Moda, Tessile, Abbigliamento

L’INDUSTRIA ITALIANA DEL TESSILE-ABBIGLIAMENTO nel 2022

luglio 3 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Carpi, Economia, News, Prato

Il bilancio settoriale del 2022

Secondo il bilancio settoriale elaborato dal Centro Studi di Confindustria Moda per Sistema Moda Italia, l’industria italiana del Tessile-Abbigliamento ha chiuso il 2022 in area positiva, mettendo a segno un aumento del fatturato pari al +17,8% rispetto all’anno precedente. Il turnover settoriale nel 2022 si è portato a 62,5 miliardi di euro, guadagnando quasi 9,5 miliardi rispetto al consuntivo 2021. Il settore ha così superato i livelli pre-Covid, mettendo a segno una crescita del +11,7% rispetto al 2019.

Piu in dettaglio, si rileva come il risultato medio settoriale in termini di fatturato sintetizzi le dinamiche dei due macro-comparti di cui si compone la filiera: il “monte” archivia il 2022 con un incremento del +19,3%, mentre il valle cresce del +17,1%.

Relativamente al commercio con l’estero, sia i flussi in entrata che quelli in uscita si sono mantenuti in territorio positivo: l’export palesa una dinamica premiante, pari al +18,9%, portandosi a 38,5 miliardi di euro; allo stesso tempo l’import è cresciuto del +32,4%, passando a 28,7 miliardi di euro.

Per effetto degli andamenti di import ed export, nel 2022 il saldo commerciale del Tessile-Abbigliamento dagli oltre 10 miliardi del 2021, scende a 9,8 miliardi di euro.

Venendo a considerare il mercato interno, nel 2022 la variabile “consumo apparente” (che intercetta sia la domanda intermedia intra-filiera sia il consumo finale delle famiglie italiane) ha registrato una dinamica positiva, pari al +21,7%. Se si focalizza l’attenzione sul solo sell-out all’interno del mercato italiano, secondo le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca, la spesa corrente destinata dagli italiani al Tessile-Abbigliamento presenta un aumento pari al +8,2% nell’anno solare.

Al quadro complessivamente positivo fa eccezione l’andamento del numero di aziende attive, che nel 2022 presentano una flessione del -3,7%; al contrario, dopo le significative contrazioni dei livelli occupazionali negli anni scorsi, per la prima volta il 2022 ha registrato un’inversione di tendenza nel caso degli addetti al settore, che hanno messo a segno una crescita del +0,5%.

Il Tessile-Abbigliamento nel primo trimestre 2023

Ai buoni risultati archiviati nel 2022, fa seguito un primo trimestre 2023 che evidenzia una prosecuzione del trend positivo, come rilevano sia i dati di interscambio sia le prime indicazioni rilasciate dal Centro Studi di Confindustria Moda.

Nel primo quarter 2023 il fatturato settoriale è stimato con una crescita media pari al +12,9% rispetto allo stesso periodo 2022; anche la raccolta ordini per le aziende del Tessile-Abbigliamento presenta un aumento medio del +7,1%, prefigurando il proseguimento dell’evoluzione favorevole del settore anche nella seconda frazione dell’anno, pur in presenza di un rallentamento, per certi versi “fisiologico”, rispetto ai trimestri precedenti.

Con riferimento alle performance sui mercati esteri, sulla base degli ultimi dati ISTAT recentemente diffusi, il gennaio-marzo 2023 vede, infatti, un export settoriale in aumento del +12,0% per un totale di poco più di 10 miliardi di euro, e allo stesso tempo, un import che presenta una crescita più contenuta, pari al +2,0%, per un totale di circa 7 miliardi di euro.

Focalizzando dapprima l’analisi sulle esportazioni, con riferimento agli sbocchi commerciali si sottolinea come il mercato comunitario e quello extra-UE si siano mantenuti favorevoli per il settore, crescendo rispettivamente del +12,6% e del +11,3% nel periodo monitorato. Il mercato UE copre il 51,0% dell’export totale di settore, risultando il maggior “acquirente”, mentre l’extra-UE assorbe il 49,0% delle vendite.

Nel periodo in esame la prima destinazione del Tessile-Abbigliamento è la Francia, che mette a segno un aumento del +18,2%, assicurandosi l’11,5% delle vendite totali; al secondo posto, con una crescita del +11,6%, troviamo la Germania, seguita dagli Stati Uniti, che registrano una variazione positiva del +14,9%, per un totale di 707 milioni di euro (7,1% sul totale).

La Svizzera, in quarta posizione, presenta una flessione del -0,5%; anche la Cina, al sesto posto, presenta un calo del -1,7%, al contrario Hong Kong chiude il trimestre in aumento de +5,3%. Tutte le restanti principali destinazioni presentano delle dinamiche positive, sebbene con ritmi differenti.

