Moda, Tessile, Abbigliamento

I dati del mercato del lavoro e della formazione della Provincia di Prato

novembre 28 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

E’ stato presentato oggi a una platea di addetti ai lavori il rapporto dell’”Osservatorio del mercato del lavoro e della formazione della Provincia di Prato”, promosso da Comune di Prato e Co.Ge.F.I.S. (il Comitato di Gestione dei Fondi per gli Interventi Sociali, ente paritetico pratese costituito da Confindustria Toscana Nord e CGIL, CISL e UIL) e da questi affidato al PIN-Polo Universitario Città di Prato.

Andamento economico, imprese e addetti

Il rapporto, aggiornato al secondo trimestre 2022, prende le mosse dalla fotografia dell’andamento economico provinciale, assumendo come riferimento l’export. Le esportazioni di macchine ad impiego speciale (essenzialmente meccanotessili) e di abbigliamento relative al secondo trimestre di quest’anno hanno registrato rispetto allo stesso periodo del 2021 una crescita pari a, rispettivamente, il 30,50% e il 28,75%. Sempre rilevante ma più contenuta la crescita dei prodotti di maglieria (+19,90%) e dei filati di fibre tessili (+16,41%). Le esportazioni di tessuti si assestano su livelli inferiori a quelli registrati nel secondo trimestre 2019 (-7,17%). Al 30 settembre 2022 nella provincia di Prato risultavano attive 29.206 imprese, in crescita per quasi tutti i settori nel confronto con la fine dell’anno precedente, con le eccezioni del tessile e del commercio al dettaglio (rispettivamente -1,54% e -0,98% ). Alla stessa data, il numero complessivo degli addetti risultava cresciuto di oltre 4.000 unità (+3,94%) rispetto alla fine del 2021, con un segno positivo che riguarda tutti i settori senza eccezioni: +2,48% il tessile, +5,96% l’abbigliamento, +8,06% la meccanica, +8,49% le costruzioni, +1,94% il commercio all’ingrosso, +2% il commercio al dettaglio, +11,36% l’alloggio, +7,52% la ristorazione.

Avviamenti e cessazioni

La situazione fortemente dinamica a livello di addetti trova conferma anche nell’andamento sia degli avviamenti che delle cessazioni. In particolare, nel 2022 gli avviamenti sono stati il 22% in più rispetto al primo semestre dell’anno precedente, a fronte però anche di un maggiore incremento delle cessazioni (+36%). Le dinamiche fra avviamenti e cessazioni hanno così determinato saldi negativi che, rapportati ai movimenti complessivi (assunzioni più cessazioni), collocano il dato a quota -2,5%. Il segno meno è più spiccato per le donne (-4,5%) rispetto agli uomini (-0,5%); seguendo il parametro età, i saldi sono positivi solo per gli under 29, mentre per tutte le altre fasce d’età i valori dell’indicatore risultano negativi, diminuendo in maniera inversamente proporzionale all’anzianità.

Gli avviamenti a tempo determinato costituiscono la maggioranza (50,6% del totale). Vi sono poi – a lunga distanza – quelli a tempo indeterminato (34,5% del totale, nel primo trimestre del 2022 erano il 36,2%); a seguire tutti gli altri. Da segnalare che i contratti di apprendistato hanno avuto nel 2022 un aumento, a testimonianza dell’interesse verso una tipologia contrattuale che si presenta come uno strumento di riproduzione delle conoscenze. In contrazione invece i contratti di lavoro atipici.

La maggioranza delle cessazioni, oltre il 49%, avviene per termine naturale del contratto. Le cessazioni avvenute per cause riconducibili alle motivazioni economiche ammontano, invece, ad appena il 4,8% dei casi. Si tratta di una percentuale fisiologica che indica l’inesistenza di particolari problemi occupazionali nel territorio provinciale. Interessante la percentuale associata alla causale “Dimissioni” (30,3%): si tratta di una percentuale molto elevata che può essere giustificata dal fatto che il mercato del lavoro pratese mostra effettive alternative occupazionali per chi offre lavoro. Nella maggioranza dei casi, infatti, chi si dimette non passa allo stato di inattivo, ma – più semplicemente – cambia lavoro.

I macro-settori in cui i saldi risultano negativi sono il commercio ed i servizi. Tali macro-settori, in cui i contratti hanno una minore durata e una peggiore qualità, risultano responsabili del valore negativo dei saldi totali. Positivi, invece, i saldi dell’agricoltura e dell’edilizia (probabilmente grazie all’effetto degli incentivi governativi a supporto delle ristrutturazioni e dell’efficientamento energetico). Infine, le attività manifatturiere crescono moltissimo (i saldi sono pari a +1.602 unità).

Proroghe dei contratti a termine

Le proroghe dei contratti a termine sono state nel primo semestre del 2022 ben il 25,9% in più rispetto a quelle del 2021, ma la loro durata è diminuita (da 181 giornate del primo trimestre 2022 si passa a 105 nel secondo). I dati mostrano quindi che a seguito della conclusione del periodo pandemico vi è stato un incremento delle proroghe rispetto al passato, segno di una evidente crescita economico-produttiva che finisce per influenzare anche le dinamiche del mercato del lavoro, ma allo stesso tempo, la diminuzione della durata media dei rapporti di lavoro a termine è un chiaro segnale del clima di incertezza che pesa sulle aziende.

Cassa integrazione

Il numero delle ore autorizzate di cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria e in deroga nei primi otto mesi del 2022 è stato inferiore a quello del medesimo periodo dell’anno precedente di oltre il 93%. Fino ad agosto 2022 i problemi legati al caro energia non sembrano aver avuto contraccolpi a livello occupazionale.

