Moda, Tessile, Abbigliamento

Costi di energia e gas, dal Decreto bollette nessun beneficio all’industria tessile pratese

marzo 24 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Il cosiddetto Decreto-legge bollette varato dal Governo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 febbraio non porta nessun beneficio all’industria tessile pratese, che di fatto non potrà attingere al miliardo e 200 milioni di euro destinati al sostegno alle imprese per l’incremento dei prezzi di gas metano ed energia elettrica (600 milioni per la transizione energetica, altrettanti per agevolazioni fra cui la più rilevante è l’azzeramento per 6 mesi di una parte degli oneri di sistema, gli ASOS, per le aziende collegate alla bassa tensione con potenza superiore a 16,5 kW).

Il nodo del problema costi è infatti attualmente rappresentato per le aziende della filiera tessile pratese dall’incremento dei prezzi della pura materia prima energia elettrica e gas di questi mesi: ma nel decreto non c’è niente che vada a incidere su questa emergenza. Nel caso del gas nessun effetto neppure sui costi diversi da quelli della materia prima caricati in bolletta; per l’energia elettrica, l’azzeramento degli oneri di sistema ASOS, piuttosto consistenti per le aziende non elettrivore (quelle che, sebbene forti consumatrici di energia elettrica come molte imprese pratesi, rimangono al di sotto del consumo medio annuale di 1 Gigawattora), si applica solo alle utenze non domestiche in bassa tensione, quando le imprese industriali pratesi sono invece allacciate alla media tensione.

Il problema dei costi energetici rimane quindi del tutto irrisolto per le imprese della filiera tessile: per tutte in relazione all’energia elettrica, mentre per tintorie e rifinizioni, forti consumatrici di gas metano, anche riguardo a quest’ultimo.

“Pur nelle oscillazioni dei prezzi di questi giorni, siamo di nuovo alle prese con costi di energia e gas così elevati da mettere in grave difficoltà le imprese della filiera tessile e in particolare alcune fasi cruciali per la tenuta dell’intero sistema – spiega Filippo Giagnoni, coordinatore del gruppo Nobilitazione e lavorazioni tessili della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. La grande volatilità dei prezzi rende opportune contrattualizzazioni a medio-lungo termine, particolarmente complesse in un quadro come l’attuale. Rispetto al 2019, anno definibile come ‘normale’ rispetto agli scostamenti verso il basso e verso l’alto dei periodi del covid e del post-covid, nei primi due mesi del 2025 il prezzo medio della materia prima gas ha sfiorato +200%, dell’energia elettrica +140%. Se poi guardiamo al confronto con la media del 2024, l’ordine di grandezza è rispettivamente +30% e +20%. Con un calcolo necessariamente molto approssimativo, si può stimare che solo per la materia prima nel 2025 la bolletta complessiva del distretto tessile aumenterà di oltre 38 milioni di euro. Elevata l’incidenza dei costi energetici sui costi complessivi dei bilanci delle imprese di tintoria e nobilitazione: negli ultimi bilanci disponibili, quelli del 2023, pesavano per il 17%, tre punti in più rispetto al 2019. Sono percentuali molto elevate: per dare un termine di confronto, in media le imprese toscane sono al 3,4% (dati Irpet). I disagi sono forti e non possono non riflettersi anche sulla filiera a valle. Eppure quando nelle istituzioni si parla di costi energetici il settore tessile-moda è il grande dimenticato.”

“I problemi generati dall’aumento dei costi energetici colpiscono l’intera filiera – aggiunge Francesco Marini, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord -. Queste nuove impennate si collocano oltretutto in un momento complesso e delicato, segnato da tante criticità che si sono abbattute sul settore moda a livello non solo nazionale ma globale. E’ in atto una fase in cui il settore sta assumendo fisionomie e posizionamenti diversi: nel frattempo, scontiamo contrazioni significative di produzione ed export, che per l’anno scorso sono stimabili entrambe intorno al -8%. Difficile in questo quadro, con il fattore prezzo che troppo spesso è decisivo per le scelte dei nostri clienti, assorbire nella filiera tessile incrementi di costi consistenti. Il tessile pratese, in tutte le sue componenti, è da sempre, e rimane tuttora, costantemente impegnato a qualificarsi sul piano della sostenibilità, dello stile, del servizio: strategie che siamo fiduciosi possano essere vincenti in prospettiva. Ma intanto siamo presi in questa vera e propria tenaglia: da un lato il mercato stagnante, dall’altro gli alti costi di produzione. Per energia elettrica e gas sono necessarie misure immediate, con effetti a loro volta immediati che consentano di superare questa fase di impasse, e parallelamente interventi strutturali. A noi il Decreto bollette non sta dando e non darà nulla: occorrono altri provvedimenti. Per il gas il credito di imposta funzionò bene in occasione del picco del 2022: andrebbe riproposto, al di là dei vincoli della manovra attuale, anche in prospettiva, quando si creino situazioni così critiche. Per l’energia elettrica, l’azzeramento della componente ASOS per un semestre potrebbe essere esteso anche alle imprese allacciate alla rete di distribuzione in media tensione. Sarebbe utile anche una modifica dei criteri per classificare le imprese come elettrivore: se queste fossero definite come tali sulla base non dell’entità totale dei propri consumi annui ma dell’incidenza dei costi dell’energia elettrica sui costi complessivi, come sarebbe più equo, potremmo rientrarci anche noi e godere dei trattamenti già previsti per le elettrivore. Più a lungo termine, è del tutto condivisibile l’impostazione data da Confindustria che, nella sua audizione parlamentare di pochi giorni fa, ha proposto varie misure strutturali. Fra queste, il cosiddetto disaccoppiamento, cioè lo sganciamento dei costi dell’energia elettrica dal prezzo del gas: sarebbe così possibile ottenere che gas metano, energia elettrica da fonti rinnovabili ed energia elettrica prodotta da centrali a gas abbiano ciascuna un proprio mercato indipendente, sottratto almeno in parte a fenomeni speculativi. Da incentivare altresì un ricorso sempre maggiore ai contratti a lungo termine per la fornitura di energia da fonti rinnovabili (PPA), anche come strumento di spinta della transizione energetica.”

Le imprese pratesi formano il più importante distretto tessile italiano ed europeo. Considerando il solo codice Ateco 13 (industrie tessili), ed escludendo quindi l’abbigliamento, Prato pesa sul settore nazionale per il 19% di imprese tessili e per il 17% degli addetti del settore, generando il 14% delle esportazioni tessili in valori: per tutti e tre questi parametri è il primo distretto tessile italiano. Stesso primato nazionale di settore, con una quota del 16%, anche nei consumi di energia elettrica.

Nella foto: Filippo Giagnoni

 


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