Moda, Tessile, Abbigliamento

LA FILATURA ITALIANA NEL 2023-2024 Nota a cura del Centro Studi di S.M.I.

giugno 25 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Economia, News

  1. 1. Il bilancio settoriale del 2023

Il bilancio settoriale della filatura italiana (in questa accezione comprensiva della produzione di filati lanieri, cotonieri e linieri) registra nel 2023 un’inversione del trend di crescita rilevato nel biennio precedente, connessa in parte proprio al deterioramento macroeconomico nazionale ed internazionale e in parte “fisiologica” dopo due anni di recuperi su ritmi vigorosi e difficilmente sostenibili nel medio periodo.

Come già anticipato nella nota di preconsuntivo diffusa lo scorso febbraio in occasione della precedente edizione di Pitti Filati, la filatura archivia il 2023 in calo: se in tale occasione si era stimato un decremento nell’ordine del -4,2%, a consuntivo il fatturato settoriale rileva una contrazione più marcata, pari al -11,0% su base annua, perdendo circa 357 milioni di euro in dodici mesi. Il turnover cala, dunque, a 2,9 miliardi di euro. Il comparto rimane comunque superiore ai livelli pre-Covid, mettendo a segno una crescita del +4,0% rispetto il 2019.

Tornando all’esame del bilancio settoriale, la filatura laniera si conferma il comparto preponderante, concorrendo all’82,3% del turnover complessivo, mentre il filato di cotone copre il 13,6%, seguito dal filato liniero circoscritto al 4,1%. Guardando le performance di ciascun comparto risultano tutte interessate da una dinamica negativa: i filati lanieri sperimentano un calo del fatturato settoriale pari al -9,8% su base annua; la filatura cotoniera presenta una diminuzione del -18,6%, mentre quella liniera evidenzia un -6,4%.

Il valore della produzione (variabile questa che si propone di stimare il valore della sola attività produttiva svolta in Italia al netto della commercializzazione dei filati importati), archivia il 2023 in perdita del -11,1%, similmente, dunque, al fatturato.

Relativamente al commercio con l’estero, sia i flussi in entrata che quelli in uscita hanno sperimentato una dinamica negativa: l’export ha palesato una flessione pari al -12,0%, calando a 868 milioni di euro; allo stesso tempo l’import ha registrato una variazione negativa del -17,2%, portandosi a 938 milioni.

Più in dettaglio, come indicato in Tabella 2, nel 2023 tutti i comparti hanno evidenziato una contrazione delle vendite estere ad eccezione dei filati di aguglieria che hanno messo a segno un debole aumento (+0,8%). I filati di cotone hanno archiviato il calo maggiore, pari al -21,1%, seguiti dai filati misti chimico-lana, in perdita del -19,9% e dai filati lanieri cardati, che hanno registrato un -13,3%. Infine, hanno palesato una variazione negativa prossima al  -6,0% i filati pettinati di lana e i filati di lino.

Le importazioni di filati dall’estero hanno mostrato un’evoluzione altrettanto negativa, ma in questo caso l’eccezione riguarda i filati di lana che hanno palesato una crescita, in particolare i filati di lana pettinati hanno registrato un +2,9% mentre i cardati hanno messo a segno una crescita a doppia cifra, pari al +37,1%. Le altre tipologie di filati hanno archiviato dei cali: i filati di cotone ha presentato la perdita più sostenuta, ovvero -34,1%, seguiti dai filati misti chimico-lana e da quelli di lino, che hanno rilevato ciascuno una diminuzione del -20,2% circa. Infine, l’import dei filati per aguglieria ha mostrato un -9,7%.

Per effetto degli andamenti di import ed export, nel 2023 il saldo commerciale della filatura italiana permane in deficit, presenta infatti un disavanzo per -70 milioni di euro. Il surplus con l’estero è circoscritto ai filati cardati, per 112 milioni di euro, e ai filati per aguglieria, in avanzo per 81 milioni. Di contro, tutte le altre tipologie vedono le importazioni eccedere le esportazioni: i filati di cotone risultano in deficit per -134 milioni di euro, i filati di lino per     -58, i filati lanieri pettinati per -48, ed infine i filati misti chimico-lana per -22,3 milioni.

Per concludere, passando all’analisi del mercato nazionale, come indicato in Tabella 1, il consumo apparente, al lordo delle scorte, presenta una dinamica negativa pari al -14,0% in valore. La domanda domestica rimane comunque superiore al livello pre-pandemico (+6,1%).

