Moda, Tessile, Abbigliamento

Grossi (CTN) “2019 anno complicato, l’economia sia considerata una priorità”

dicembre 9 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

“Questo 2019 che sta per finire è un anno complicato. I timori che manifestavamo a dicembre 2018 hanno trovato le prime preoccupanti conferme. I numerosi segni meno che riscontriamo nelle variazioni della produzione dei settori presenti nel nostro territorio non sono un’eccezione nel manifatturiero italiano, ma questo certamente non ci consola. Il fatto che l’andamento locale sia leggermente migliore rispetto al dato nazionale dice che ci stiamo battendo bene ma, appunto, che di battaglia si tratta, in un quadro internazionale incerto e stagnante e dovendo fare i conti con fattori di contesto nazionali e locali che ci lasciano insoddisfatti”: così il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi ha commentato il quadro congiunturale dell’area Lucca-Pistoia-Prato.

L’occasione per fare il punto dell’andamento del manifatturiero nel territorio coperto da Confindustria Toscana Nord è stata data dalle conferenze stampa di fine anno tenutesi oggi nelle tre città capoluogo e a Pietrasanta.

Dalle rilevazioni congiunturali del Centro studi di Confindustria Toscana Nord emergono risultati diversi per le tre province: il dato della variazione della produzione complessiva Lucca-Pistoia-Prato segna per i primi 9 mesi dell’anno 2019 -0,6% (dato nazionale: -1,1%) rispetto al buon +3,9% dello stesso periodo del 2018 (anno che poi aveva avuto un rallentamento nel 4° trimestre chiudendosi con +2,7%), risultante dal -0,1% di Lucca, +1,1% di Pistoia e -2,5% di Prato. Prestazioni diverse, quindi, correlate alla maggiore o minore presenza nelle tre province di settori caratterizzati a loro volta da risultati differenziati, che vanno dal +10,5% del ferrotranviario al -4,4% del mobile, con un folto gruppo di settori (macchine, lapideo, tessile, abbigliamento) che perdono ciascuno intorno a due punti e mezzo e altri con variazioni più contenute. Questi i risultati per provincia:

Lucca

Le prestazioni migliori del territorio lucchese nei primi 9 mesi del 2019 sono quelle del settore alimentare, che include l’olio d’oliva e che rispetto allo stesso periodo del 2018 ha segnato +4%; a seguire, con +2,6%, la nautica, che dopo la profonda crisi del 2009 è risalita costantemente fino a confermare nel 2019 la leadership mondiale nel comparto dei superyacht (nel Global Order Book 2019 i primi tre cantieri sono italiani, di cui due di Viareggio, e rappresentando da soli oltre il 20% degli ordini globali). Crescono in misura inferiore all’1% la moda (+0,7%), la carta-cartotecnica (+0,4%) e la chimica-plastica (+0,1%). Il segno negativo più consistente investe la meccanica, che include anche la meccanica per la carta e che col suo -3,6% rientra in una diffusa tendenza alla contrazione del settore macchine a uso industriale; effetto, questo, della stagnazione dell’economia internazionale che colpisce un settore proveniente da anni di buoni risultati favoriti anche dalle misure Impresa 4.0. Negativi anche il lapideo (-2,9%) e la metallurgia (-0,9%). In edilizia prosegue il calo di imprese, confermando una tendenza ormai consolidata dal 2008 (-40%), mentre il numero di operai e di ore lavorate crescono lievemente rispetto allo scorso anno.

Pistoia

E’ la metalmeccanica, settore che incorpora anche il ferrotranviario, a riportare il risultato migliore della produzione pistoiese nei primi 9 mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018: il +5,1% continua una serie positiva che dà il senso di una grande vitalità del settore trainante del manifatturiero del territorio. Buone anche le prestazioni della carta, che segna +3,4%. Il segno negativo più consistente (-4,9%) spetta ancora una volta al settore del mobile, che viene da anni di prestazioni negative. A seguire l’abbigliamento-maglieria e la chimica-plastica-materiali da costruzione, entrambi con -2,1%, e il cuoio-calzature, con -1%. Appena sotto la stabilità il tessile (-0,6%) e l’alimentare. La crescita della produzione industriale a Pistoia si accinge a superare per il secondo anno consecutivo sia la media dell’area che la media italiana. In una prospettiva di medio periodo, i risultati degli ultimi due anni rappresentano una ripresa consistente e sono quindi da valutare in modo positivo; in particolare, dopo una forte rallentamento nel primo trimestre si è assistito ad una ripresa, cosa che non è avvenuta, per esempio, in Italia. Anche l’edilizia mostra piccoli segnali di recupero, segnalata da una crescita limitata delle imprese iscritte alla Cassa edile, da una più consistente degli operai e da un incremento ancora più consistente delle ore lavorate. Tuttavia, il livello assoluto resta sensibilmente inferiore a quello precedente alla crisi.

