La produzione industriale a Prato nel 1° trim./25: flessione contenuta con qualche settore in recupero
maggio 22 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, PratoE’ stato un trimestre travagliato quello che si è chiuso con marzo scorso: partito complessivamente abbastanza bene, con segnali di stabilizzazione economica e di riduzione dell’inflazione, ha poi registrato gli sbandamenti conseguenti le politiche daziarie degli Stati Uniti.
Fra annunci scioccanti e passi indietro più o meno netti, l’altalena dei dazi e la percezione di un diverso e peggiore clima di relazioni con gli Stati Uniti ha alimentato l’incertezza e inciso negativamente sulla fiducia di mercati, imprese e consumatori. La corsa da parte degli importatori americani ad accaparrarsi merce – almeno di alcuni settori – prima dell’entrata in vigore dei nuovi regimi daziari ha alterato la normale dinamica dei flussi commerciali. Il risultato è stato il peggioramento delle aspettative di crescita economica: le previsioni del FMI ad aprile indicavano nel +2,8% la crescita del PIL mondiale nel 2025. Un risultato, questo, che nasce dal rallentamento, rispetto alle prestazioni precedenti, degli USA (+1,8%) e della Cina (+4%) e dalla bassa crescita dell’area euro (+0,8%).
Nel 1° trimestre 2025 la produzione industriale dell’area Lucca-Pistoia-Prato è stata in flessione rispetto allo stesso trimestre del 2024: -1,3%, a fronte del dato nazionale del -4%; positivo il confronto (+1,4%) con il 4° trimestre 2024, mentre il dato italiano è un più modesto +0,3%. Dal punto di vista settoriale, il dato più significativo è costituito dalla moda che, pur rimanendo in una situazione di criticità, mostra in alcuni segmenti una relativa vivacità rispetto sia al recente passato che al dato nazionale.
Il 2024 si era chiuso per l’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord con -2,2% di volume di produzione e +3,4% di valore di export: dato, quest’ultimo, amplificato da fattori inflattivi e monetari.
“Quando a gennaio elencavamo i fattori di incertezza e di destabilizzazione che incombevano sull’anno appena iniziato menzionavamo anche le politiche daziarie che si prospettavano negli Stati Uniti, accanto alle tensioni belliche e geopolitiche in generale, al ristagno dei consumi e ai costi energetici – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. E’ quanto si è verificato; l’unico dato che per l’Italia è di per sé positivo, anche se segnale di ristagno economico, è la riduzione del prezzo del petrolio; non così per il gas, che ha avuto un andamento altalenante ma che comunque in questi primi mesi del 2025 è rimasto su livelli superiori a quelli del 2024. E’ una buona notizia la pur flebile ripresa, o quantomeno – a seconda dei comparti – lo stop alla caduta, del settore moda, così diffuso soprattutto a Prato e a Pistoia da condizionare pesantemente il bilancio finale del nostro territorio complessivo. Contiene la frenata anche la meccanica, sulla quale a livello nazionale incide pesantemente quel settore autoveicoli che nella dimensione locale ha una rilevanza modesta. Nettamente positivi chimica-plastica-farmaceutica, alimentare e cartario, a differenza della lavorazione dei non metalliferi e del mobile. Un inizio d’anno in definitiva complicato ma tutto sommato incoraggiante, anche se in un contesto internazionale ancora pieno di incognite che non favoriscono la fiducia.” (più avanti ulteriori commenti di Daniele Matteini sui dati di Pistoia)
Prato
“La caduta generalizzata del settore moda, che si registra ormai da anni, è ben lontana da potersi dire superata – conclude Fabia Romagnoli, vicepresidente, oltre che presidente designata, dell’associazione -. Ma vogliamo leggere come un segnale di relativa speranza il -1,1% del tessile del distretto pratese nel 1° trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato certo negativo (per quanto lontano dal -7,1% registrato a livello italiano), che rappresenta comunque una frenata nella pesante serie degli ultimi trimestri, approdata al -8% dei volumi di produzione con cui si è chiuso il 2024 per il settore. L’andamento negativo del tessile aveva contribuito in misura determinante al -7,4% di volumi di produzione complessivi del manifatturiero pratese del 2024; diversa la chiusura dell’anno per l’export, il cui valore, sempre per il complesso dei prodotti pratesi, è stato addirittura lievemente positivo (+0,6%). Un risultato, quello dell’export, dovuto certamente all’inflazione che ha fatto lievitare i prezzi: ma è ipotizzabile che vi sia anche una crescita di valore delle merci esportate. Ma tornando al 1° trimestre 2025, continua invece la forte contrazione dell’abbigliamento-maglieria (-11,2%) e della meccanica, costituita per lo più dal meccanotessile (-15,4%). Il risultato finale e complessivo del trimestre è -3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le interviste effettuate alle imprese pratesi ad aprile per avere il quadro della produzione del trimestre precedente hanno rilevato aspettative moderatamente positive: la fiducia insomma rimane. Fiducia nelle risorse e nelle capacità di resilienza di un sistema, quello distrettuale pratese, che sta pagando duramente la crisi del settore moda ma che, come dimostra il confronto con il dato italiano, si sta battendo efficacemente per limitare le perdite.”