 

  1. 1. La congiuntura nel primo trimestre del 2024

Per la filatura italiana il 2024 si apre ancora in territorio negativo. I risultati dell’indagine annua svolta da SMI su un campione di aziende associate alla Federazione e operanti nel comparto della filatura rilevano, per il primo trimestre dell’anno, flessioni con riferimento al fatturato ma soprattutto alla produzione.

Anche l’indice di produzione industriale ISTAT relativo alla filatura (Codice ATECO CB 13.1) mostra nei primi tre mesi del 2024 una contrazione del -5,7%, confermando quindi quanto emerso dall’indagine campionaria svolta da SMI. A determinare tale risultato è soprattutto il calo del -7,8% dell’attività produttiva in gennaio e il trend solo un po’ meno negativo di febbraio e marzo (in frenata ciascuno del -4,7% circa rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente).

Altresì analizzando l’interscambio commerciale con l’estero, il primo quarter del 2024 si rileva sofferente: infatti a valore archivia una decisa contrazione sia dell’import, pari a un      -28,3%, sia dell’export della filatura, che segna una flessione del -13,3% scendendo a 227 milioni di euro.

Il dato medio sconta, tuttavia, performance differenti con riferimento alle diverse tipologie di filato. Lato export, le perdite più gravose hanno colpito i filati misti chimico-lana (-23,8%), seguiti dai filati di cotone, di lino e dai lanieri pettinati, che hanno registrato tutti variazioni negative a doppia cifra superiori al -10%. Sperimentano cali più contenuti i filati cardati di lana e quelli per aguglieria, che flettono rispettivamente del -6,5% e del -3,5%.

Anche relativamente all’import si evidenzia una dinamica negativa per tutte le tipologie, ad eccezione dei filati per aguglieria che mettono a segno una crescita del +21,3%. Contengono la perdita al -6,4% i filati di lino, seguiti dai filati cardati di lana (-13,7%). Le altre tipologie invece hanno palesato contrazioni più pesanti (filati di cotone -25,5%, filati misti chimico-lana -30,2% e filati pettinati di lana -39,6%).

Il saldo commerciale del periodo presenta un surplus di 24,3 milioni di euro (nel primo trimestre 2023 era risultato in deficit per -9,3 milioni). All’avanzo settoriale contribuiscono i filati di lana pettinati (8,8 milioni), i filati per aguglieria (18,4 milioni) ma soprattutto i filati di lana cardati (35,6 milioni). La somma di tali surplus più che compensa il deficit delle altre merceologie.

Se si osservano invece le performance in termini di quantità, da gennaio a marzo 2024 l’export presenta una contrazione media del -12,1%, in linea con quanto rilevato da ISTAT con riferimento alla produzione fisica. I filati lanieri cedono il -8,1% nel caso dei cardati e il     -15,2% nel caso dei pettinati; una dinamica del -17,7% si rileva per i misti chimico-lana, mentre quelli per aguglieria contengono la perdita al -4,9%. Le esportazioni in tonnellate dei filati di cotone flettono del -8,9% e quelle di lino del -29,0%.

Anche le importazioni a volume palesano una variazione negativa, pari al -13,7%; i filati per aguglieria sono gli unici a crescere, registrando peraltro una variazione importante (+47,8%). Contrariamente si rileva una contrazione per i filati di cotone (-4,4%) e per i misti chimico-lana (-18,0%). Le altre merceologie assistono ad un decremento dei volumi importati:            -34,1% i filati di lana pettinati, -22,2% i cardati e infine -28,5% quelli di lino.

Si passa ora all’analisi dell’andamento per mercato di destinazione con riferimento alle singole tipologie di filato qui prese in esame. Nei primi tre mesi del 2024, per i filati di lana cardati Hong Kong si conferma la prima destinazione, con una quota pari al 26,6%, a seguito di un aumento del +9,0% rispetto al gennaio-marzo 2023. Il Regno Unito, stabile al secondo posto nonostante una flessione del -15,2%, copre l’11,7% del totale export di comparto. In terza posizione permane la Turchia, in calo del -4,1%. Seguono Croazia e Tunisia, che flettono rispettivamente del -10,8% e del -31,6%.

Nel caso dei filati pettinati, la Francia primeggia, con un’incidenza del 14,4% sul totale export di comparto e una crescita del +9,7%. La seconda destinazione risulta la Turchia, grazie a un aumento del +12,5%. Un calo del -17,8% interessa l’export dei filati pettinati verso la Romania. Da ultimo, le vendite destinate in Germania e Portogallo fanno registrare rispettivamente una flessione del -17,1% e del -8,4%.

