per il -4,5%, dato migliore comunque di quello italiano fermo a -7,2%. Incrementi a una cifra anche per moda (+3,7%), lapideo (+4,2%) e nautica (+7,1%). Continua la serie positiva dei settori legati ai metalli, cioè metallurgia (+10,9%) e costruzione di macchine/elettromeccanica (+13,6%), evidentemente spinte dalle ripresa di altri comparti loro clienti, dall’edilizia a varie tipologie manifatturiere. La crescita più rilevante è ancora una volta quella della chimica/plastica, con un +19% che segue risultati positivi anche nei precedenti tre trimestri.
Quello che emerge dalle rilevazioni del nostro Centro studi è un manifatturiero lucchese che non ha più consistenti problemi di mercato, salvo alcune eccezioni e confidando che le incognite sull’evoluzione della pandemia non volgano a sorprese negative. Tuttavia volumi soddisfacenti di produzione non significano necessariamente margini adeguati: i costi energetici colpiscono in maniera più o meno forte tutti i settori, così come gli aumenti di materie prime e trasporti. Si sono ricreati i mercati, ma siamo ancora ben lontani dal recupero del necessario equilibrio nei flussi commerciali. La vera sfida adesso è questa.”
Pistoia
“I dati che la congiuntura mostra a Pistoia sono nel complesso favorevoli, sia in termini di andamento della produzione sia in termini di aspettative – aggiunge il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Spiace per due comparti tipici (cuoio e calzature e arredamento) per cui ancora la risalita è ridotta in termini tendenziali (rispettivamente del +4,9 e del 5,4): anche se i colleghi del settore sono ottimisti quanto a ordini e previsioni.
Sostenuto il recupero del settore abbigliamento e maglieria (+9,1%) della chimica (+10,8%) e della metalmeccanica (+6,6%); nel complesso la manifattura a Pistoia aumenta, in termini tendenziali del +4,6%
L’analisi ha mostrato anche una vitalità delle piccole imprese, laddove le differenze con le grandi aziende (con più o meno di 50 addetti) si sono leggermente attenuate, crescendo di più: questo per Pistoia è un buon dato, vista la struttura della maggior parte delle nostre industrie.
L’auspicio è che la tendenza prosegua, e addirittura migliori; certo che agiamo in un clima di elevatissima incertezza, derivante soprattutto da una crisi sanitaria che confidavamo di aver superato e che torna invece a essere fonte di preoccupazione soprattutto per quelle imprese che esportano anche in Paese vicini a noi; ma in generale per i lavoratori, le famiglie e i consumi interni. Questo, unito a una serie di altri problemi (soprattutto l’aumento dei costi di gas e energia, oltre a quello delle materie prime) mette a dura prova il sistema che comunque, fino a ora, ha saputo ben reagire.”
Prato
“L’andamento della produzione manifatturiera pratese nel 3° trimestre 2021 continua a segnare risultati nettamente positivi: +11,9% rispetto allo stesso periodo del 2020, dato che rappresenta -9,4% rispetto alla media 2019, ultimo anno pre-covid – conclude la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. Le buone prestazioni della produzione pratese non bastano a recuperare le posizioni perdute con la pandemia e il motivo rimane sempre lo stesso: la prevalenza nell’ambito del manifatturiero pratese del settore moda, che nel 2020 ha perso volumi di produzione per oltre il 21% nel tessile e per quasi il 23% nell’abbigliamento.
Una quota difficile da recuperare in un contesto in cui la vita sociale è sì ripresa ma non certo a livelli di normalità che, date le recentissime notizie sull’evoluzione della pandemia, stenteranno ancora a tornare. Il +11,1% del tessile e il +32,4% dell’abbigliamento pratese nel 3° trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 rappresentano risultati apprezzabili, ma il gap sul 2019 rimane; per il tessile, in particolare, supera ancora l’11%.
Quanto al meccanotessile, continua con buoni risultati la marcia per il recupero di quanto perduto nella pandemia: se il 2° trimestre 2021 segnava +7,3% sullo stesso periodo del 2020, il corrispondente confronto per il 3° trimestre dà un ancora più deciso +11,3%.
Per il manifatturiero pratese attualmente la principale minaccia, più ancora dei volumi di produzione, è la marginalità, letteralmente mangiata dagli aumenti della bolletta energetica, delle materie prime e dei trasporti. Una situazione, questa, che se dovesse continuare nel medio termine rischierebbe di divenire insostenibile.”