Confindustria Toscana Nord sulla chiusura del 2021 e le prospettive per il 2022
febbraio 23 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, PratoI risultati della rilevazione sul 4° trimestre 2021 condotta dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord permettono di definire la chiusura del 2021 per la produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato e, attraverso la raccolta di informazioni sugli ordinativi e le previsioni, anche di gettare uno sguardo sui primi mesi del 2022.
La variazione tendenziale trimestrale (4° trimestre 2021 sullo stesso periodo del 2020) è nettamente positiva, +9,7%, così come è positivo anche l’andamento congiunturale (4° trimestre 2021 sul trimestre precedente) che si colloca a +1,4% dando il senso di un recupero nel corso dell’anno faticoso ma costante (andamento congiunturale dei 4 trimestri 2021: +1,2%, +3,5%, +3,2%, +1,4%).
Tuttavia il quadro generale dell’anno è in chiaroscuro. Il 2021 ha segnato nel complesso del territorio Lucca-Pistoia-Prato un balzo importante della produzione, ma il +7,1% rispetto al 2020 non è sufficiente a coprire la caduta di -11,1% segnata dal 2020 sul 2019. Il confronto 2021/2019 evidenzia infatti una quota significativa (-4,7%) ancora mancante per raggiungere i livelli produttivi pre-pandemia.
Rimangono fra le tre province le forti differenziazioni che si sono manifestate in tutto il periodo della pandemia: Lucca nel 2021 arriva addirittura a superare leggermente (+0,6%) i livelli produttivi del 2019, trascinata soprattutto da chimica-plastica-farmaceutica e in minor misura dall’alimentare e dalla produzione di macchine; Pistoia contiene la perdita a -5,3%, contando sulle buone prestazioni della meccanica e, secondariamente, di chimica e plastica, mentre settori come la carta e la moda (tessile e calzaturiero) presentano segni nettamente negativi; gli stessi segni, peraltro, che portano Prato – dove le principali voci della produzione attengono al settore moda – a dover recuperare sul 2019 ancora 13 punti percentuali.
Importanti anche, nell’ambito della rilevazione effettuata dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord, i dati che emergono dalle risposte sugli ordinativi e sulle previsioni per i primi mesi del 2022. Il saldo fra le percentuali di risposte “aumento” e “diminuzione” della produzione date dalle aziende segna un buon +19, confermato dal +8% degli ordinativi raccolti nel 4° trimestre 2021 rispetto allo stesso trimestre del 2020. Un dato, questo, che fra i trimestri del 2021 è superato solo da quello del 2° (+10,5%), la cui entità è ben comprensibile considerando che il termine di confronto, il 2° trimestre 2020, era stato segnato dalle chiusure e dai più consistenti effetti diretti e indiretti della pandemia. Fra i macrosettori è la moda a indicare la percentuale più elevata di ordinativi, +14% rispetto al 4° trimestre 2020, seguita a ruota da chimica-plastica-farmaceutica con +13% e dalla metalmeccanica con +8,5%.
Per quanto riguarda l’export manifatturiero, i dati provinciali Istat del 4° trimestre 2021 non sono ancora disponibili e pertanto non è possibile avere un quadro complessivo dell’anno. Tuttavia i dati sui primi 9 mesi evidenziano rispetto allo stesso periodo del 2020 un buon incremento, +14,6%, che conduce a un sostanziale riallineamento (-0,9%) rispetto agli stessi mesi del 2019. A portare un segno positivo particolarmente netto sono, fra i settori a maggiore vocazione all’export, i mezzi di trasporto, l’alimentare, la plastica e i prodotti e le lavorazioni dei metalli; il settore moda, che da solo vale oltre un terzo del totale export dell’area, segna +11,1% per i primi tre trimestri del 2021 rispetto agli stessi del 2020, ma -13,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, sostanzialmente in linea con l’andamento della produzione.