Prato

L’andamento della produzione dell’industria di Prato nei primi 9 mesi del 2019 porta, rispetto allo stesso periodo del 2018, un segno uniformemente negativo. Non sorprendente il -2,8% della meccanica, che ha la sua principale componente nel meccanotessile: i motivi sono quelli menzionati per la produzione di macchine nel territorio lucchese, cioè il forte rallentamento dell’economia mondiale che colpisce l’export e il confronto con anni che hanno visto una forte crescita del settore anche grazie al rinnovamento del parco macchine delle aziende clienti, incentivate dalle misure Impresa 4.0. Di più difficile leggibilità il -3,1% dell’abbigliamento, settore che ha conosciuto una crescita consistente ancora nel 2018 quando segnava +7,4%. Infine, ma in primo piano per la rilevanza del settore, il tessile con -2,4%, una contrazione che sconta le difficoltà della fase a valle e che appare distribuita sia nella filiera dei tessuti che dei filati, con significativi riflessi sulle lavorazioni conto terzi. Quanto all’edilizia, i primi 9 mesi del 2019 segnano una sostanziale conferma dell’andamento registrato nel 2018: pressoché stabile il numero di aziende e addetti, le ore lavorate registrano un lieve incremento. Notizie quindi relativamente positive per un settore che dal 2008 a Prato si è ridotto a meno della metà, passando da 699 a 321 aziende e da 2452 a 1096 addetti.

“Le imprese si stanno tutte fortemente impegnando per potenziare la propria competitività, scontrandosi tuttavia con difficoltà dovute anche a una politica fortemente riluttante, nella sua generalità, ad anteporre le logiche dell’economia agli interessi elettorali - osserva ancora Grossi -. Da qui alcuni dei mali cronici che ci affliggono. La nostra assemblea dello scorso maggio ha avuto come unico tema la necessità di infrastrutture: da allora ben poco si è mosso e anzi la legge cosiddetta Sblocca-cantieri, all’epoca allo stato di decreto, si è rivelata una delusione sia per l’edilizia, che sta cercando con fatica di risalire la china dopo anni durissimi, sia per l’intero sistema. Una parola nobile come ‘costruire’ è diventata un tabù, in omaggio a pregiudizi pseudo-ambientalisti che non ci si preoccupa di ricondurre a valutazioni corrette e razionali ma che è molto più facile assecondare e avallare. Anche il modo di gestire un tema cruciale come quello della sostenibilità presenta problemi analoghi. In teoria la sostenibilità dovrebbe mettere tutti d’accordo, visto che le imprese hanno sempre dimostrato sensibilità al tema, che rappresenta anche una leva competitiva importante. Però è evidente che anche su questo piano siamo fuori strada quando, per esempio, il problema della dispersione della plastica nell’ambiente è visto nella fabbricazione della plastica stessa e non nei comportamenti incoscienti di chi la abbandona senza farsi scrupoli. Risultato, una tassa che penalizza le aziende senza risolvere niente. Ugualmente, i problemi ambientali legati alla gestione degli scarti di lavorazione non si risolvono rimandando norme end of waste assolutamente necessarie; e tantomeno si gestiscono al meglio i rifiuti in quasi totale assenza, in Toscana, di impianti di termovalorizzazione. Se questi ultimi ci fossero, allevierebbero un po’ anche gli oneri altissimi rappresentati da quella autentica palla al piede dell’industria italiana che sono i costi energetici, che riusciamo solo parzialmente a contenere attraverso le attività consortili. Fra le poche note positive che provengono dalla politica nazionale l’attenzione per l’innovazione: le agevolazioni rimarranno anche per il 2020 e il nostro auspicio è che possano essere resi strutturali e fornire un quadro certo per le decisioni di investimento. In ogni caso il mantenimento di queste misure per il 2020 è una buona notizia, segno di una visione illuminata dell’economia che piacerebbe riscontrare anche in altri ambiti.”

