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LA FILATURA ITALIANA NEL 2022-2023 – Nota a cura di Confindustria Moda – Centro Studi per S.M.I.

gennaio 24 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Economia, News

Il bilancio preconsuntivo del 2022

Per la filatura italiana (in questa accezione comprensiva della produzione di filati lanieri, cotonieri e linieri) il 2022 si è mantenuto in territorio decisamente positivo, proseguendo così il trend registrato nel corso dell’anno precedente.

Secondo le elaborazioni preliminari effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda per SMI, basate sia su variabili macro sia su Indagini Campionarie interne, il fatturato settoriale è stimato in aumento mediamente del +27,8% su base annua. Il turnover settoriale salirebbe, dunque, a 3,32 miliardi di euro.

L’evoluzione favorevole del 2022 ha interessato, peraltro, tutti i comparti di cui si compone l’industria della filatura italiana: sia la filatura laniera (comparto preponderante con una quota di oltre l’81% sul fatturato settoriale totale) sia la cotoniera e liniera. Tutte hanno sperimentato una crescita su toni vivaci.

La dinamica favorevole del mercato dei filati emerge anche dall’analisi del trend dell’indice dei prezzi alla produzione rilevato da ISTAT (misura delle variazioni mensili dei prezzi al primo stadio di commercializzazione dei beni prodotti dalla manifattura italiana): nel caso delle filature (ATECO CB13.1) tale indice registra un vivace aumento del +17,0% da gennaio a novembre 2022. In tal senso, il settore sembra aver contenuto le conseguenze dei rincari che hanno continuato ad interessare le quotazioni della materia prima nel corso dell’anno. Dopo le flessioni del 2019 e soprattutto del 2020, si ricorda che dal 2021 i prezzi internazionali delle principali fibre hanno sperimentato dei forti incrementi. Su base annua, ad esempio, in valuta europea l’indice Awex Eastern della lana ha segnato un aumento del +5,7% nel 2022; l’indice ‘A’ del cotone è cresciuto, invece, del +44,6% nel 2022 (sempre in euro); allo stesso tempo, le fibre chimiche (paniere SMI con diverse tipologie di poliestere, nylon e acrilico) si sono incrementate del +14,7%.

Il valore della produzione (variabile questa che si propone di stimare il valore della sola attività produttiva svolta in Italia al netto della commercializzazione dei filati importati) è atteso in aumento del +28,2%.

Guardando oltreconfine, per la filatura italiana si stima un recupero annuo delle esportazioni nella misura del +22,5%, mentre le importazioni dovrebbero crescere del +48,5%. Tali dinamiche porterebbero il fatturato estero settoriale a quota 1.025 milioni di euro, mentre contestualmente l’import dovrebbe salire a quasi 1.200 milioni. L’incidenza dell’export sul fatturato totale si ridimensionerebbe quindi al 30,9%.

La dinamica prevista per i flussi commerciali in entrata e in uscita dall’Italia determinerebbe un aggravamento del deficit commerciale di comparto, che si avvicinerebbe a -173 milioni di euro.

Il mercato interno, intercettato dalla variabile consumo apparente, risulterebbe ulteriormente rafforzato: ci si attende una crescita del +41,7%.

Da ultimo, nonostante il trend complessivamente favorevole, se si considera il versante occupazionale, sulla base dell’elaborazione dei dati forniti dalle aziende rispondenti all’Indagine Campionaria elaborata da Confindustria Moda su un panel di associati a SMI, le filature laniere presentano una contrazione degli addetti nel primo trimestre del 2022 monitorato, mentre nei due successivi si assiste a un timido segnale di crescita.

Il commercio con l’estero nei primi nove mesi del 2022

Se si focalizza l’analisi sui primi nove mesi del 2022, sulla base dei dati ISTAT disponibili, si ottiene uno spaccato di maggior dettaglio relativamente all’interscambio con l’estero per le merceologie in esame. In tale periodo, la filatura, nel suo complesso, si mantiene in territorio positivo registrando in termini di export un consistente aumento nella misura del +23,2%. Anche l’import cresce, evidenziando una variazione ancora più vivace, pari al +56,0%. Nel periodo in esame, il valore dei filati esportati raggiunge i 770,3 milioni di euro, mentre quello dei filati importati passa a 875,9.

