Confindustria Como: l’analisi congiunturale del distretto
maggio 4 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Como, NewsCommento relativo ai dati delle aziende di Como
“I dati del mese di marzo di quest’anno – evidenzia il Presidente di Confindustria Como, Aram Manoukian – tracciano un quadro caratterizzato da un prevalente giudizio di stabilità. Laddove ci sia una variazione le risposte delle imprese mostrano indicazioni di aumento che risultano essere più diffuse di quelli di diminuzione. Segno che, nonostante tutte le avversità di questo periodo, le imprese comasche riescono ancora a difendersi. Il problema è che non si può sapere per quanto tempo potranno continuare a farlo, vista la sofferenza sui margini che una situazione prolungata di questo genere va a determinare, a cui si unisce la preoccupazione per una guerra di cui non si intravede la fine e che inevitabilmente va a sommare i suoi effetti sui costi delle fonti energetiche già gravate da pesanti rincari. È evidente che sia necessario intervenire senza indugio sulle riforme che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci consente di attuare e sul taglio del cuneo fiscale che permetta di diminuire il costo del lavoro a vantaggio sia delle imprese che dei lavoratori. Infine, occorre da parte di tutti visione per creare le condizioni per una crescita dimensionale delle imprese, una nuova forme di governance, una forte cultura internazionale e uno spiccato orientamento alla sostenibilità”.
Gli ordini a livello domestico sono segnalati mantenersi sui livelli di febbraio dal 45,3% del campione, in crescita dal 40% mentre in diminuzione dal restante 14,7%.
L’export è indicato come stabile dal 57,7% delle imprese, risulta in espansione per il 26,8% mentre in calo per il rimanente 15,5%.
L’attività produttiva rivela andamenti coerenti con quanto esaminato per la domanda e risulta stabile per il 58,3% del campione, in aumento per il 31,9% mentre in rallentamento per il 9,7%.
La capacità produttiva mediamente utilizzata in marzo dalle aziende comasche aderenti all’Osservatorio risulta pari all’82,1%, in aumento di circa due punti percentuali rispetto a quanto esaminato per la precedente edizione dell’Osservatorio (79,7% per il II semestre 2021).
Il fatturato registra dinamiche in miglioramento sia a livello domestico, dove l’indicatore risulta più favorito, sia nel caso delle vendite oltre confine.
Nel dettaglio, il fatturato in Italia aumenta per una realtà su due (50,7%), è stabile per il 34,7% e diminuisce per il 14,7%; il fatturato estero si mantiene sui medesimi livelli di febbraio per il 49,3% del campione, cresce per il 37,7% mentre rallenta per il rimanente 13%.
Sulle dinamiche in crescita per l’indicatore associato alle vendite può incide, almeno in parte, la dinamica di aumento che ha interessato le quotazioni delle materie prime e i costi delle fonti energetiche.
Per quanto concerne le materie prime, le imprese comasche confermano di operare in un contesto molto complicato che penalizza le imprese nella loro attività, così come già rilevato nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio congiunturale.
Nel mese di marzo, la quasi totalità del campione (98,7%) ha indicato di aver registrato ulteriori aumenti rispetto ai già elevati listini di acquisto di febbraio. In aggiunta le imprese comasche sono state costrette a far fronte ad un allungamento dei tempi per ottenere le forniture nell’88,2% dei casi, a vedersi consegnati quantitativi di merci inferiori ai fabbisogni una volta su due (50%) e a subire un peggioramento della qualità delle merci nel 21,1%.
Le dinamiche legate all’apprezzamento delle quotazioni delle materie prime, in sinergia con il balzo dei costi dell’energia elettrica e del gas, hanno determinato effetti negativi sulle aziende di Como: per tre realtà su quattro (75%) è stata indicata una contrazione dei margini di profitto, per il 6,6% si è reso necessario effettuare una riorganizzazione del lavoro e/o dell’attività produttiva mentre per il 2,6% è avvenuta una riduzione o addirittura un’interruzione dell’attività aziendale.
Il 15,8% delle realtà aderenti all’Osservatorio ha segnalato inoltre che, al fine di ridurre il peso del marcato aumento del costo dell’energia elettrica, insostenibile nel lungo periodo non solo nel caso delle aziende cosiddette energivore, ha valutato investimenti in impianti fotovoltaici.
