La meccanica a Lucca, Pistoia e Prato: il punto sul settore nel contesto nazionale
novembre 28 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, PratoAnche le Confindustrie di Lucca, Pistoia e Prato hanno accolto l’invito di Federmeccanica a diffondere dati e informazioni sul settore meccanico, con un’iniziativa che ha coinvolto oggi, in contemporanea in tutta Italia, la federazione stessa e 60 associazioni territoriali del sistema confindustriale.
Il quadro nazionale tracciato da Federmeccanica evidenzia per il trimestre luglio-settembre una diminuzione della produzione pari a -1,5% rispetto al trimestre precedente e di -1,9% rispetto allo stesso periodo del 2013. Positive invece, ma limitatamente, le esportazioni, che nel periodo gennaio-agosto segnano +0,8%. L’export continua a rimanere un punto di forza del settore, sebbene anche su questo fronte vi sia un rallentamento, dovuto in parte alle subentrate difficoltà con il mercato russo. Positivi invece i mercati di Cina e Usa. La metalmeccanica italiana fattura 400 miliardi di euro (8%del Pil) e dà lavoro a 1,8 milioni di persone.
Nella dimensione locale, le Confindustrie di Lucca, Pistoia e Prato, incamminate sulla via della fusione nella futura Confindustria Toscana Nord, hanno organizzato oggi nella sede dell’Unione Industriale Pratese un incontro congiunto. Hanno partecipato Flavio Batti, in rappresentanza della sezione Metalmeccanica di Confindustria Lucca, Massimo Capecchi, presidente della sezione Meccanici di Confindustria Pistoia, e Francesca Fani, presidente della sezione Meccanici dell’Unione Industriale Pratese.
L’occasione è servita anche a fare il punto sulla situazione del settore nelle tre province. Il dato più rilevante riguarda la consistenza della meccanica nell’area della Toscana Nord: nel territorio Lucca-Pistoia-Prato ha sede l’1,5% delle unità produttive attive della meccanica italiana e il 27,2% di quelle toscane, in valore assoluto 2.021 stabilimenti in cui lavorano 16.160 addetti. Il valore della produzione ammonta a 3,896 miliardi di euro, il 44,9% dei quali (1,750 miliardi) destinato all’export (dati censimento 2011, i più recenti che traccino un quadro strutturale dettagliato ed analitico). Per la produzione si evidenzia uno stretto legame esistente fra parte dell’industria metalmeccanica delle tre province e altri settori del territorio. Ad esempio la metalmeccanica lucchese produttrice di macchine per realizzare carta e cartone è fortemente legata al distretto cartario, essendo altresì altamente vocata all’export e all’innovazione tecnologica; lo stesso vale per l’alimentare di Pistoia, supportato dalla meccanica per la produzione ed il confezionamento di pasta e articoli di pasticceria, e per il tessile di Prato accanto al quale si è formato (con reciproci passaggi di know how) un meccanotessile incentrato soprattutto su nobilitazione, filatura e tessile tecnico.
Il forte profilo manifatturiero delle tre aree è quindi legato ad una “propria” meccanica che a sua volta ne ha qualificato e fatta crescere la produzione e che comunque non è rimasta solo ancorata al territorio ma ha saputo assumere anch’essa dimensione internazionale.
Accanto a queste specializzazioni tuttavia ve ne sono altre più trasversali alle esigenze dei mercati business e consumer: metallurgia, produzione di valvole e attuatori per il settore oil & gas, nautica da diporto a Lucca; di nuovo metallurgia, mezzi di trasporto e apparecchiature elettriche a Pistoia; impiantistica per le energie alternative, componentistica per l’automazione industriale, sistemi di controllo per i combustibili e l’energia elettrica a Prato.
Quello della meccanica nell’area Lucca-Pistoia-Prato è quindi un quadro composito, in cui si riscontra una molteplicità di specializzazioni.