“Il 2021 si conferma come un anno di transizione, con una ripresa decisa ma non totale rispetto al terribile 2020 e con segnali controversi rispetto all’immediato futuro – dichiara il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Senza dubbio c’è stata e c’è una ripresa della domanda di prodotti del manifatturiero e di servizi, dopo che nel 2020 la situazione sanitaria ne aveva circoscritto il perimetro all’essenziale. Tuttavia fattori di varia natura stanno provocando dei forti squilibri nelle disponibilità e nei prezzi di materie prime, gas ed energia elettrica. Dinamiche di mercato che tipicamente si innescano nei periodi post-crisi, con flussi commerciali e stoccaggi che riprendono il via con intensità e percorsi diversi rispetto al pregresso; questioni geopolitiche di grande rilevanza; fattori speculativi: tutto questo sta determinando una situazione di rischio elevato per un paese come il nostro, che vive di manifatturiero ma ha ben poche materie prime e fonti energetiche limitate, oltre a essere azzoppato da decenni di politica industriale raramente soddisfacente. Accanto ai rischi però ci sono anche le opportunità: le difficoltà nel movimento di merci e persone hanno fatto riscoprire l’affidabilità delle filiere corte; la spinta che la pandemia ha dato alla digitalizzazione sta facendo sentire i suoi frutti; la crescente sensibilità per i temi ambientali e della sostenibilità aprono prospettive interessanti ad aziende come le nostre che di questi temi, su cui investono fortemente, fanno da tempo la loro bandiera. L’industria c’è, pronta a cogliere le occasioni per rilanciarsi e crescere. L’Italia è stata all’altezza dell’emergenza covid; ora deve dimostrare di essere anche capace di realizzare un nuovo decollo. Occorre sostenere la ripresa e traghettare l’economia fuori dagli effetti della pandemia. Non dobbiamo accontentarci di un ritorno al passato: le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza devono servire a ridisegnare quei fattori di contesto che sono sempre stati il tallone d’Achille della nostra economia. Per la Toscana si parla di 3,5 miliardi di euro che dovrebbero impattare su aspetti cruciali come le infrastrutture, alcune delle quali di primaria importanza per il nostro territorio come il potenziamento della linea ferroviaria Pistoia-Lucca; ma accanto a queste ci sono ad esempio anche risorse per le connessioni internet veloci e per potenziare i centri per l’impiego. Un’occasione come questa per rimodernare e potenziare in termini strutturali la competitività del paese non si ripresenterà più per molto, molto tempo: non possiamo perderla per inefficienze, lungaggini, litigiosità della politica. A chi, a vari livelli, governa e amministra dico: date alle imprese un sistema-paese e un contesto territoriale moderni ed efficienti; niente avrà una resa maggiore in termini di lavoro, crescita e sviluppo. Anche al di fuori delle risorse PNRR c’è molto da fare: per quell’autentico dramma che è rappresentato dai costi energetici occorre potenziare la produzione di gas nazionale e insistere sulle fonti rinnovabili, come il Governo si è ripromesso di fare, sperando che questo avvenga presto; sui fondi europei tradizionali per il sostegno all’innovazione, all’internazionalizzazione e ad altri aspetti dell’attività aziendale ci aspettiamo bandi che arrivino tempestivamente e che siano impostati all’insegna della sburocratizzazione. Come Confindustria Toscana Nord siamo impegnati a sostenere in ogni modo le imprese sul piano sia delle relazioni con le istituzioni che dei servizi. Il 2022 per la nostra associazione è anno elettorale: saranno rinnovati i Consigli di sezione e il Consiglio generale. Un momento istituzionale importante, che segna anche per noi una nuova fase dopo il biennio covid.”
Le elezioni si svolgeranno il 31 marzo e il 1° aprile in presenza in tutte le sedi di Confindustria Toscana Nord, come avvenne anche nel 2020. A essere rinnovati saranno gli organi collegiali che rappresentano la base associativa in tutte le sue articolazioni, mentre il Consiglio di presidenza attualmente in carica scadrà nel 2023.