Le previsioni per l’evoluzione del business nelle prossime settimane risultano principalmente orientate alla stabilità; per il 52,7% delle aziende non si attendono particolari variazioni rispetto a quanto registrato in marzo, per il 27% è ipotizzata una crescita mentre per il restante 20,3% si prospetta una diminuzione. L’orizzonte di visibilità sugli ordini, che non supera il mese nel 74,2% dei casi, rappresenta una criticità per le aziende di Como; nel 9,7% gli ordini in portafoglio consentono la pianificazione per alcuni mesi mentre nel restante 16,1% l’intervallo è di oltre un trimestre.
Gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina, situazione che non sembra accennare a raffreddarsi, potrebbero incidere in maniera negativa sul contesto produttivo locale; circa una realtà su due (46,1%) ritiene che si verificheranno impatti sul proprio export mentre oltre nove imprese su dieci (92,1%) segnalano di attendere un ulteriore aggravio delle criticità legate all’approvvigionamento delle materie prime e dell’energia.
Sul fronte dei rapporti tra le imprese di Como e gli Istituti di credito si riscontra in marzo una situazione di diffusa e generale stabilità; esaminando infatti i giudizi formulati sulla base delle condizioni praticate, non si rilevano cambiamenti nel 96,1% dei casi mentre un peggioramento nel rimanente 3,9%. Con riferimento ai pareri formulati riguardo la liquidità aziendale, il 39,5% delle aziende comasche esprime soddisfazione, il 43,4% indica una situazione nella norma mentre il rimanente 17,1% giudica il proprio quadro come migliorabile.
Nel mese di marzo le realtà comasche delineano uno scenario occupazionale diffusamente stabile, così come indicato da oltre nove realtà su dieci (92,1%). In caso di variazione, si rileva un’espansione dei livelli per il 6,6% mentre una diminuzione per il rimanente 1,3%.
Le aspettative occupazionali per i prossimi mesi indicano una prevalenza di giudizi di mantenimento (76%) ma rivelano al contempo un’elevata incidenza di ipotesi di contrazione (21,3%) rispetto a quelle di aumento (2,7%).
OSSERVATORIO CONGIUNTO COMO – LECCO – SONDRIO
Il quadro per le realtà dei tre territori risulta ancora prevalentemente orientato alla stabilità. Sono in miglioramento i giudizi sul fatturato, sia a livello nazionale che estero, ma permangono le criticità legate all’approvvigionamento delle materie prime e ai costi dell’energia elettrica e del gas, che determinano effetti distorsivi sull’attività delle aziende. Ad aggravare ulteriormente il quadro, le conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina
I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido sul mese di marzo, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como, tracciano un quadro caratterizzato da una prevalenza di indicazioni di stabilità avvalorata, per alcuni indicatori, dal bilanciamento tra i giudizi di crescita e diminuzione.
La domanda risulta stabile rispetto ai livelli di febbraio per oltre una realtà su due, sia a livello domestico sia per l’export; in caso di variazione risultano più diffuse le indicazioni di aumento. Nel dettaglio, gli ordini in Italia sono considerati in mantenimento per il 52,5% del campione, in crescita per il 31,7% e in diminuzione per il rimanente 15,8%. Le esportazioni confermano i volumi di febbraio nel 56,3% dei casi, si intensificano nel 24,2% e frenano nel 19,5%.
La produzione segue sostanzialmente quando esaminato per gli ordini: l’attività è stabile per tre realtà su cinque (60,7%), aumenta per il 25,9% e diminuisce per il 13,3%.
Si attesta all’81% la quota di utilizzo degli impianti, confermando quanto rilevato nella precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale.
Quello del fatturato è il solo indicatore per il quale è riscontrabile una dinamica di aumento in marzo. Quasi la metà (48,6%) delle imprese segnala infatti un incremento delle vendite a livello italiano, mentre circa due realtà su cinque (38,9%) segnalano un aumento sul fronte dell’export.
Le previsioni per l’andamento del business nelle prossime settimane sono prevalentemente orientate alla stabilità, così come indicato da circa due terzi del campione (63,3%). In caso di variazione, il 17,3% del campione ritiene probabile una crescita e il 19,4% attende una diminuzione.