Prospettive

Sulla base alle informazioni offerte dal sistema Excelsior, nel periodo novembre 2022 – gennaio 2023 le entrate previste nelle imprese pratesi saranno 6.490. Di queste, 2.520 attengono alle industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature, 550 ai servizi alla persona, 310 al commercio, 180 ai servizi di alloggio, ristorazione e turismo, 140 alle costruzioni, le restanti ad altri settori. L’area di lavoro largamente prevalente è quella della produzione di beni e servizi. Andando ad esaminare la tipologia di contratto applicato ai nuovi accessi, il 44% riguarda il tempo indeterminato, il 39% il tempo determinato, il 7% il lavoro in somministrazione, il 5% l’apprendistato, mentre il restante si distribuisce fra altri contratti dipendenti, non dipendenti e co.co.co. Per quanto concerne invece il titolo di studio, il 57% delle entrate previste non ne richiede nessuno in particolare, il 21% richiede il diploma di scuola media superiore, il 12% la qualifica e diploma professionale, il 9% la laurea.

I giovani e le scelte scolastiche

Partendo dall’anno scolastico 2013/2014, che consente di seguire l’iter dei giovani fino al diploma e alle scelte post diploma, emerge che nel passaggio dalle scuole medie inferiori alle superiori il 45,88% dei ragazzi pratesi opta per un liceo, arrivando al diploma nella misura del 70,47%; il 34,26% si iscrive invece a un istituto tecnico, arrivando al diploma nel 47,98% dei casi; la quota ridotta, limitata al 19,86%, dei ragazzi che frequentano un istituto professionale è anche quella che vede la più bassa percentuale di conseguimento del diploma (40,98%). Ancor più articolata la situazione nel post-diploma: il 75,16% dei diplomati liceali si immatricolano all’università e superano almeno il primo anno; i diplomati di un istituto tecnico risultano occupati per il 33,7%, sottoccupati per il 6,5%, studenti universitari lavoratori per il 21,1% e studenti universitari per il 30% (indefinita la quota restante); i diplomati usciti da un istituto professionale sono occupati per il 51%, sottoccupati per il 16,4%, studenti universitari lavoratori per il 9,9% e studenti universitari per il 10,3% (indefinita la quota restante).

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“Aver dato vita, in collaborazione col Comune di Prato, all’Osservatorio del mercato del lavoro e della formazione della nostra provincia è per Co.Ge.F.I.S. un risultato importante, uno sviluppo particolarmente interessante dell’attività dell’ente bilaterale – commenta Lorenzo Pancini che ne è il presidente: il Consiglio Direttivo di Co.Ge.F.I.S. è espresso per metà dalla parte industriale e per l’altra dai sindacati e prevede l’alternanza alla presidenza ogni anno -. Ricordo che Co.Ge.F.I.S.-Comitato di Gestione dei Fondi per Interventi Sociali è nato nel 1974 a seguito dell’accordo sindacale stipulato in quello stesso anno tra l’allora l’Unione Industriale Pratese, oggi Confindustria Toscana Nord, e i sindacati tessili, meccanici e chimici pratesi di CGIL, CISL e UIL. La finalità generale di Co.Ge.F.I.S. consiste in interventi sociali nell’area tessile pratese, individuando di volta in volta i campi e le modalità di intervento. Siamo convinti che oggi come non mai un monitoraggio continuativo e a vasto raggio di ciò che si muove nell’economia del territorio, nel mercato del lavoro e della formazione costituisca un presupposto fondamentale per avviare qualsiasi azione di politica industriale e di intervento in materia economica e sociale. La raccolta dei dati e, soprattutto, il successivo lavoro di interpretazione che ci attende nei prossimi mesi potranno essere una bussola utile per tutti a Prato.”

“Le analisi presentate oggi ci consentono di mettere a disposizione di tutti gli attori del nostro territorio dati molto importanti per conoscere la fase che stiamo attraversando – aggiunge Benedetta Squittieri, assessora allo Sviluppo economico del Comune di Prato -. La costituzione dell’Osservatorio del mercato del lavoro è uno degli obiettivi che ci siamo dati con la sottoscrizione del protocollo per la formazione e lo sviluppo delle competenze. Sappiamo bene che il collegamento fra i percorsi formativi e il mondo del lavoro deve essere sicuramente una priorità che va declinata nel nostro territorio in maniera molto forte, vista la forte vocazione manifatturiera del distretto.

“Il lavoro che come Co.Ge.F.I.S. e Comune di Prato abbiamo affidato al Pin è il chiaro segnale della volontà del territorio di avere sempre antenne ben sintonizzate su ciò che accade nell’economia locale e nel mercato del lavoro in particolare – conclude Fabia Romagnoli, vicepresidente del Co.Ge.F.I.S. oltre che di Confindustria Toscana Nord -. Del resto questo è l’unico modo per impostare strategie efficaci per il governo delle dinamiche del lavoro e della formazione. I dati che emergono mostrano una realtà in cui le opportunità di lavoro ci sono e questa è una notizia di grande valore, tutt’altro che scontata. Ma il nostro è anche un territorio composito ed eterogeneo, con dinamiche non sempre di facile leggibilità. Quello che abbiamo voluto condividere oggi è solo il primo passo, limitato essenzialmente ai dati in quanto tali, di un percorso che nel suo sviluppo si propone di darne interpretazioni ponderate e approfondite, in grado di orientare le scelte strategiche pubbliche e private. Il nostro è un territorio straordinariamente ricco di stimoli per chi voglia affrontare temi economici, sociali e del lavoro. L’attività che stiamo conducendo col Pin rappresenta un contributo importante, che si aggiunge ad altri ugualmente apprezzabili e che concorre con questi alla composizione del quadro complesso e articolato della nostra Prato.”


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