Daniele Matteini commenta anche quanto emerge dalla rilevazione del Centro studi in relazione all’industria di Pistoia: “La produzione industriale pistoiese esprime nel 4° trimestre dell’anno una buona percentuale di crescita, pari al +7,9%. Questo è quanto emerge dalla ricomposizione dei risultati di settori che hanno dato buoni e talvolta ottimi risultati (metalmeccanica +6,1%, materiale di costruzione, chimica-plastica +11,7%, mobile, compresa la produzione di materassi, +14%), di altri che hanno mantenuto la posizione (carta e cartotecnica +1,5%, alimentare +0,4%) e del settore moda, che resta più indietro anche se sta recuperando con risultati incoraggianti nel trimestre. Rimangono complessivamente ancora da recuperare posizioni rispetto al periodo pre-crisi (-5,3% la media 2021 rispetto al 2019). Le imprese manifestano, in quasi tutti i settori produttivi tipici della provincia, buone previsioni anche per i primi mesi del 2022. L’aumento dei costi energetici ormai non riguarda più solo le industrie energivore ma sta iniziando a erodere i margini di tutte le aziende; e si pone il tema, grandissimo, del costo dei materiali e della loro difficile reperibilità. Sarebbe di complessivo vantaggio vedere finalmente realizzate le molte infrastrutture richieste da tempo, alcune delle quali spinte dai fondi reperiti dal PNRR. Ciò costituirebbe un elemento di rafforzamento non solo per la manifattura, ma anche per il turismo, che ha attraversato un biennio spaventoso di cui speriamo di vedere finalmente la fine.”
“Il dato lusinghiero di Lucca, che ha recuperato pienamente quanto perduto nel 2020 e che si riposiziona come nel periodo pre-covid (+0,6% la produzione 2021 rispetto al 2019), è generato da prestazioni settoriali comunque non omogenee, con anche dei segni negativi rilevanti. E’ il caso della moda, come nel resto avviene in tutto il nostro territorio, ma anche del lapideo e in misura minore del cartario – commenta il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. Molto buone le prestazioni della chimica-plastica, ma sono positivi i risultati anche dell’alimentare, della produzione di macchine e della metallurgia. Se gli effetti diretti del covid sul manifatturiero lucchese non sono stati dirompenti come in altre aree, a creare problemi sono ora le dinamiche economiche che la pandemia ha, almeno in parte, innescato indirettamente, a cominciare dai costi energetici. Le difficoltà che questi stanno determinando hanno accelerato processi già in atto per rendere il nostro territorio sempre più efficiente sotto il profilo energetico: che si tratti di rinnovabili, di biogas o altro, le imprese stanno investendo e innovando. I progetti elaborati a Lucca per intercettare i fondi del PNRR sono rivolti soprattutto, almeno quelli noti a oggi, a interventi infrastrutturali e di riqualificazione urbana e potranno fornire opportunità soprattutto all’edilizia, ai servizi e al turismo.”
(a seguire ulteriore dichiarazione di Tiziano Pieretti in veste di presidente della sezione Carta e cartotecnica)
“Tutti i principali comparti produttivi di Prato presentano nel 4° trimestre 2021 variazioni positive, anche forti, sul corrispondente periodo del 2020 - conclude la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. Il tessile registra +15,3%, l’abbigliamento +20,4%, il meccanotessile +7,2%: numeri importanti ma non tali da far archiviare i danni di una pandemia che per l’economia della nostra provincia è stata particolarmente rovinosa, tanto da far segnare al 2021 -13% rispetto al 2019. Per questo primo scorcio del 2022 le previsioni sono nettamente positive ma non dobbiamo dimenticare che ciò di cui si parla sono i volumi di produzione: altra cosa è la redditività delle imprese, minata profondamente dall’impennata dei costi energetici e delle materie prime. Le imprese stanno rilanciando con coraggio, con investimenti su tutti i principali capitoli dell’attività aziendale, dalla sostenibilità alla digitalizzazione: dello sforzo eccezionale a cui sono sottoposte si deve tenere conto nell’impostazione delle politiche di sostegno all’economia. La voglia di riscatto è tanta, a Prato: lo testimoniano la ripresa della partecipazione alle iniziative promozionali, dalle fiere in presenza agli eventi organizzati dalle imprese stesse e dai loro consorzi, e la progettualità che viene espressa anche di concerto con altri attori del distretto. Penso in primo luogo all’hub del riciclo tessile, una scommessa sul futuro di grande portata, ma anche all’intenso lavoro che viene svolto dalla nostra associazione per portare la voce del distretto ai tavoli regionali, nazionali ed europei.”
