Moda, Tessile, Abbigliamento

Le imprese e Greenpeace insieme per una moda attenta all’ambiente

settembre 26 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Il Consorzio Italiano Detox-CID  e Greepeace ancora una volta insieme per sensibilizzare il settore della moda per un futuro libero da sostanze tossiche. L’occasione è stata la conferenza stampa durante la settimana della moda di Milano.

La collaborazione tra queste due organizzazioni è nata nel 2016 con l’adesione da parte di un gruppo di aziende tessili guidate da Confindustria Toscana Nord alla campagna Detox lanciata da Greenpeace per l’eliminazione, entro il 2020, di sostanze tossiche dal ciclo di produzione tessile.

Da questa esperienza è nato il Consorzio Italiano Implementazione Detox-CID , prima organizzazione a livello mondiale ad aderire al progetto, che oggi annuncia l’impegno Detox di altre importanti realtà manifatturiere italiane: Candiani Denim, Toscofilati, Tessilfibre e LTA. Con questi ingressi il CID oggi conta 34 aziende manifatturiere sparse sul territorio nazionale. L’obiettivo è lavorare insieme secondo un modello di produzione tessile sostenibile ed innovativo, a livello nazionale ed internazionale, attraverso la promozione di strumenti di conoscenza ed innovazione tecnologica.

“Oggi è un’esigenza adeguare il sistema dell’industria moda affinché garantisca una tutela dell’uomo e dell’ambiente. Durante la settimana della moda appena conclusa è emersa chiaramente la necessità di andare in questa direzione. Grazie alla collaborazione con Greenpeace, siamo riusciti a dimostrare che una moda più pulita è possibile e che bisogna continuare a lavorare in maniera seria ed efficace in questa direzione”, dichiara Andrea Cavicchi Presidente del Consorzio Italiano Implementazione Detox.

Le aziende che aderiscono al CID, infatti, ricevono un supporto competente e pratico per orientare il proprio sistema produttivo verso la eco-sostenibilità e gli obiettivi del protocollo Detox. Il Consorzio si avvale di un Comitato tecnico scientifico che conta sulla presenza indipendente e non onerosa di Greenpeace che trova nel Consorzio un alleato in più per raggiungere l’ambizioso obiettivo di un’industria tessile “toxic-free” entro il 2020.

Moda ecologica: i risultati della campagna Detox di Greenpeace

L’associazione ambientalista, a sette anni dal lancio della campagna contro le sostanze inquinanti nei capi d’abbigliamento, rilascia i primi dati.

Una industria della moda a basso impatto ambientale, che non faccia uso di sostanze tossiche e inquinanti per la realizzazione dei propri capi d’abbigliamento, è già possibile. E’ quanto ritiene Greenpeace dopo sette anni di campagna Detox nata per spingere le aziende della moda a dire addio alle sostanze chimiche pericolose entro il 2020.

Nel nuovo rapporto di Greenpeace

https://www.greenpeace.org/international/press-release/17739/greenpeace-report-clothing-industry-shows-progress-in-cutting-hazardous-chemicals/

vengono evidenziati i progressi delle ottanta aziende, tra cui case dell’alta moda, dell’abbigliamento sportivo e numerose aziende tessili, che rappresentano il quindici per cento della produzione mondiale dell’abbigliamento in termini di fatturato.

Delle ottanta aziende impegnate in Detox circa sessanta sono italiane. Tra queste sono presenti sia gradi marchi (Valentino, Miroglio e Benetton) che numerose realtà tessili più piccole, la maggior parte proveniente dal distretto tessile di Prato.

Ad oggi sono 80 le aziende della moda che hanno aderito alla campagna, 60 delle quali sono italiane. Tra queste ci sono sia gradi marchi come Valentino, Miroglio e Benetton sia aziende tessili più piccole, come quelle del distretto tessile di Prato (che a sua volta, però, è il distretto tessile più grande d’Europa).

Queste 80 aziende rappresentano il 15% del fatturato dell’industria del fashion a livello globale. Manca ancora all’appello il restante 85%. Tuttavia, almeno nelle aziende aderenti a Detox, le cose sono migliorate: “Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi in avanti nell’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose che inquinano le acque del Pianeta e, questo importante cambio di direzione nell’industria dell’abbigliamento, è stato senza dubbio innescato dalla campagna Detox“, spiega Bunny McDiarmid, Direttrice Esecutiva di Greenpeace International.

“Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi in avanti nell’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose che inquinano le acque del Pianeta e, questo importante cambio di direzione nell’industria dell’abbigliamento, è stato senza dubbio innescato dalla campagna Detox”, dichiara Bunny McDiarmid, Direttrice Esecutiva di Greenpeace International. “Grazie alla campagna di Greenpeace le aziende hanno iniziato ad assumersi le proprie responsabilità sull’intero processo produttivo, non limitandosi a garantire la sicurezza del solo prodotto finito”.

Il primo impatto generato dalla campagna Detox sul settore tessile-moda è stato quello di individuare una lista prioritaria di sostanze chimiche da eliminare dai processi produttivi, sino ad oggi utilizzate per produrre i più comuni capi di abbigliamento. Tra gli importanti cambiamenti introdotti dalla campagna di Greenpeace nel settore c’è senza dubbio la trasparenza e la tracciabilità delle filiere. Oggi infatti le aziende impegnate in Detox pubblicano le emissioni di sostanze chimiche pericolose nell’ambiente sia dei propri fornitori che dei subfornitori. Tra gli altri traguardi raggiunti dalla campagna è doveroso citare la completa eliminazione dei PFC (composti poli- e per-fluorurati), utilizzati comunemente nei trattamenti idrorepellenti e antimacchia, da parte del settantadue per cento dei marchi impegnati in Detox.

“I progressi compiuti dalle aziende Detox mostrano che produrre senza sostanze chimiche pericolose è già possibile e alla portata del mercato. Cosa sta ancora aspettando il restante ottantacinque percento dell’industria tessile globale?” chiede Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. “Vista l’importanza del settore tessile nel nostro Paese ci auguriamo che i responsabili politici intervengano e trasformino Detox in uno standard nazionale che garantisca competitività ad uno dei settori industriali più strategici in Italia”, conclude Ungherese.

Uno dei risultati più significativi ottenuti nel nostro Paese è la sottoscrizione del primo impegno collettivo per eliminare le sostanze chimiche pericolose da parte di numerose aziende tessili del distretto di Prato, il più grande in Europa. Oggi in Italia, sotto la spinta di Confindustria Toscana Nord, è nato il Consorzio Italiano Detox, il cuore della rivoluzione tessile italiana, già diventato un punto di riferimento per tutte le aziende nazionali che vogliono intraprendere un percorso serio e credibile per una produzione priva di sostanze chimiche pericolose. Le aziende del Consorzio Italiano Detox hanno già eliminato gran parte di queste sostanze dimostrando che anche per realtà industriali, rappresentanti della piccola e media impresa, produrre in modo pulito è già possibile.

Tra gli obiettivi già raggiunti insieme a queste ottanta aziende c’è quello di una maggiore trasparenza: è stata individuata una lista di sostanze chimiche da eliminare dalla produzione e i brand della moda aderenti a Detox pubblicano le emissioni di queste sostanze pericolose sia dei propri fornitori che dei subfornitori.

E con il recentissimo report “Destination Zero: seven years of Detoxing the clothing industry” Greenpeace traccia un bilancio dei progressi effettuati dalle aziende impegnate nell’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dalle proprie filiere produttive entro il 2020.

Ad oggi sono ottanta le aziende impegnate per una moda libera da sostanze tossiche tra cui case dell’alta moda, dell’abbigliamento sportivo e numerose aziende tessili, che rappresentano il quindici per cento della produzione mondiale dell’abbigliamento in termini di fatturato. Di queste sessanta sono italiane, a conferma del grande impegno delle imprese del settore tessile-abbigliamento italiano. Sono presenti sia gradi marchi che numerose realtà tessili più piccole, la maggior parte proveniente dal distretto tessile di Prato e aderenti al Consorzio CID.

“Non possiamo che essere estremamente felici di vedere i progressi sia delle aziende italiane aderenti al CID, sia dei risultati della nostra campagna a livello globale. D’altro canto però, c’è un 85% del settore tessile che non sta facendo abbastanza per eliminare le sostanze chimiche pericolose. Questo è  inaccettabile.  Come la giornata di oggi dimostra il sistema Detox si può implementare e funziona. E’ ora però che anche i decisori politici si impegnino affinché Detox diventi uno standard produttivo a cui attenersi.” Dichiara Chiara Campione, Head of the Corporate and Consumer Unit, Greenpeace Italia.


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