I filati misti chimico-lana vedono la Francia balzare come prima destinazione, in grado di assorbire il 15,5% dell’export di comparto. Seguono Turchia e Croazia: la prima in perdita del -32,0% e la seconda del -36,2%. Relativamente alla Germania, si registra una dinamica negativa pari al -15,3%, mentre la Romania è scesa in quinta posizione a causa della flessione del -33,3%.

I filati di cotone mantengono, nel periodo monitorato, la Germania come primo mercato di sbocco, nonostante una contrazione del -4,8%: la sua quota sul totale di comparto scende al 19,5%. Gli altri tre principali mercati mostrano tutti un’evoluzione sfavorevole: l’export di filati di cotone in Repubblica Ceca cala del -19,6%, quello destinato in Francia del -26,8% e i flussi verso l’Ungheria scendono del -18,1%. La Spagna, invece, registra un aumento del +7,8%, salendo in quinta posizione.

Considerando l’approvvigionamento dall’estero sempre nel gennaio-marzo 2024, i primi due supplier, in grado di coprire il 66,4% dell’import di filato cardato in Italia, rilevano un andamento dicotomico: la Cina mantiene il primo posto nonostante una flessione del             -29,4%; mentre il Regno Unito, stabile in seconda posizione, cresce del +21,1%. La Lituania a seguito di una perdita del -8,9%, scende al terzo posto. In calo del -13,3% risultano i flussi di cardato provenienti dalla Polonia.

Con riferimento ai filati pettinati, la Romania e la Repubblica Ceca, primo e secondo fornitore, mostrano dei decrementi rispettivamente pari al -36,5% e al -28,3%, arrivando ad assicurare il 36,8% dell’import di comparto. La Polonia assiste a una perdita del -31,3%, così come calano i flussi di pettinato dalla Bulgaria (-42,3%) e dalla Cina (-55,0%).

Nel gennaio-marzo 2024 il 48,0% dei filati misti chimico-lana d’importazione proviene dalla Romania e il 16,3% dalla Turchia, entrambe presentano una dinamica negativa, ma se la prima nella misura del -14,3%, la seconda flette di un deciso -41,1%. La Bulgaria registra un aumento del +26,2%, mentre la Spagna perde il -9,6%. L’import dalla Serbia, infine, mette a segno una crescita del +39,7%.

Da ultimo, nel periodo in esame, la Turchia, con una quota del 39,1%, rimane il principale fornitore di filati di cotone dell’Italia, nonostante un calo del -2,6%. Il secondo supplier è l’India, in flessione del -40,9%, che assicura il 14,8% degli approvvigionamenti nazionali di tale merceologia. Analogamente, gli altri principali partner evidenziano dinamiche negative: l’Egitto del -6,2%, la Cina del -49,0% e il Pakistan del -42,3%.

Firenze, 26 giugno 2024

________________________________________

Pubblicazione a cura di Sistema Moda Italia – Federazione Tessile e Moda

La presente pubblicazione (di seguito “Documento”) è opera esclusiva ed originale di Sistema Moda Italia – Federazione Tessile e Moda (di seguito “SMI”), per il tramite di Tessile & Moda Service S.r.l. Unipersonale, impegnata in numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese dei settori aderenti. Tutto il materiale contenuto nel Documento, ivi compresi i testi, i loghi e i marchi relativi ai servizi offerti da SMI e i relativi elementi grafici e immagini, costituiscono proprietà intellettuale e industriale di SMI e, in quanto tali, sono protetti dalla legge.

Il presente Documento, realizzato per Pitti Immagine S.r.l., è destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e ne è espressamente vietata la riproduzione, l’utilizzo in qualsiasi modo e il trasferimento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, nonché l’estrazione e il riutilizzo totale o parziale del Documento e dei suoi contenuti, senza la preventiva autorizzazione scritta di SMI. Tutti i diritti d’autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente informative e non rappresenta né un’offerta, né una sollecitazione a effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le valutazioni e le previsioni contenute nel Documento sono state ottenute o derivano da fonti che SMI ritiene attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia implicita sia esplicita, e di cui, pertanto, SMI non si ritiene responsabile.


Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!
Realizzazione sito MB web designer | Powered by Master elettronica S.r.l.