L’evoluzione del settore ha visto una buona tenuta nel decennio 2001-2011 (dati dei censimenti). La perdita in quel decennio cruciale di un solo punto percentuale sul numero di addetti (e poco di più,-1,1%, sul numero delle unità locali) dà la misura degli investimenti delle imprese per conservare e potenziare la propria competitività. Di tali investimenti si sono raccolti gli effetti negli ultimi anni: il 2013 ha visto rispetto al 2010 una crescita dei ricavi del 14,8% nella metalmeccanica di Pistoia, del 10,9% in quella di Lucca e del 9,5% in quella di Prato.*
Piena convergenza con le posizioni espresse da Federmeccanica all’insegna dell’unità del settore di fronte alle sfide che si trova ad affrontare. Lavoro, innovazione, internazionalizzazione, formazione sono fra i capitoli d’interesse dei tre territori.
Francesca Fani, presidente della sezione Meccanici dell’Unione Industriale Pratese, osserva che: “La meccanica dei nostri territori guarda con la massima attenzione all’innovazione tecnologica, organizzativa ed applicata al servizio al cliente, che è un nostro punto di forza. Innovazione significa anche e soprattutto centralità delle risorse umane e della loro formazione sia scolastica che continua. Da qui l’impegno delle nostre associazioni in questi ambiti sia dal punto di vista della rappresentanza che dell’erogazione dei servizi da parte delle nostre società e consorzi. Sull’innovazione, in particolare, l’iniziativa dell’Innovation Day partita da Prato quest’anno è stata fatta propria anche da Pistoia e Lucca; confidiamo di poterla replicare, dato l’interesse suscitato. A Prato meccanica significa soprattutto meccanotessile, un comparto che ha vissuto anni difficili ma che è oggi in recupero, tanto che il 1° semestre 2014 ha visto una crescita dell’export pari a +12,6% rispetto all’anno precedente.”
Flavio Batti, in rappresentanza della sezione Metalmeccanica di Assindustria Lucca, torna sul tema delle risorse umane: “Oggi più che mai la fiducia è il fattore fondamentale per sviluppare le relazioni fra le persone e avviare un nuovo percorso di crescita economica. In azienda questa sfida è avvertita quotidianamente, non solo nei rapporti con fornitori e clienti ma anche con il nostro personale. E’ arrivato il momento di adeguare il mercato del lavoro e le relazioni sindacali alle esigenze che derivano dalla globalizzazione dell’economia e dall’innovazione tecnologica. Ma anche il mondo del lavoro deve saper mettere al centro la persona. Il nostro settore condivide l’impegno a costruire un rapporto privilegiato con le proprie risorse umane e l’ambiente di riferimento e, al riguardo, nel 2013 dieci importanti aziende hanno promosso il progetto ‘LU.ME. – metalmeccanica lucchese per il territorio’, che sta portando avanti numerose iniziative congiunte in favore dei dipendenti, delle scuole e del tessuto sociale locale.”
Massimo Capecchi, presidente della sezione Meccanici di Confindustria Pistoia, si sofferma sull’internazionalizzazione e sui fattori che possono sostenerla: “La propensione all’export è una caratteristica della nostra meccanica: le imprese che si sono strutturate per esportare sono quelle che, alla prova dei fatti, meglio resistono alla crisi ed anzi talvolta, seppur piccole, hanno occupato interessanti settori di nicchia. Possiamo ancora migliorare, se il sistema paese ci saprà accompagnare, con ogni sinergia possibile per gestire al meglio i rapporti istituzionali con soggetti nazionali ed esteri (Ministero attività produttive, Ministero affari esteri, Banca d’Italia, Ice, Sace, Simest, associazioni bancarie estere e organismi multilaterali). Fondamentale il ruolo del sistema bancario ed assicurativo, da cui ci aspettiamo assistenza nella fase matura o iniziale di internazionalizzazione, anche tramite l’elaborazione ed il continuo monitoraggio di strumenti pubblici a sostegno delle imprese; sul piano delle relazioni con la singola impresa cliente ovviamente ci aspettiamo concrete azioni volte a favorire l’operatività delle banche e delle assicurazioni del credito nel comparto dell’export e degli investimenti delle imprese sui mercati esteri”.
*Società di capitali metalmeccaniche attive con bilancio presente in tutti e quattro i periodi con ricavi > 0. Questi e tutti gli altri dati locali sono elaborazioni degli uffici studi delle Confindustrie di Lucca, Pistoia e Prato su fonti: indagini proprie, Bureau Van Dijck, Istat.