Il saldo commerciale della filatura si abbatte, dunque, a -105,6 milioni: contrariamente a quanto avvenuto nel 2021, la somma dei surplus registrati per i filati cardati, pettinati e per aguglieria non riesce a compensare il deficit delle altre merceologie; si consideri che nell’analogo periodo dell’anno precedente vi era un attivo di 63,5 milioni di euro.

Tutte le tipologie di filato qui considerate presentano dinamiche favorevoli delle vendite estere. Più in dettaglio, in ambito laniero le esportazioni di filati sia cardati sia pettinati presentano un incremento rispettivamente del +24,1% e del +24,8%, mentre i filati misti chimico-lana fanno registrare una variazione pari al +17,6%; rallentano al +0,6%, invece, le vendite estere di filati per aguglieria. L’export di filati di cotone sperimenta una crescita pari al +31,2%, mentre quello di lino pari al +33,3%.

Parallelamente, da gennaio a settembre 2022, le importazioni di filati dall’estero rimangono interessate da un’evoluzione positiva, con la sola eccezione dei filati per aguglieria, che flettono del -0,8%. Considerando la filatura laniera, l’import di filato cardato mette a segno una variazione tendenziale del +18,5%, il misto chimico/lana del +19,6%, mentre i filati pettinati una crescita del +41,0%. Le importazioni di filati di cotone e lino sperimentano delle dinamiche molto vivaci, pari rispettivamente al +75,6% e al +93,9%.

Le esportazioni della filatura dei primi nove mesi del 2022 risultano superiori del +21,1%, anche a confronto con le vendite oltreconfine del corrispondente periodo del 2019, anno precedente la crisi sanitaria. Sgranando maggiormente l’analisi, tutte le tipologie di filato hanno superato i valori delle esportazioni pre-pandemici, con variazioni che si estendono dal +11% circa dei filati di lana (sia cardati che pettinati) al +44% dei filati di cotone.

La congiuntura favorevole che ha caratterizzato la filatura italiana nel 2022 emerge anche dall’analisi degli andamenti sperimentati dai principali mercati di destinazione delle vendite di ciascuna tipologia di filato.

Da gennaio a settembre 2022, le principali destinazioni dell’export di filato cardato evidenziano tutte delle crescite, ad esclusione della Cina. Entrando nel dettaglio, Hong Kong si conferma il primo cliente dei filati cardati, mostrando una crescita del +16,2% su base annua, assorbendo il 16,0% dei flussi totali di comparto. Il Regno Unito, sempre secondo, presenta un aumento del +42,1% e passa a uno share del 14,6%. In terza posizione, a fronte di una vivace variazione del +54,9%, sale la Turchia, assicurandosi un’incidenza dell’8,1%. Seguono Romania e Corea del Sud, rispettivamente in crescita del +4,9% e del +24,4%. Con una flessione del -20,1%, troviamo la Cina che, dal terzo posto nei primi nove mesi del 2021, scivola al sesto. Dinamiche favorevoli caratterizzano le vendite dirette in Portogallo (+35,9%), Croazia (+28,8%), Bulgaria (+34,0%) e Tunisia (+134,6%).

Nel periodo in esame, il principale cliente di filato pettinato è la Romania, che registra una crescita del +40,9%, concorrendo all’11,1% dell’export totale di questa merceologia. Hong Kong scende in seconda posizione e, al contrario del cardato, sperimenta una contrazione pari al -7,7%, assicurandosi l’8,6% delle esportazioni. Gli altri principali Paesi partner a seguire in graduatoria evidenziano tutti crescite delle vendite dall’Italia particolarmente vivaci: la Francia registra un +37,7%, la Turchia un +37,9%, il Portogallo un +35,2%, la Germania un +14,7%. Infine, le vendite di filato pettinato in Cina e Regno Unito aumentano rispettivamente del +10,1% e del +48,5%, e quelle in Bulgaria e Repubblica Ceca crescono ciascuna del +87,7% e del +47,0%.

