Le strategie del nuovo presidente di Euratex
gennaio 13 | Pubblicato da Luigi Sorreca | NewsDal 1° gennaio, il francese Serge Piolat è subentrato ad Alberto Paccanelli alla testa della Confederazione Europea del Tessile e dell’Abbigliamento, Euratex. Co-proprietario del gruppo Schappe, specialista francese dei filati tecnici, il nuovo interlocutore di Bruxelles svela ora gli obiettivi del suo mandato.
«Alberto Paccanelli ha ottenuto dei risultati impressionanti, facendo sentire molto bene la voce dell’industria europea del tessile e dell’abbigliamento», sottolinea Serge Piolat. «Per continuare a rafforzare il nostro comparto, la mia intenzione è di concentrarmi su un piccolo numero di priorità: una vera politica industriale, un commercio libero e leale, un sostegno all’innovazione e alla Ricerca & Sviluppo, una produzione sostenibile».
Eletto per un mandato rinnovabile di due anni, il nuovo presidente punta su un incremento delle esportazioni per stimolare la crescita del comparto. Facilitare gli scambi con i paesi terzi e rendere globalmente uguali le condizioni di concorrenza saranno anch’essi provvedimenti al centro delle sue rivendicazioni. Il know-how e l’innovazione saranno inoltre messe in luce e sviluppate come prime attrattive del settore.
«Euratex proseguirà nei suoi sforzi affinché aumenti l’accesso delle piccole e medie imprese ai programmi europei di Ricerca-Sviluppo-Innovazione, come ‘Horizon 2020′ e ‘COSME’», indica l’organismo. «I prodotti tessili e della moda prodotti nell’UE rispondono a degli standard molto elevati, riguardanti il rispetto dell’ambiente, la sicurezza dei consumatori e il diritto al lavoro. Di conseguenza, Euratex accentuerà la sua comunicazione sull’eccellenza e la sostenibilità della produzione europea».
Ma un’altra grande sfida dell’attuale mandato saranno senza dubbio i negoziati per l’accordo di libero scambio transatlantico. «Gli americani vogliono una sezione separata che riguardi il tessile, contrariamente agli europei», spiegava in novembre Alberto Paccanelli a FashionMag.com, precisando che le trattative che si occupavano del settore tessile si erano bloccate sulle norme relative all’origine. «Se la regola europea prevalesse, l’accordo sarebbe un successo e fornirebbe un grande potenziale. Altrimenti, potrebbe non essere molto vantaggioso per il tessile europeo».