Moda, Tessile, Abbigliamento

LA MODA JUNIOR NEL 2024-2025 Nota a cura dell’Ufficio Studi Economici di Confindustria Moda

gennaio 21 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Economia, News

Il bilancio preconsuntivo del 2024

Il 2023 per il comparto della moda junior (accezione questa che comprende l’abbigliamento in maglia e tessuto per ragazzi/e di età tra 0-14 anni, intimo ed accessori inclusi) si è chiuso con una crescita del +0,7%. Di contro per il 2024, secondo le stime preliminari effettuate dall’Ufficio Studi Economici di Confindustria Moda, la moda junior italiana è attesa chiudere l’anno in territorio negativo. Più in particolare, per il turnover settoriale si prospetta una flessione del -4,4%, che lo riporterebbe a circa 3,1 miliardi di euro.

Anche con riferimento al valore della produzione (variabile che, si ricorda, prova a quantificare l’attività produttiva svolta in Italia, al netto della commercializzazione di prodotti importati) si prevede una variazione negativa, stimata nell’ordine del -4,8%.

annua delle vendite estere corrispondente al -0,7%; il valore delle esportazioni di comparto dovrebbe, quindi, calare a 1.521 milioni di euro, concorrendo al 49,6% del turnover settoriale.

Analogamente, con riferimento all’import, si prevede una contrazione nella misura del          -6,8%, per un valore complessivo di poco più di 2,4 miliardi di euro.

La dinamica prevista per i flussi commerciali in entrata e in uscita dall’Italia determinerebbe un deficit nel saldo commerciale di comparto di poco superiore a -900 milioni.

Secondo le previsioni dell’Ufficio Studi Economici di Confindustria Moda, i consumi nazionali (in tale accezione comprensivi dei consumi delle famiglie, dei consumi extra-familiari e delle scorte) archivierebbero il 2024 in territorio negativo, evidenziando una flessione nell’ordine del -1,5% rispetto al risultato raggiunto nel 2023. Il gap a confronto con il consuntivo di mercato 2019 si attesterebbe sul -5,5%.

Relativamente ai mercati esteri, è possibile circoscrivere l’analisi al solo abbigliamento per neonati (per il quale si possono isolare le voci doganali di pertinenza e, quindi, i flussi commerciali con l’estero per Nazione). Secondo quanto rilevato da ISTAT, con riferimento ai primi 9 mesi 2024, l’export di moda bebè, che nel medesimo periodo del 2023 aveva registrato una crescita pari al +0,6%, ha accusato una flessione del -4,4%, portandosi a 117,2 milioni di euro. L’area UE e quella extra-UE hanno rivelato un comportamento dicotomico per il comparto, l’export diretto nella UE27 post-Brexit è calato del -18,6% e ha coperto il 43,5% delle esportazioni totali di settore, mentre quello diretto verso l’area l’extra-UE è cresciuto del +10,4% ed è risultato il maggior “acquirente”, assorbendo il 56,5%.

Più in dettaglio, da gennaio a settembre 2024, i principali mercati di destinazione della moda bebè hanno presentato degli andamenti contrastanti. La Spagna, come già anche verificato negli ultimi anni, si è confermata il primo mercato di sbocco per il comparto, nonostante abbia presentato una contrazione a doppia cifra (-15,9%).  Si è invece rilevata, ancora una volta, molto favorevole la performance degli Stati Uniti, mercato strategico per la moda bebè, che hanno messo a segno un aumento del +39,2% e sono divenuti così il secondo mercato di destinazione per il comparto. Segue la Francia, interessata da un calo del -14,6%. Gli Emirati Arabi Uniti, a fronte di un notevole andamento positivo, sono balzati in quarta posizione, assicurandosi il 7,6% dell’export di moda bebè. A questa dinamica si è contrapposta quella di Regno Unito e Germania (altro mercato strategico del comparto), interessati entrambi da una flessione, pari rispettivamente al -6,0% e al -18,0%.

Hong Kong ha registrato una performance molto vivace, che gli ha assicurato una quota del 4,1% dell’export e ha sorpassato così anche la Cina, che dopo il notevole aumento registrato nel medesimo periodo dell’anno precedente, ha presentato una perdita del -35,1%. Torna a flettere anche il Portogallo (-22,8%), mentre la Russia ha registrato una crescita del +4,1%. Va sottolineata la dinamica negativa della Svizzera – tradizionale hub logistico/distributivo del fashion – che ha continuato a riscontrare delle contrazioni. Nel periodo di riferimento ha perso il -67,3% rispetto ai nove mesi del 2023, ed è calata a 2,9 milioni di euro, scivolando così in dodicesima posizione.

Sempre con riferimento al solo abbigliamento bebè, le importazioni dall’estero in Italia, che da gennaio a settembre 2023 avevano rilevato un calo del -4,5%, nei primi nove mesi del 2024 hanno continuato a presentare una variazione negativa, in questo periodo nella misura del -5,4%. Come noto, l’import di tale segmento è risultato particolarmente concentrato, visto che i primi sei fornitori concorrono al 78,7% del totale. La Spagna ha assistito ad una variazione positiva del +4,3% e si è confermata al primo posto con un’incidenza del 26,6% sul totale importato di comparto. La Cina, sempre in seconda posizione, ha presentato, invece, una flessione del -5,6%, assicurandosi il 16,8% sul totale. L’import dal Bangladesh è calato del -8,3%, portandosi a quota 11,9%. Dinamiche negative hanno caratterizzato anche le forniture da Paesi Bassi e Francia, in flessione rispettivamente del -1,6% e del -13,3%. Al sesto posto della graduatoria fornitori troviamo l’India, che ha evidenziato un aumento del +0,6%, raggiungendo così i 15,7 milioni di euro. È cresciuto di molto anche l’import dalla Polonia, seppur con una quota contenuta all’1,3%.

