Moda, Tessile, Abbigliamento

L’imprenditoria femminile nella moda come scelta di politica industriale

ottobre 31 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

“L’imprenditoria femminile nella moda non è un tema di genere, è una scelta di politica industriale”: Doriana Marini tra le relatrici alla presentazione della V edizione dell’Osservatorio “Donne e Moda” alla Camera dei Deputati

La Presidente nazionale di CNA Federmoda, Doriana Marini, è intervenuta martedì 28 ottobre scorso come relatrice alla presentazione della V edizione dell’Osservatorio “Donne e Moda – Le carriere femminili nella Moda e nel Lusso”, promosso da Il Foglio della Moda in partnership con PwC Italia e con il contributo di CNA Federmoda, Confindustria Moda, Confindustria Accessori Moda e Camera Nazionale della Moda Italiana.

L’incontro, svoltosi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, è stato moderato da Fabiana Giacomotti, storica del costume e curatrice de Il Foglio della Moda, e introdotto dall’On. Fabio Pietrella, membro della X Commissione Attività produttive, commercio e turismo. Si è da principio ribadito come il confronto si sia reso necessario per comprendere quali strumenti politici possano migliorare il sistema e le filiere della moda, conoscendone le criticità e valorizzando le best practice già esistenti. Si è inoltre evidenziato che «la moda è uno dei pochi settori in cui il merito femminile viene riconosciuto, pur in una persistente prevalenza di ruoli impiegatizi rispetto a quelli dirigenziali».

A presentare i risultati della ricerca è stata Sara Zanellini di PwC Italia, che ha illustrato i principali trend emersi dal Barometro 2025. Il rapporto evidenzia come la presenza femminile nel sistema moda continui a crescere, sia in termini quantitativi che qualitativi:

•             nelle piccole e medie imprese, e nelle imprese artigiane associate a CNA Federmoda, l’85% delle aziende impiega più del 50% di donne e quasi tre CEO su quattro sono donne, a conferma della forte presenza femminile nel tessuto produttivo artigiano italiano;

•             nei grandi brand, le donne rappresentano il 30,6% dei componenti degli organi societari, in aumento di 2,5 punti percentuali rispetto alla prima edizione dell’Osservatorio;

•             nel tessile e abbigliamento, la manodopera femminile costituisce il 59,3% del totale, a fronte di una media del 28,9% nell’industria manifatturiera nazionale;

•             tuttavia, permane una concentrazione delle donne in ruoli operativi e amministrativi, con una presenza più limitata ai vertici;

•             il 58% delle aziende dichiara di avere lavoratrici con contratto part-time, nel 75% dei casi per conciliare esigenze di vita e lavoro;

•             il 53% delle imprese non dispone ancora di strumenti di welfare a sostegno della genitorialità, e solo il 3% ha inserito obiettivi di diversity & inclusion nei propri piani strategici a lungo termine.

Doriana Marini, nel suo intervento, ha sottolineato il valore delle imprese femminili e la necessità di un approccio politico e industriale che tuteli le filiere produttive: «Dietro i grandi marchi c’è un tessuto produttivo fatto di aziende che danno lavoro e tengono in vita i distretti. Ogni volta che un’impresa chiude, si perde un pezzo di competenza e di identità del made in Italy». Marini ha rimarcato l’importanza di costruire patti di filiera fondati sulla sostenibilità economica, più che su logiche puramente formali: «Non è la regola lavorare nell’illegalità: servono strumenti condivisi e verifiche sostanziali, non certificazioni per principio. Solo un equilibrio equo dei margini tra brand e fornitori può garantire un sistema sano e competitivo».

Ha infine concluso affermando che «l’imprenditoria femminile nella moda non è un tema di genere, ma una scelta di politica industriale», richiamando la necessità di politiche di sostegno alla genitorialità e di valorizzazione del capitale umano femminile come leve strategiche per il futuro del comparto.

 


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