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L’analisi congiunturale di Prato: buoni risultati ma preoccupazione per le nuove misure fiscali

dicembre 15 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Si sono tenute  a Lucca, Pietrasanta, Pistoia e Prato le conferenze stampa di fine anno di Confindustria Toscana Nord, occasioni ormai tradizionali per fare il punto sull’andamento produttivo dell’industria del territorio e sulle attività dell’associazione.

La novità di quest’anno è stata un’indagine effettuata su un campione di aziende socie sul tema del fisco, in particolare sulle modifiche sostanziali che si stanno profilando nella manovra 2019 rispetto ai benefici fiscali per gli investimenti in beni strumentali (superammortamento al 130%, che non sarà prorogato), in beni strumentali avanzati 4.0 (iperammortamento al 250%, che rimane ma verrà rimodulato) e nella ricerca (credito d’imposta ricerca, che rimane anch’esso ma depotenziato), oltre che per l’immissione di capitale proprio in azienda, attraverso conferimenti o mancate distribuzioni degli utili (ACE, aiuto alla crescita economica, che sarà abolita e in parte compensata da benefici della cosiddetta mini-Ires). Alle aziende è stato chiesto di valutare quanto queste agevolazioni hanno inciso sulle operazioni condotte negli anni 2017 e 2018 e le risposte sono state chiare, per quanto diversificate a seconda dei vari strumenti e delle dimensioni aziendali: le opportunità sono state colte in misura significativa, addirittura – nel caso del superammortamento in aziende oltre i 50 dipendenti – da più della metà del campione. La domanda finale del questionario chiedeva di valutare vantaggi e svantaggi della manovra 2019, qualora questa confermi da un lato l’abolizione dell’ACE e del superammortamento, dall’altro l’introduzione della mini-Ires: il 57% delle imprese ha dichiarato di vedere prospettarsi una penalizzazione. Una percentuale, questa, che scende al 49% nel caso di imprese oltre i 50 addetti e sale addirittura al 61% per le imprese fino a 50 addetti (dati completi in allegato).

“Questa indagine ha dato una risposta molto chiara: pur nelle incertezze che rimangono sulla manovra, si prospettano cambiamenti sfavorevoli agli investimenti delle imprese.” commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi “Apprezziamo alcuni aspetti fiscali della manovra in via di definizione: per esempio l’aumento della deducibilità dell’Imu sui beni strumentali, misura che come Confindustria avevamo chiesto e abbiamo ottenuto. Però abbiamo detto a più riprese che i benefici fiscali per gli investimenti in ricerca e innovazione, strategici per il futuro del nostro sistema produttivo, dovevano essere casomai rafforzati e non certo depotenziati; lo stesso vale anche la patrimonializzazione aziendale. Invece è proprio questo che si sta profilando, con un approccio miope che danneggia le imprese e rende più difficile la loro attività. L’Italia e chi la governa dovrebbero avere una maggior consapevolezza dell’importanza decisiva del manifatturiero per l’economia nazionale. La manifattura italiana ha compiuto e continua a compiere dei miracoli. Operiamo in un Paese con tanti, troppi problemi: dalle carenze infrastruttuali all’eccesso di burocrazia, dall’inadeguatezza del sistema formativo alle normative pletoriche e sconsiderate, dal malfunzionamento della giustizia alla cattiva gestione del mercato del lavoro. Nonostante questa situazione caotica le nostre imprese riescono a realizzare risultati interessanti. C’è da chiedersi come sarebbe questo Paese se potessimo lavorare in condizioni almeno un po’ migliori: quale contributo, ben più grande di quello già enorme che stiamo dando, potrebbero fornire all’Italia le imprese manifatturiere? Il talento e il coraggio di chi fa impresa non ha la resa che potrebbe avere né per le imprese stesse né per il nostro Paese. L’Italia sta sprecando quelle formidabili risorse che sono i suoi imprenditori e i suoi lavoratori. E invece non può permettersi di sprecare niente.”