Nelle conferenze stampa sono state ricordate le molte attività svolte da Confindustria Toscana Nord nel 2019. Oltre all’impegno sul fronte delle infrastrutture, dei temi urbanistici e di gestione del territorio, da menzionare il forte impegno sul tema dei rifiuti, che vede l’associazione ancora coinvolta nei lunghi e tormentati lavori dei tavoli aperti dalla Regione Toscana. Confindustria Toscana Nord sta anche istituendo una Commissione apposita sui temi della sostenibilità, che l’associazione ritiene strategici. Sono stati ricordati i servizi per l’innovazione, condotti nell’ambito del Digital Innovation Hub di Confindustria Toscana, con attività informative e formative ma anche con l’organizzazione di incontri fra aziende e centri di ricerca e consulenze, arrivando complessivamente a coinvolgere 270 imprese. E’ proseguita anche l’attività del Centro studi: l’alto livello di professionalità dell’ufficio ha valso a Confindustria Toscana Nord il compito di ospitare anche nel 2019 il convegno annuale del Centro studi di Confindustria, le cui tre edizioni si sono svolte tutte a Pistoia. Molto consistenti i numeri delle attività formative, che hanno visto 670 aziende coinvolte (996 se si considera anche l’apprendistato) e 9281 partecipazioni, oltre che un’intensa attività di collaborazione con enti pubblici e privati per l’ampliamento dell’offerta di formazione professionale in funzione delle necessità delle aziende, con particolare riferimento ai settori tessile-abbigliamento, calzature, carta, meccanica, informatica; su questi stessi settori vi è stato anche un forte impegno per l’orientamento scolastico. Parte delle attività formative sono state incentrate anche sull’aggiornamento in tema di sicurezza, che come di consueto ha impegnato l’associazione anche nella consulenza e assistenza alle imprese. Forte anche la tradizionale attività nelle relazioni industriali, con il coinvolgimento di Confindustria Toscana Nord, oltre che nell’attività sindacale per le imprese, nei tavoli per i contratti nazionali dei settori maggiormente presenti sul territorio; nel 2019 è stato chiuso il contratto dei lapidei, mentre l’associazione è ancora impegnata sui settori carta e calzature. E’ proseguita infine la consueta attività di consulenza e assistenza alle imprese su creditonormative in ambito commerciale (con un focus sul tema Brexit), internazionalizzazione (anche attraverso i consorzi collegati all’associazione) e fisco. A questo proposito il presidente Grossi ha commentato:

“Nelle conferenze stampa della fine del 2018 presentammo i risultati di un nostro sondaggio sulle imprese socie riguardo al carico fiscale che si prospettava nel 2019: la maggioranza di queste riteneva che, fra sgravi da un lato e incrementi dall’altro, si andasse verso un’accentuazione del carico. E’ troppo presto per capire se avevano ragione ma intanto sono arrivati i risultati per il 2018 del rapporto ‘Paying Taxes 2020’ realizzato dalla Banca Mondiale e da Pwc. Fra carico, pari al 59,1% dei profitti commerciali, e oneri burocratici l’Italia si piazza al 128esimo posto sui 190 paesi esaminati, in peggioramento rispetto al 2017 quando era 116ma. La nostra associazione è fortemente impegnata nella promozione del rispetto della legalità: le tasse vanno pagate ed è giusto che sia sanzionato chi non lo fa, mantenendo un opportuno equilibrio fra profilo amministrativo e penale, che non può e non deve essere presunto a priori. In ogni caso il carico fiscale sulle imprese non può essere oneroso come quello italiano, perché così si finisce col danneggiare chi produce ricchezza a vantaggio dell’intero paese.”

Nelle conferenze stampa è stato anche fatto il punto sull’attività associativa di Confindustria Toscana Nord, sintetizzata nei numeri degli eventi realizzati: 114 fra Consigli di presidenza e generali, riunioni delle sezioni e dei gruppi merceologici, del Gruppo giovani e dell’imprenditoria femminile, cui si aggiungono 116 fra seminari, incontri e convegni.

 


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