I principali risultati dell’Autunno/Inverno 2023-2024 sul mercato italiano

Sotto il profilo demografico, il mercato italiano dell’abbigliamento junior, al 1° gennaio 2024, si componeva di 7.184.837 individui di età compresa tra 0 e 14 anni, il 51,5% dei quali di sesso maschile. Da gennaio a settembre 2024, sulla base delle (pur provvisorie) rilevazioni ISTAT ad oggi disponibili, le iscrizioni in anagrafe per nascita sono state pari a 273.177, con un decremento di 6.827 nuovi nati rispetto ai dati dei primi nove mesi del 2023 (-2,4%).  Similmente a quanto evidenziato per la fascia 0-14 anni, i neonati maschi rappresentano il 51,4% del totale.

Ciò premesso, se si focalizza l’attenzione sul consumo di moda junior in Italia, i dati più aggiornati relativi al sell-out invernale si riferiscono alla stagione Autunno/Inverno 2023-24, in base alle rilevazioni effettuate da Sita Ricerca per conto di Confindustria Moda, il complesso dei prodotti di Tessile-Abbigliamento ha sperimentato una flessione del sell-out sia in termini di spesa corrente (-3,8%), sia a volume (-4,7%).

In detto contesto la moda junior ha registrato un risultato inferiore rispetto alla media del Tessile-Abbigliamento: ha archiviato, infatti, una variazione negativa del -5,6% a valore, e del -5,2% a volume. Sotto il profilo cronologico, la stagione è iniziata con il bimestre settembre-ottobre che ha rilevato un calo a doppia cifra del -11,6% a valore e del -10,5% a volume. Gli altri due bimestri che compongono la stagione hanno sperimentato delle dinamiche negative, ma più contenute: il novembre-dicembre perde il -3,3% a valore e il       -3,0% a volume; similmente nel gennaio-febbraio si sono riscontrate contrazioni pari al          -3,1% a valore e al -2,6% a volume.

La stagione in esame ha presentato peraltro una situazione piuttosto omogenea tra i diversi segmenti. Il segmento “bambina” (che copre il 47,9% del sell-out di comparto) evidenzia un calo del -5,0%, mentre il segmento “bambino” ha sperimentato una variazione negativa pari al -5,9%. Di contro, il “neonato” ha registrato la flessione maggiore, nella misura del -6,6%, coprendo il 13,5% del mercato. Allo stesso tempo, in termini di volumi, il “bambino” ha perso il -5,2% rispetto alla precedente A/I, mentre la “bambina” il -4,8%; infine il “neonato” è calato del -6,9%.

Passando ad analizzare il panorama distributivo, lo junior ha visto, ancora una volta, confermata la leadership delle catene, forti di una quota pari al 48,3% del mercato. Nel periodo monitorato, il sell-out intermediato da tale format è diminuito del -6,2%; su tale performance ha inciso soprattutto la dinamica del segmento “neonato” (-7,7%) seguito dal “bambino” e “bambina”, che hanno mostrato entrambi un calo di circa il -5,9%.

La GDO ha perso il -4,2%, coprendo comunque il 29,9% del mercato junior; i soli Grandi Magazzini intermediano il 15,5% del totale ed hanno evidenziato un decremento del -4,3% nell’A/I 2023-24. Negativi sono risultati anche il Food (-11,5%) e le Grandi Superfici, che contengono il calo al -1,8%, performano quindi meglio della media di comparto. Relativamente ai segmenti, la GDO ha messo a segno una dinamica negativa soprattutto per i segmenti “neonato” e “bambino”, che sono diminuiti rispettivamente del -6,9% e del           -6,6%; la “bambina” invece ha contenuto il calo al -0,9%.

Il dettaglio indipendente nella stagione in esame ha coperto il 12,2% dei consumi, e ha evidenziato un calo del -1,1%, ha quindi riscontrato una dinamica migliore della media del comparto. L’andamento negativo è dovuto al segmento “bambina”, che flette del -5,6%; di contro gli altri due segmenti “bambino” e “neonato” hanno evidenziato degli aumenti (il primo è cresciuto del +0,8% e il secondo del +10,1%), che, però, non sono riusciti a migliorare la performance del canale.

Nell’A/I 2023-24, l’ambulante e gli outlet/negozio stokkista hanno evidenziato dinamiche opposte: se l’ambulante è calato del -11,4%, gli outlet/negozio stokkista sono l’unico format che ha riscontrato una crescita, pari al +6,0%. Lo share di entrambi è risultato comunque contenuto con una quota dell’1,9% per il primo e dello 0,7% per i secondi.

L’e-commerce dopo la crescita double-digit del +10,4% registrata nell’A/I 2022-23, ha palesato una flessione del -9,8%, che ha fatto calare la sua quota di mercato al 6,3%. Per questo format, focalizzando l’attenzione sull’andamento dei singoli segmenti si è rilevata una dinamica del -13,1% per il segmento “bambina”, seguita dal bambino (-6,5%) e dal “neonato”, in calo del -4,5%.

 

Al di là dei risultati della stagione A/I, il sell-out di moda junior in Italia ha archiviato i primi dieci mesi del 2024 in flessione del -1,6%, e il gap risulta maggiore (-9,3%) se confrontato al corrispondente valore del 2019. Da gennaio ad ottobre 2024 il sell-out del comparto “bambino” e “bambina” sono calati rispettivamente del -1,6% e del -1,2% rispetto al medesimo periodo del 2023, mentre il “neonato” ha registrato una perdita maggiore, pari al -2,7%.

 

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