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A seguire le dichiarazioni dei presidenti delle sezioni merceologiche in cui si articolano le imprese socie di Confindustria Toscana Nord.
Marco Polli, sezione Alimentari
“Nonostante resti positivo il confronto con il 2019 (+3,5%), nell’ultimo trimestre del 2021 il nostro comparto alimentare non è cresciuto e anzi nel confronto con l’incremento dell’1,7% per trimestre della media italiana del settore, nel suo complesso mostra una certa debolezza nello sviluppo dell’attività. La situazione inizia a essere preoccupante: l’industria alimentare è la prima che sarà chiamata a fare i conti con un’inflazione che fino a qui, anche grazie al senso di responsabilità delle imprese, ha permesso di contenere i prezzi della spesa, ma che non potrà essere a lungo sostenuta senza incidere sui prezzi al consumo. I rincari di energia elettrica e gas e i costi delle materie prime erodono le marginalità di impresa. Siamo consapevoli che la situazione che viviamo ogni giorno nei nostri stabilimenti è frutto di una situazione geopolitica di complicatissima gestione; ma rivendichiamo la centralità del nostro settore rispetto alla produzione industriale italiana.”
Tiziano Pieretti, sezione Carta e cartotecnica
“La produzione cartaria dell’area Lucca-Pistoia ha segnato nel 4° trimestre 2021 un lieve arretramento (-1,2% ) rispetto al trimestre precedente, che con +6,7% è stato il migliore dell’anno. In termini tendenziali, 4° trimestre 2021 su 4° trimestre 2020, il risultato è invece positivo, +1%. Il 2021 comunque non riesce a recuperare integralmente quanto perso nel 2020 e si posiziona a -6,1% rispetto al 2019. A questi risultati non ottimali si unisce la preoccupazione per i costi energetici, fortemente impattanti su aziende energivore come sono le cartiere. E’ fondamentale che da un lato il mercato recepisca tempestivamente l’aggravio dei costi di produzione consentendo un recupero della marginalità, dall’altro che a livello di politiche nazionali vengano adottate misure adeguate a far fronte a questa situazione. Misure che devono correre su un doppio binario: il sostegno immediato alle imprese energivore, ma – anche e soprattutto – interventi che abbiano carattere strutturale e che consentano di poter contare nel tempo su approvvigionamenti di gas ed energia elettrica a prezzi competitivi.”
Deni Severini, sezione Chimica, plastica e farmaceutica
“Il macrosettore plastica-chimica-farmaceutica si è trovato in un buon periodo specialmente nel nostro territorio. La plastica nelle sue molteplici e virtuose applicazioni si conferma un materiale straordinario e vivace nella richiesta. Nel 2021 la produzione anzi accentua la tendenza già evidenziata nel primo anno di pandemia: una domanda particolarmente elevata soprattutto per la plastica da confezionamento e imballaggio. La situazione sanitaria ha del resto da un lato richiesto misure igieniche particolarmente rigorose e dall’altro fatto crescere tipologie di consumi con protezioni per le quali gli imballaggi in plastica rimangono la soluzione più pratica e circolare. Anche nei settori chimico e farmaceutico si sono riscontrati risultati generalmente positivi; da qui il +15,8% della produzione del macrosettore nel 2021 rispetto al 2019. L’anno appena iniziato sarà verosimilmente di consolidamento, anche se gli alti costi in particolare gli energetici che stiamo subendo ci espongono a molte insidie compresa la concorrenza di paesi dove questo problema è meno rilevante. Le imprese intanto stanno portando avanti i loro programmi di sviluppo e innovazione, con un crescente ricorso a materiali alternativi fra i quali i riciclati da post consumo.”