Nei primi nove mesi del 2022, il fatturato estero dei filati misti chimico/lana assiste ad un incremento verso Austria (+2,9%) e Turchia (+27,2%), primo e secondo mercato di sbocco di questa tipologia di filato, in grado di assorbire complessivamente il 22,0% dell’export. Cresce anche la Spagna, che archivia una dinamica vivace del +68,6%, mentre flette la Francia (-11,9%). Seguono poi, tutti in crescita: Romania (+36,3%), Croazia (+1,1%) Bulgaria (+35,7%) e Portogallo (+43,1%). A questi aumenti si contrappone la perdita della Germania (-7,0%); di contro, risulta interessato da un trend positivo Hong Kong (+5,6%).

Per quanto concerne i filati di cotone, da gennaio a settembre 2022, i flussi diretti nei primi dieci mercati risultano tutti interessati da dinamiche favorevoli importanti rispetto ai livelli del medesimo periodo del 2021, Regno Unito escluso (che con un calo del -5,5% scivola in decima posizione). La Germania, sempre al primo posto con un’incidenza del 17,4% del totale dei filati di cotone esportati dall’Italia, cresce del +45,3%. Seguono Repubblica Ceca e Francia, in aumento rispettivamente del +51,0% e del +36,6%. Anche l’export in Portogallo si incrementa del +9,3%; in Austria del +92,0%. Spagna, Tunisia e Ungheria – tutte con uno share del 5,0% sul totale – crescono: la prima del +27,5%, la seconda del +47,1% e la terza del +27,1%. Mostra un’evoluzione soddisfacente anche la Turchia, che mette a segno un +73,3%.

Quasi tutti i principali mercati hanno raggiunto o superato i livelli pre-Covid. Poche le eccezioni: Hong Kong presenta un gap sia per il filato misto chimico/lana (-50,6%) sia per il filato pettinato (-24,0%); l’export di filato pettinato mostra un calo, oltre che per Hong Kong, anche per il Regno Unito (-54,1%), mentre quello dei filati cardati flette per Cina (-25,1%), Croazia (-41,8%) e Bulgaria (-15,6%).

Passando ora ad illustrare i dati di importazione per mercato di approvvigionamento, sempre da gennaio a settembre 2022, relativamente ai filati cardati, Lituania e Cina, primo e secondo supplier, mostrano un incremento, rispettivamente del +27,4% e del +42,1%. Il Regno Unito archivia, invece, una variazione negativa del -16,3%; segue la Polonia, in crescita del +24,1%. Questi quattro mercati coprono il 96,2% dell’import totale di comparto.

I primi sei “fornitori” di filato pettinato, in grado di assicurare l’85,7% del totale importato di questa tipologia, nel periodo in esame sperimentano dinamiche molto vivaci, ad eccezione della Polonia, in flessione del -35,1%. L’import dalla Romania sale del +79,7%, mentre quello dalla Bulgaria del +46,4%. Crescite a tre cifre si registrano per Repubblica Ceca (+106,7%), Cina (+210,2%) e Thailandia (+178,6%).

Anche relativamente ai filati misti chimico/lana, i primi cinque supplier (che assicurano l’80,9% del totale) presentano trend positivi. La Turchia, primo paese, registra la crescita più contenuta (+0,2%); seguono Romania (+30,6%), Bulgaria (+34,9%), Portogallo (+71,0%) e Polonia (+41,2%).

Infine, le importazioni dei filati di cotone sono assicurate per l’83,2% dai primi cinque fornitori, i quali archiviano tutti i primi nove mesi del 2022 assistendo a crescite consistenti. La Turchia, primo fornitore con uno share del 31,8%, mette a segno un aumento del +24,3%; l’India, seconda, vede un incremento del +235,1%. La Cina, terzo supplier, chiude i nove mesi con una dinamica del +86,2%, l’Egitto con un +60,2% e il Pakistan con un +134,7%.

Firenze, 25 gennaio 2023

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Pubblicazione a cura di Confindustria Moda

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