I dati dell’export a livello territoriale appena resi disponibili dall’Istat consentono di tracciare un primo bilancio del 2014. Secondo le elaborazioni dell’ufficio studi dell’Unione, Prato mette a segno una crescita delle esportazioni manifatturiere pari al +7,4% rispetto al 2013.
Il tessile
L’export di prodotti tessili cresce nel 2014 del +4,9% rispetto al 2013.
Nella composizione del risultato finale è rilevante il ritorno in positivo delle vendite all’estero di tessuti ortogonali, che rappresentano il 30,5% dell’export della provincia e chiudono l’anno a +3,9% rispetto al 2013.
I tessuti speciali e tecnici ripetono la performance dell’anno scorso aumentando nel 2014 del +6,6%, così come i filati per maglieria che chiudono a quota +6,0%.
Abbigliamento e maglieria
Il comparto dell’abbigliamento e accessori in tessuto continua ad aumentare anche nel 2014 (+10,9%), così come la vendita di capi e accessori in maglia (+16,7%).
Gli altri settori manifatturieri
La meccanica in complesso (incluso il meccanotessile) dopo quattro anni consecutivi di crescita rallenta la sua corsa e chiude con una variazione del +2,9% rispetto al 2013.
L’export della chimica aumenta del +9,3%; chiudono con un +3% le vendite di mobili, nel cui settore merceologico sono inclusi i materassi, variazioni positive anche per le vendite all’estero del settoregomma e plastica (+11,1% sul 2013), mentre i prodotti alimentari aumentano del +13,9%.
I mercati
Rilevante la spinta dei mercati europei nelle dinamiche del 2014: Germania +9,3%, Spagna +16,7%, Regno Unito +19,9% Portogallo +17,2%.
Negli andamenti degli altri mercati si riscontrano gli effetti delle variazioni dei cambi e delle tensioni geopolitiche: molto significativo l’aumento dell’export negli Stati Uniti, +28,3%, negativi invece Russia (-16,3%), Turchia (-9,5%), e Giappone (-11,1%).
Il Presidente dell’Unione Andrea Cavicchi commenta: “I dati elaborati dall’ufficio studi confermano il valore che i mercati internazionali riconoscono al distretto pratese. Gli imprenditori sono stati in questi anni bravissimi a resistere e adesso che la stretta esterna si sta allentando chi ha investito in macchinari è nelle condizioni di ripartire.
Grazie al cambio euro dollaro i nostri prodotti hanno
riguadagnato quella competitività che è sempre stata un punto di forza del distretto. Le preoccupazioni che rimangono sono quelle legate alla competitività interna, al costo dell’energia, ai prezzi delle materie prime e alla instabilità politica di alcuni scenari internazionali”
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