ANCE Toscana Nord (sezione Edili)
“Aumentano le ore lavorate in edilizia nel periodo rilevato gennaio – novembre (dato Casse Edili): complessivamente +30,7% suddivise fra Lucca (+30,7%) Pistoia (+20%) e Prato (+45,2%); non uniforme la distanza dal periodo pre crisi, con forte differenziazione fra le tre province (recupera un 23,3% Lucca, un 32,7% Prato e solo un 6,9% Pistoia). Dal momento della rilevazione (novembre 2021) ad ora però nubi densissime si stanno addensando sul comparto: se l’edilizia privata è avvolta dalla nebbia della normativa su bonus e superbonus, l’edilizia pubblica si scontra con il drammatico problema del caro materiali. A questa difficoltà le stazioni appaltanti tardano ad adeguarsi, ed i progetti che vanno in gara o ci andranno nei prossimi mesi sono redatti sulla base di prezzari assai lontani dai correnti prezzi di mercato. Il rischio serio è che le imprese migliori non partecipino alle gare per l’ammodernamento delle infrastrutture del Paese ( il PNRR destina circa 108 miliardi ad interventi di questo tipo), e che queste non vengano aggiudicate o, peggio, lo siano a chi pratica ribassi su prezzi già chiaramente incongrui. Non è bene per il settore edile e non lo è per l’Italia.”
Fabrizio Palla, sezione Lapidei e varie
“Il settore lapideo ha continuato a soffrire anche nel 2021, come attestano i 15 punti percentuali che mancano alla produzione per recuperare i livelli del 2019. Un dato, questo, coerente con i risultati dell’export dei primi 9 mesi dell’anno scorso, a quota -11,5% rispetto allo stesso periodo dell’ultimo anno pre-covid. Le nostre imprese stanno vivendo una condizione paradossale: commesse e contratti ci sono, ma è il riavvio materiale delle opere che tarda a concretizzarsi, a causa delle code della pandemia e di fattori come il forte incremento dei costi dei trasporti. La spinta venuta dalla ripresa dell’edilizia italiana e quindi dalle forniture a raggio nazionale per le abitazioni private è stata ed è importante ma non può essere sufficiente a sopperire ai ritardi della ripartenza dei grandi cantieri internazionali. E’ probabile che questo stallo permanga ancora per qualche mese; contiamo che la vera ripresa per il nostro settore si collochi nella seconda metà del 2022. Nel frattempo è importante che il sistema bancario comprenda la situazione contingente e sostenga le aziende.”
Massimo Bellandi, sezione Metalmeccanica
“Continua a mantenere buoni livelli produttivi l’industria metalmeccanica, che anche nel 4° trimestre 2021, come in tutti quelli dell’anno, esprime un +9,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il dato è la sintesi delle varie anime del settore (metallurgia, macchine ed elettromeccanica, mezzi di trasporto), tutte di segno positivo. Come i colleghi di altri settori, andiamo comunque ogni giorno in azienda consapevoli di essere partecipi di un momento di svolta, che ci potrà offrire grandi opportunità, soprattutto in termini di ricerca e sviluppo, ma che non è immune da rischi; mi riferisco, per esempio, a quanti di noi appartengono alla filiera dell’automotive. Rispetto a altri comparti soffriamo meno dell’aumento del costo dell’energia, che riusciamo a recuperare in parte con aumenti di listino per il momento accettati dal mercato. Ci preoccupa maggiormente la carenza di materie prime e componenti, che potrebbe determinare tempi di consegna lunghi ed incerti.”