Relativamente alle importazioni, dalla UE proviene il 49,7% del Tessile-Abbigliamento in ingresso nel nostro Paese, di conseguenza l’extra-UE garantisce il 50,3%: mentre la prima macro-area chiude il gennaio-marzo 2023 con una crescita del +21,4%, la seconda segna una flessione del -11,9%.

In tale periodo la Cina, nonostante una contrazione del -30,9%, si mantiene in prima posizione con un’incidenza del 14,4% sul totale importato. A seguire troviamo Germania, Spagna e Francia, ciascuna con una quota dell’8,1%: presentano tutte un aumento (rispettivamente del +10,9%, del +30,8% e del +17,5%). Crescono, anche, quasi tutti gli altri principali fornitori, ad eccezione della Turchia (-25,4%), dell’India (-3,5%) e del Vietnam (-5,8%).

Previsioni secondo trimestre 2023 e sentiment intero anno

Sulla base dei risultati dell’Indagine Rapida Congiunturale relativa al “Tessile, Moda e Accessorio” rappresentato da Confindustria Moda, realizzata nei mesi di aprile-maggio 2023, ponderando le risposte ricevute dalle imprese del Tessile-Abbigliamento si prevede un secondo trimestre ancora favorevole. L’incremento medio dei ricavi è atteso nell’ordine del +5,9%, il trend si mantiene dunque positivo, ma sperimenta una decisa attenuazione rispetto ai trimestri precedenti: d’altro canto, il raffronto con i mesi del 2022 di forte recupero rende meno facile il raggiungimento di risultati eclatanti. Visto l’andamento del gennaio-marzo e le suddette indicazioni sul secondo trimestre, il primo semestre del 2023 è atteso chiudersi, per il Tessile-Abbigliamento, con una dinamica dei ricavi attorno al +9,4%.

Anche le previsioni circa l’andamento degli ordinativi del Tessile-Abbigliamento nel secondo trimestre 2023 suggeriscono un rallentamento ulteriore nei ritmi di crescita nella seconda parte dell’anno: la maggioranza assoluta dei rispondenti (50%) si attende stabilità, a fronte di un 32% che indica una diminuzione negli ordini e un restante 18% che prevede un aumento.

Relativamente all’occupazione, il 68% del campione del Tessile-Abbigliamento stima che il proprio organico resterà “invariato” rispetto a quello in forza a fine 2022. Solo il 7% prospetta un “calo” del numero dei dipendenti, mentre il 25% indica un aumento. Si ricorda che tali percentuali rispondo a una domanda di tipo puramente qualitativo ed esprimono unicamente una previsione di massima circa le dinamiche interne aziendali nel breve periodo. L’assenza di particolari criticità sul fronte occupazionale trova conferma nei dati ufficiali INPS relativi alle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nei primi 3 mesi dell’anno per le aziende del Tessile-Abbigliamento, che registrano flessioni significative, rispetto alle ore concesse nel gennaio-marzo 2022, pur rimanendo su livelli elevati rispetto al pre-pandemia.

Le attese degli imprenditori del Tessile-Abbigliamento sull’intero anno 2023 – ovviamente da considerare con estrema prudenza, alla luce dei pochi mesi sinora trascorsi – si prestano a una duplice lettura. Se, da un lato, le risposte raccolte mostrano la presenza di pareri decisamente discordanti tra loro – richiesto di un confronto rispetto al 2022 il panel si divide tra chi ritiene che l’anno in corso sarà «migliore» del precedente per la propria azienda (36%), «uguale» (27%) e «peggiore» (37%) – dall’altro lato va considerato come una buona fetta di rispondenti (63%) ritenga di poter proseguire i trend di recupero (e/o crescita) che hanno caratterizzato il 2022 o, quantomeno, di riuscire a confermare i livelli di fatturato già raggiunti.

Al di là delle prime indicazioni relative al 2023, le aziende italiane del Tessile-Abbigliamento si trovano oggi ad operare in un contesto generale tutt’altro che facile, reso ancor più complesso dell’andamento crescente dei costi (sia delle materie prime e, non di meno, degli input energetici, che ovviamente incidono pesantemente sulle attività produttive che impegnano gli impianti industriali) nonché dalle tensioni geopolitiche. L’affievolimento della domanda dopo il rimbalzo post pandemico si scontra, quindi, con l’impennata dei costi ma anche con l’inflazione, che porta le aziende ad affrontare un’ennesima sfida. La flessibilità che notoriamente contraddistingue le imprese del Tessile-Abbigliamento italiane, la loro capacità/velocità di farsi trovare pronte ai repentini mutamenti del mercato, ma soprattutto l’unicità, in termini di eccellenza, delle loro produzioni, nonché la tensione innovativa che sanno mettere in campo, costituiranno un fattore critico di successo in grado di garantire un 2023 complessivamente di crescita.

 


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