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Appello a favore del “Made in” da Assocalzaturifici

aprile 1 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

Dopo anni di battaglia potrebbe concretizzarsi un primo passo decisivo sulla tracciabilità dei prodotti commercializzati all’interno del mercato dell’Unione Europea. Il prossimo 15-16 aprile il Parlamento Europeo, riunito in seduta plenaria per l’ultima volta in questa legislatura, deve votare il Regolamento comunitario sulla sicurezza dei prodotti destinati ai consumatori dell’UE, pronunciandosi in particolare sull’articolo 7, che prevede di rendere obbligatoria l’indicazione di origine dei prodotti, indicando quindi chiaramente dove sono stati fabbricati.
La scarpina inviata da Assocalzaturifici a tutti gli europarlamentari
In Europa, attualmente, l’etichettatura d’origine non è obbligatoria, come non lo è in Italia, mentre lo è nei principali mercati concorrenti all’Unione Europea, dagli Stati Uniti alla Cina. “I maggiori Paesi applicano già da tempo sul loro territorio una norma che stabilisce la denominazione di origine per i manufatti provenienti dall’estero, mentre l’Unione Europea non offre la stessa garanzia ai consumatori. Oggi purtroppo c’è una concorrenza spaventosa con gli altri mercati, ma Germania e Paesi del Nord Europa continuano ad opporsi a questo regolamento”, spiega Cristiana Muscardini, vice presidente della Commissione INTA (Commercio Internazionale) del Parlamento Europeo, e attiva promotrice del ‘Made in’.
Neanche in Italia tutti sono favorevoli al ‘Made in’, come sottolinea l’imprenditore biellese Luciano Barbera: “L’Italia non vuole il vero ‘Made in Italy’ e così si accontenta del meno peggio. Se si vuole salvare il nostro Paese bisogna dare al consumatore mondiale la certezza che un capo Made in Italy sia stato effettivamente realizzato in Italia e non solo assemblato qui”.
Una precedente proposta di regolamento sul ‘Made in’ era già stata votata nel 2010 dal Parlamento Europeo, ma fu poi bocciata dal Consiglio Europeo. Con il regolamento sulla sicurezza dei prodotti, il tema è stato reintrodotto dal commissario europeo per l’industria Antonio Tajani attraverso l’articolo 7, che introduce “l’obbligo di etichettatura d’origine, secondo i criteri fissati dal Codice doganale comunitario, in capo ai produttori e agli importatori, per tutti i prodotti destinati ai consumatori circolanti nel mercato comunitario”.
Dopo il voto del Parlamento Europeo, il Regolamento deve ottenere il via libero dal Consiglio Europeo. “Se non ci sarà un forte impegno da parte del governo italiano all’interno del Consiglio non riusciremo a dare speranza agli imprenditori italiani, come quelli francesi, che hanno rischiato scegliendo di non delocalizzare per continuare a produrre nel proprio Paese”, avverte Cristiana Muscardini.
“Speriamo che questa battaglia prevalga sugli interessi dei partiti, considerando che i deputati europei si apprestano a partire in campagna elettorale. Una mancata legislazione su questo tema a livello europeo provocherebbe danni enormi alle imprese manifatturiere, non solo italiane”, commenta Diego Rossetti, vice presidente Assocalzaturifici.
Per promuovere il voto Assocalzaturifici, che porta avanti da anni assieme a Confindustria e altri settori manifatturieri italiani la crociata del ‘Made in’, invierà a tutti i 766 europarlamentari, una scarpina da bambino accompagnata dal seguente messaggio: “Sei preoccupato per il tuo futuro? Difendi la manifattura europea: vota per il Made In-art. 7”.


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