Gabriele Chelini, sezione Nautica
“Ci sono ottime aspettative per la produzione nei primi mesi dell’anno (+30%), per quanto un periodo così breve di osservazione sia relativamente indicativo per il comparto della nautica; con la lusinghiera raccolta ordini realizzata nell’ultimo trimestre del 2021 (+9,1%) ci predisponiamo alla consegna delle nostre barche e ai saloni nautici del 2022. Con questi numeri, dovremo affrontare temi spinosi come quello del caro energia, della transizione ecologica e del connesso sviluppo tecnologico; già investiamo su materiali e carene plananti capaci che, con un adeguato sistema propulsivo, possono offrire prestazioni importanti con una sensibile diminuzione dei consumi di carburante. Avremo altre sfide da cogliere, come l’accelerazione dell’elettrico. Il nostro è un settore centrale per l’economia del territorio; ci rammarica quindi il fatto che le risorse del PNRR per lo sviluppo portuale siano state allocate altrove, anche in luoghi a noi molto vicini.”
Giulio Lombardo, sezione Servizi e terziario
“Il settore dei servizi dopo un parziale recupero è peggiorato a gennaio con il diffondersi della variante Omicron, quando la fiducia è scesa ai minimi in 12 mesi e l’indice IHS Markit PMI dell’attività terziaria italiana è sceso di oltre 4 punti. Forse la serie negativa non è ancora destinata a concludersi, visti i fondati timori delle imprese manifatturiere. Possiamo invece trarre buoni auspici dalle molteplici iniziative che la nostra sezione conduce a Lucca, Pistoia e Lucca, anche lavorando con gli altri gruppi: il forte impulso ricevuto dalla transizione digitale ha necessità di competenze e, per fortuna, viviamo in un territorio sensibile a queste istanze di innovazione avanzata. Osserviamo poi che il difficile momento ha offerto l’opportunità di un ripensamento del modello di servizio, e che le aziende che hanno saputo differenziarsi, intercettare nuove esigenze delle imprese e anche elevare il livello della consulenza e della professionalità, hanno comunque continuato ad avere un trend di crescita.”
Maurizio Sarti, sezione Sistema moda
“I dati della produzione del settore moda nel 2021 fotografano una situazione ancora emergenziale. I condizionamenti del quadro sanitario si sono andati riducendo ma sono comunque rimasti pesanti. Il recupero della normalità potrebbe essere abbastanza vicino ma ancora in questo inizio del 2022 non c’è. La socialità non è ancora tornata ai livelli precedenti il covid e la mobilità delle persone non è pienamente ripristinata, soprattutto dai paesi asiatici: questo significa che né la domanda può ancora recuperare i livelli precedenti né attività promozionali preziose come le riavviate fiere in presenza possono manifestare tutto il loro potenziale. Nel complesso del territorio Lucca-Pistoia-Prato la moda deve ancora recuperare il 16,6% della produzione rispetto al 2019, con accentuazioni diverse per i vari comparti: -14% il tessile, -15,2% l’abbigliamento e maglieria, -28,3% le calzature. Le previsioni espresse dalle imprese per i primi mesi del 2022 sono generalmente positive, con punte proprio per le calzature, il comparto che ha più sofferto. La sfida vera è riuscire a mantenere una ragionevole marginalità nonostante i costi di energia e materie prime.”
Federico Albini, sezione Trasporti e logistica
“Se si stima che in Italia circa il 70% delle merci viaggia su gomma, si comprende quanto l’incidenza delle spese di trasporto rischi di allargarsi a macchia d’olio, laddove (fonte Anita) il prezzo del gasolio per autotrazione è aumentato di circa il 22% rispetto ai primi mesi del 2021, arrivando a toccare la quota di 1,65 euro al litro. Gli altri mezzi di trasporto (navali, ferroviari e aerei), vanno, anche per ragioni ulteriori che in altre occasioni abbiamo denunciato – si va dal costo dei noli alla carenza diffusa di container -, nello stesso senso di abnorme crescita. La speranza è che il mercato, impazzito, torni su livelli accettabili per raffreddare una spinta al rialzo deleteria per tutti. Nella enorme difficoltà del momento, ed alla luce del processo di transizione ecologica e digitale che sta vivendo il nostro Paese, cerchiamo di trovare economie nel sistema della logistica, che vogliamo portare a interagire e cooperare per ottimizzare tutto il processo della catena di trasporto e per sviluppare un sistema nuovo e collaborativo all’interno della filiera.”