Nelle conferenze stampa sono stati evidenziati molti temi di livello sia nazionale che locale. Fra gli altri, la preoccupazione per i conti pubblici e lo spread: l’accordo con l’Unione Europea per la riduzione del disavanzo va visto come una nota positiva, è stato detto, ma rimangono le perplessità su misure come il decreto dignità, il reddito di cittadinanza e le norme previdenziali che generano incertezza e potenziali problemi in relazione alle risorse umane delle imprese. Inoltre, la difficile situazione economico-finanziaria nazionale induce a temere effetti negativi di prospettiva su aspetti nodali come il credito, già alla prova della fine del Quantitative Easing, e sugli altri fattori di impatto sull’economia reale e sulla tenuta sociale. E’ stata inoltre espressa contrarietà per il sostanziale stop alla ventilata e necessaria riforma del codice dei contratti, tema di interesse diretto per l’edilizia e cruciale per l’intera economia. Sono stati menzionati anche i temi infrastrutturali, diversi per ogni territorio; note dolenti per tutti, comunque, gli ostacoli allo sviluppo dell’aeroporto di Firenze e le carenze impiantistiche per i rifiuti. Su quest’ultimo punto è stato rilevato che i tavoli con la Regione Toscana rimangono aperti e che si registra un positivo spirito di collaborazione da entrambe le parti; il problema rimane comunque a oggi irrisolto, con preoccupazione delle aziende che registrano difficoltà crescenti nello smaltimento. Negativa l’esclusione dal decreto semplificazioni delle norme per il riutilizzo degli scarti (end of waste).

Sono stati presentati anche i dati scaturiti dall’indagine del Centro studi di Confindustria Toscana Nord sulla produzione industriale nel 3° trimestre 2018 e le elaborazioni fatte sui dati Istat relativi all’export.

Il quadro complessivo che emerge è positivo: nel 3° trimestre l’attività produttiva ha accelerato, segnando, per il complesso delle tre province, +3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (il confronto fra i primi e i secondi trimestri precedenti segnava rispettivamente +1,6% e +3,7%, ), portando a +3,1% la progressione sui primi 9 mesi del 2018. Andando ad esaminare i dati provincia per provincia, si registra una sostanziale uniformità sul piano territoriale, anche se le prestazioni dei settori industriali sono piuttosto diversificate. Bene anche l’export, con +7,5% che porta a +4% i primi 9 mesi.

A Lucca, la carta-cartotecnica chiude i primi 9 mesi dell’anno in sostanziale pareggio (+0,4%) ma con un’impennata proprio nel 3° trimestre, che registra +4% per gli ordini interni e +1,8% per gli ordini dall’estero. Molto buone le prestazioni della nautica (+5,1% nel 3° trimestre, con previsioni ancora migliori per i mesi successivi), mentre la produzione di macchine, con + 3,9%, segna un rallentamento rispetto alle prestazioni molto buone del trimestre precedente (+10,6% sul corrispondente periodo del 2017).  I dati dell’export sono particolarmente positivi: +7,6% per i primi 9 mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017, con punte per le macchine (+28%), per la carta-cartotecnica (+13,4%) e per la metallurgia (+13%).

A Pistoia, ottimi risultati della metalmeccanica (+18,8% terzo trimestre, +13,7% primi 9 mesi, entrambi rispetto ai corrispondenti periodi del 2017) e in particolare della produzione di mezzi di trasporto. Il calzaturiero segna +3,6% frutto però di prestazioni molto diversificate fra le varie aziende e trainato dagli ordini dall’estero. Nell’alimentare si registra -3,4% nel 3° trimestre e -3,9% nei primi 9 mesi: una sostanziale tenuta degli ordini dall’estero non trova corrispettivo sul mercato interno, all’origine dei segni meno del risultato finale. L’export pistoiese è negativo per i primi 9 mesi del 2018: -1,1%, nonostante le buone prestazioni del tessile, abbigliamento-maglieria e calzature (rispettivamente +8,4%, +2,7% e +2,6%) e, di nuovo, della metalmeccanica (+2,4%).

Prato il tessile rappresenta un’eccezione positiva in un quadro nazionale che per il settore porta il segno meno: il 3° trimestre segna +3,7% sullo stesso periodo del 2017, con una media del 2018 che +2,1%.  Ancora bene la meccanica, incluso meccanotessile, con +7,1%: il settore ha avuto nel corso dell’anno un’accelerazione, partendo da +0,7 nel 1° trimestre e +3,8% nel 2° trimestre. Per l’export, nei primi 9 mesi del 2018 le prestazioni non eccelse dell’abbigliamento e maglieria (+0,4%) determinano un risultato complessivo modesto (+0,9%); la metalmeccanica segna +5,2% e il tessile +1,2% (ulteriori dati nelle schede allegate).

Nelle conferenze stampa è stato anche fatto il punto sull’attività associativa di Confindustria Toscana Nord, sintetizzata nei numeri degli eventi realizzati, 115 fra seminari, incontri e convegni; delle riunioni istituzionali e 99 fra Consigli di presidenza e generali, riunioni delle sezioni e dei gruppi merceologici, del Gruppo giovani e dell’imprenditoria femminile. Molto consistenti i numeri delle attività formative, che hanno visto 16.328 presenze e 876 aziende coinvolte.

 


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