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L’industria italiana del Tessile-Abbigliamento. le prime indicazioni del 2024

luglio 2 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Economia, News

Dopo il forte rimbalzo seguito all’emergenza pandemica, il 2023 si è profilato per il Tessile-Abbigliamento come un anno di crescita decisamente più moderata. Una dinamica comprensibile, stante il contesto economico attuale che vede dopo mesi caratterizzati da un’inflazione senza precedenti, il rallentamento di molte importanti economie e un clima di sempre maggior incertezza, in uno scenario internazionale che, oltre al conflitto russo-ucraino tuttora in corso, deve fare i conti anche con quello scoppiato in Medio Oriente, che minaccia di espandersi a livello mondiale. L’anno 2023 era iniziato con un primo semestre caratterizzato dalla prosecuzione del trend positivo registrato nell’arco del 2022, ma è poi proseguito con un semestre in cui sono emersi i primi segnali di indebolimento del ciclo economico.

Nonostante l’indubbio rallentamento della seconda parte dell’anno, il 2023 per il Tessile-Abbigliamento si è chiuso all’insegna del “consolidamento”. A fronte della previsione che sembrava delineare il fatturato del Tessile-Abbigliamento a 64,4 miliardi di euro, quindi in crescita del +3,0% rispetto all’anno precedente, le ultime indicazioni raccolte fanno presagire a una chiusura anno più contenuta, con un fatturato ipotizzato a poco meno di 64 miliardi di euro, in aumento, quindi, del +2,0%. Si intensifica peraltro, la differenza tra il Tessile e l’Abbigliamento, con il “monte” che soffre maggiormente rispetto al “valle”.

I segnali di indebolimento sono visibili anche in riferimento alle performance sui mercati esteri. Sulla base dei dati ISTAT, l’anno 2023 vede infatti un export settoriale in aumento del +0,4%, per un totale di 38,7 miliardi di euro; allo stesso tempo l’import presenta una flessione del -5,5%, pari a 27,1 miliardi di euro.

Anche analizzando i consumi interni si rilevano segnali di indebolimento della domanda. Secondo i dati panel di Sita Ricerca, nell’anno 2023 il sell-out di Tessile-Abbigliamento ha registrato a valore un calo contenuto al -0,6%, parallelamente a volume si è rilevata una flessione nella misura del -2,2%. L’anno 2023 è iniziato con un primo bimestre caratterizzato ancora da vivaci aumenti, ma a partire da marzo si è riscontrato un rallentamento nel ritmo di crescita che è culminato con un cambio nel trend nel terzo bimestre. La flessione non si è però protratta nei due mesi successivi, che hanno invece chiuso con una variazione positiva, ma si è ripresentata nel quinto e nell’ultimo bimestre, che sono tornati in area negativa, generando così il risultato indicato per i dodici mesi.

Prime indicazioni 2024

Al di là delle stime relative al 2023, va sottolineato come le aziende italiane del Tessile-Abbigliamento si trovino oggi ad operare in un contesto generale tutt’altro che facile; le previsioni per il 2024 sono sicuramente difficili, perché mai come quest’anno lo scenario risulta caratterizzato da andamenti delle aziende divergenti e polarizzati, dovuti al clima generale di forte incertezza. La volatilità macroeconomica internazionale, ma anche l’inflazione crescente, i tassi di interesse elevati e l’incremento dei prezzi, che portano a un calo del potere d’acquisto dei consumatori, fanno ipotizzare anche per il Tessile-Abbigliamento un avvio 2024 all’insegna di un ulteriore rallentamento della domanda, sia interna che sui mercati esteri, che porterebbe verosimilmente – anche alla luce del raffronto con una prima parte del 2023 ancora in marcata crescita – ad un’inversione del trend positivo registrato degli ultimi anni. Sulla base dei risultati dell’Indagine annua relativa al Tessile-Abbigliamento, realizzata nei mesi di marzo-aprile 2024, si prevede un’ulteriore frenata almeno nel primo semestre dell’anno in corso. Seppur ben il 28% del panel confidi infatti in una stabilità delle condizioni di mercato rispetto al periodo gennaio-giugno 2023, la percentuale di chi prospetta un peggioramento sale al 62% dei rispondenti, risultando così di molto superiore rispetto a chi valuta che l’evoluzione congiunturale sia “in miglioramento” (10%).