L’orizzonte temporale di visibilità sul portafoglio ordini eccede il trimestre solo nel 26,3% dei casi, è di qualche mese nel 33,7% e consente una pianificazione dell’attività produttiva solo per poche settimane nel restante 40%.
Le aziende delle tre province continuano a far fronte a serie criticità sul versante dell’approvvigionamento delle materie prime e delle fonti energetiche.
Per quanto riguarda le commodities, il 98,6% del campione segnala di aver registrato, in marzo, un ulteriore incremento dei listini di acquisto rispetto ai livelli di febbraio. Restano inoltre ulteriori criticità già evidenziate: in circa nove casi su dieci (89,9%) si sono verificati allungamenti dei tempi di consegna delle merci, nel 61,2% le quantità effettivamente consegnate dai fornitori sono state inferiori a quelle richieste e, infine, nel 20,1% la qualità delle forniture ha mostrato un peggioramento.
La combinazione tra le difficoltà legate alle materie prime e l’aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas ha causato effetti negativi sull’attività delle aziende del campione: per quasi quattro realtà su cinque (79,4%) si è verificata una contrazione dei margini di profitto, per il 16,3% delle imprese è stato necessario intervenire attraverso una riorganizzazione del lavoro o dell’attività produttiva, mentre per il 5% è avvenuta una riduzione o addirittura un’interruzione dell’attività aziendale.
Il 21,3% delle imprese del campione ha infine segnalato che, come parziale misura per difendersi dagli eccessivi aumenti dell’energia elettrica, ha avviato valutazioni aziendali per investire in impianti di produzione fotovoltaica.
Il quadro, reso già complesso da questi elementi, si è ulteriormente aggravato a causa degli effetti provocati dal conflitto tra Russia e Ucraina: oltre un’azienda su due (51,9%) ritiene infatti che si verificheranno impatti sull’export della propria azienda, mentre oltre nove realtà su dieci (92,1%) prospettano un’ulteriore distorsione con dinamiche al rialzo delle quotazioni delle merci e dell’energia.
L’andamento occupazionale delle realtà dei tre territori risulta fortemente orientato alla conservazione dei livelli in marzo: nell’85% dei casi è indicata stabilità, nel 10% crescita e diminuzione nel rimanente 5%.
Le aspettative per l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi confermano la prevalente indicazione di stabilità (79,9%), affiancata da una maggior incidenza delle ipotesi di espansione dei livelli (15,8%) rispetto a quelle di contrazione (4,3%).
EFFETTI DEL CONFLITTO RUSSIA – UCRAINA
A seguito della crisi determinata dal conflitto tra Russia e Ucraina, il 51,9% delle imprese dei tre territori ritiene che si verificheranno impatti sulle proprie performance di export. Nel 92,1% dei casi le aziende hanno inoltre indicato di attendersi un ulteriore aumento delle criticità legate all’approvvigionamento delle materie prime, nonché alle fonti energetiche.
DOMANDA
La domanda delle aziende di Lecco, Sondrio e Como risulta caratterizzata da una prevalenza di indicazioni di stabilità, sia per quanto riguarda il mercato domestico sia per l’export. In caso di variazione, si registra una lieve prevalenza di giudizi di aumento rispetto a quelle di riduzione.
Gli ordini in Italia restano sugli stessi livelli di febbraio per oltre una realtà su due (52,5%), aumentano per il 31,7% del campione e diminuiscono per il rimanente 15,8%.
Le esportazioni sono stabili per il 56,3% delle realtà, in crescita per il 24,2% e in riduzione per il 19,5%.
PRODUZIONE
L’attività produttiva delle imprese dei tre territori segue sostanzialmente quanto evidenziato per l’indicatore associato agli ordini e rivela una prevalenza di giudizi di stabilità, confermata da tre realtà su cinque (60,7%). I casi di aumento delle produzioni riguardano il 25,9% delle aziende, mente la diminuzione è indicata dal restante 13,3%.
La capacità produttiva mediamente impiegata dalle aziende di Lecco, Sondrio e Como si attesta a quota 81%, confermando il tasso di utilizzo registrato dal precedente Osservatorio.