Relativamente all’occupazione, non sono attesi nella prima parte dell’anno grossi mutamenti rispetto ai livelli di fine 2023: il 71% del campione stima che il proprio organico resterà “invariato” rispetto ad allora.

Il 5% prospetta un “calo” del numero dei dipendenti, mentre il 24% indica un aumento. Si ricorda che tali percentuali rispondono a una domanda di tipo puramente qualitativo ed esprimono unicamente una previsione di massima circa le dinamiche interne aziendali nel breve periodo. Segnali di rallentamento sono presenti anche nei dati ufficiali INPS relativi alle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nel periodo gennaio-aprile 2024 per le aziende del Tessile-Abbigliamento, che registrano un aumento significativo rispetto alle ore concesse nel corrispondente periodo 2023.

Nei primi quattro mesi del 2024, sulla base dei dati diffusi dall’Osservatorio Statistico dell’INPS, le ore complessivamente autorizzate (CIGO, CIGS e deroga) per l’industria Tessile-Abbigliamento risultano pari a 14.396.256 e registrano un forte aumento, pari al +67,6%, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Scomponendo il dato per settore, nei primi quattro mesi 2024, è risultato che l’industria del Tessile copre un numero maggiore di ore rispetto all’industria dell’Abbigliamento: l’incidenza di ore autorizzate per il Tessile corrisponde al 71,6% del totale Tessile-Abbigliamento, mentre quella dell’Abbigliamento al restante 28,4%.

Le autorizzazioni interessano in misura prevalente (79,6% del totale Tessile-Abbigliamento) la manodopera operaia; in particolare, il 59,4% delle ore sono state autorizzate per gli operai del Tessile e il 20,2% per gli operai dell’Abbigliamento.

Le ore autorizzate per gli impiegati sul totale Tessile-Abbigliamento coprono al 20,4% del totale: nel dettaglio agli impiegati del Tessile sono state autorizzate il 12,2% delle ore totali e agli impiegati dell’Abbigliamento l’8,2%.

Anche analizzando l’interscambio commerciale con l’estero, nel primo trimestre 2024 si rileva un mercato sofferente: sulla base degli ultimi dati ISTAT recentemente diffusi, il periodo gennaio-marzo vede infatti l’export di Tessile-Abbigliamento in calo del -3,3%, per un totale di circa 9,7 miliardi di euro, anche l’import perde il -13,1%, per un totale di 6,3 miliardi di euro. Come già evidenziato, a soffrire maggiormente è il “monte” della filiera che registra una dinamica negativa sia per quanto riguarda le vendite estere, in calo del -13,4%, sia soprattutto le importazioni, che perdono il -18,4%. Parallelamente per il “valle” della filiera si assiste ad una crescita del +0,8% dell’export, mentre si rileva una contrazione del -10,6% dell’import.

Focalizzando dapprima l’analisi sulle esportazioni, con riferimento agli sbocchi commerciali si sottolinea come sia per il mercato comunitario che quello extra-UE si siano registrate delle contrazioni per il settore:

il primo cala del -6,4%, mentre quello extra-UE ha evidenziato una flessione più contenuta (-0,1%). Il mercato extra-UE copre il 50,6% dell’export totale di settore, risultando di poco il maggior “acquirente”, mentre l’UE assorbe il 49,4% delle vendite.

Nel periodo in esame, la prima destinazione del Tessile-Abbigliamento è la Francia, che mette a segno un aumento del +1,8%, assicurandosi il 12,2% delle vendite totali; al secondo posto, nonostante una variazione negativa del -11,9%, troviamo la Germania, seguita dagli Stati Uniti, che registrano una perdita del -2,5%, per un totale di 689 milioni di euro (7,1% sul totale).

La Cina, in quarta posizione, presenta una dinamica positiva a due cifre, pari al +34,2%; similmente Hong Kong (ottavo) chiude i tre mesi in aumento del +17,5%. Al quinto posto troviamo la Spagna che perde il -2,8%. Si posizione al sesto posto la Svizzera, che presenta un calo a doppia cifra, pari al -39,0%.

 

 


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