Riguardo il tasso di utilizzo degli impianti, sono individuabili differenze a livello dimensionale: le realtà di medie dimensioni segnalano un maggior impiego (85,2%) rispetto a quanto indicato dalle imprese fino a 50 occupati (78,3%).
Il dato esaminato riferendosi ai settori merceologici di attività risulta invece più omogeneo (82,9 per le realtà metalmeccaniche, 77,7% per le tessili e 80,7% per quelle degli altri settori).
FATTURATO
Sul versante del fatturato le imprese lecchesi, sondriesi e comasche delineano un quadro di crescita che interessa sia l’ambito domestico, sia l’export. Circa una realtà su due indica un aumento delle vendite in Italia, mentre l’incremento delle esportazioni riguarda quasi due realtà su cinque. Esaminando più nel dettaglio, il fatturato in Italia è indicato in crescita per il 48,6%, stabile per il 37,9% e in calo per il 13,6%.
L’export risulta in espansione per il 38,9% delle imprese, invariato rispetto ai livelli di febbraio per il 42,1% e diminuisce per il restante 19%.
PREVISIONI
Le aspettative formulate dalle imprese dei tre territori riguardo l’evoluzione del business nelle prossime settimane tracciano un quadro di prevalente stabilità, così come indicato direttamente da circa due realtà su tre (63,3%). Il mantenimento dei livelli è confermato anche dal sostanziale bilanciamento tra le ipotesi di aumento (17,3%) e diminuzione (19,4%) che assumono entità simili.
La visibilità sugli ordini risente delle dinamiche distorsive che interessano a livello generale le catene di approvvigionamento di materie prime. In due casi su cinque (40%) gli ordinativi coprono un orizzonte di poche settimane, mentre si raggiunge qualche mese nel 33,7% e solo nel restante 26,3% si supera il trimestre.
MATERIE PRIME
Le imprese di Lecco, Sondrio e Como segnalano, anche per il mese di marzo, di affrontare criticità inerenti all’approvvigionamento delle materie prime: il 98,6% del campione indica infatti di aver registrato ulteriori incrementi delle quotazioni rispetto ai listini di febbraio.
Oltre al tema del prezzo, nove realtà su dieci (89,9%) registrano un’estensione dei tempi di consegna, il 61,2% indica una riduzione delle quantità effettivamente approvvigionate rispetto a quelle necessarie e il 20,1% sottolinea un peggioramento della qualità delle forniture.
Le dinamiche legate all’apprezzamento del costo dell’energia elettrica, del gas e delle materie prime hanno determinato una contrazione dei margini di profitto per quasi quattro realtà su cinque (79,4%), una riorganizzazione del lavoro o dell’attività produttiva per il 16,3% e una riduzione, o addirittura un’interruzione, dell’attività aziendale per il 5% del campione.
Per individuare un’alternativa agli ormai insostenibili aumenti delle fonti energetiche, il 21,3% delle imprese ha indicato di aver effettuato o di aver interesse a realizzare valutazioni aziendali su investimenti in impianti fotovoltaici.
CREDITO E LIQUIDITÀ
Secondo i giudizi espressi dalle imprese lecchesi, sondriesi e comasche riguardo il loro rapporto con gli Istituti di credito, nel mese di marzo è riscontrabile un quadro di generale stabilità. In merito alle condizioni praticate il 92,1% del campione non indica variazioni rispetto a febbraio, mentre il 7,9% segnala un peggioramento.
Attraverso i pareri qualitativi riguardanti la liquidita aziendale, il 44% delle imprese indica una situazione nella norma, il 37,6% esprime soddisfazione e il 18,4% ritiene ci siano margini di miglioramento.
OCCUPAZIONE
Sul fronte occupazionale, per le realtà dei tre territori è riscontrabile uno scenario di diffusa tenuta dei livelli in marzo. Si registra infatti stabilità per l’85% del campione, crescita per il 10% e diminuzione per il rimanente 5%.
Le prospettive occupazionali per i prossimi mesi risultano improntate ad una prevalente conservazione dei livelli, così come indicato da quattro realtà su cinque (79,9%). In caso di variazione, inoltre, le ipotesi di aumento (15,8%) risultano più diffuse rispetto a quelle di diminuzione (4,3%).