Macchine Tessili, il 2024 chiuso in calo. “Adesso puntare sempre di più sulla forza del Made in Italy”
luglio 7 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Como, News, PratoNell’annuale Assemblea Generale dei costruttori italiani di macchine tessili sono stati presentati i dati del settore relativi al 2024, che evidenziano una flessione dell’attività produttiva. Marco Salvadè, presidente di ACIMIT: “La profonda incertezza ha pesato sul bilancio conclusivo del settore nel 2024. Occorre ripartire dal Made in Italy e dai suoi punti di forza: la spinta innovativa e la propensione all’export innanzitutto”.
La valorizzazione del Made in Italy deve essere posta al centro delle sfide che attendono l’industria italiana delle macchine tessili nel prossimo futuro. Lo ha ribadito all’Assemblea di ACIMIT, l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinari per l’Industria Tessile, tenutasi venerdì 4 luglio negli spazi del Museo Ferrari a Maranello, il presidente Marco Salvadè, presentando i dati dell’industria meccanotessile italiana. Nel 2024 la produzione è apparsa in diminuzione dell’8% rispetto al 2023, per un valore di 2,1 miliardi di euro, e le esportazioni sono calate del 9% (1,8 miliardi euro).
Questi dati si inseriscono in un contesto internazionale altrettanto fragile, con trend simili osservati anche per Germania, Giappone e Svizzera, i principali concorrenti delle aziende italiane. Cina, Turchia, India e Stati Uniti restano le destinazioni privilegiate dei costruttori italiani di macchine tessili anche nel 2024, nonostante una domanda ancora in contrazione. Il 2025 si è aperto ancora nel segno dell’incertezza. “La politica protezionistica statunitense e la crescente instabilità geopolitica rischiano di rallentare ulteriormente gli investimenti globali nel tessile-abbigliamento, ha commentato Salvadè. In particolare, un’escalation della guerra commerciale risulterà ulteriormente dannosa per l’intera filiera”.
Per quanto riguarda il mercato italiano, nel primo trimestre del 2025 la domanda di macchinario si è confermata in contrazione, come testimonia la raccolta ordini dei costruttori italiani, diminuita del 57% rispetto al medesimo periodo 2024. “Non nascondiamo la delusione per quanto riguarda il piano Transizione 5.0, ha puntualizzato il presidente di ACIMIT. La sua efficacia resta limitata soprattutto a causa del complicato iter burocratico. Occorre rimettere la competitività della manifattura italiana al centro del dibattito politico, e occorre farlo utilizzando incentivi a cui accedere in modo semplice e che siano efficaci nella loro attuazione”.
La tutela del Made in Italy è ritenuta un’urgenza dall’Associazione italiana dei costruttori di macchine tessili. L’esperienza della forza lavoro, la creatività e la continua tensione innovativa sono le chiavi del nostro successo. “È fondamentale, perciò, ha ribadito Salvadè, difendere e rilanciare il Made in Italy autentico, quello che viene progettato e prodotto in Italia, senza compromessi, con la qualità e la creatività che il mondo ci riconosce”. Per questo ACIMIT sta facendo pressione sia a livello nazionale che europeo affinché siano intensificati i controlli sulla marcatura CE dei macchinari per il tessile importati in Italia e Unione Europea, con particolare attenzione ai prodotti provenienti da Paesi extra UE.
L’Assemblea ha, inoltre, celebrato gli 80 anni di ACIMIT. “Un traguardo che ci invita a guardare al passato con orgoglio e al futuro con rinnovata passione e responsabilità”, ha sottolineato il presidente di ACIMIT. Guerre commerciali e conflitti militari hanno riscritto gli equilibri internazionali, incidendo sulle strategie aziendali. L’industria meccanotessile italiana, per la sua vocazione all’export, è particolarmente esposta a queste dinamiche. E se da un lato continua a occupare una posizione di rilievo nel panorama mondiale, dall’altro deve interrogarsi su quanto la propria “ricetta”, basata su innovazione e internazionalizzazione, sia sempre valida.
Su questo tema si è sviluppata la tavola rotonda, durante la parte pubblica dell’Assemblea ACIMIT, affrontando tre temi centrali per il futuro del settore: internazionalizzazione, innovazione, sostenibilità. Sollecitati dal moderatore dell’evento Andrea Cabrini, direttore di Class CNBC, hanno portato la propria esperienza e le proprie riflessioni Maurizio Forte, direttore centrale per i settori dell’export di Agenzia ICE, Marco Taisch, professore presso il Politecnico di Milano e Presidente della Fondazione Made in Italy Circolare e Sostenibile, e Sergio Tamborini, amministratore delegato di Ratti Spa e past president di Confindustria Moda. L’incontro è stato introdotto dai saluti istituzionali del Ministro delle Imprese e del Made in Italy On. Adolfo Urso, e del Direttore Generale di Agenzia ICE Lorenzo Galanti. Le conclusioni sono state, invece, affidate al Vicepresidente di Confindustria per le Politiche Industriali e il Made in Italy, Marco Nocivelli.
I partecipanti al dibattito hanno convenuto sull’importanza di valorizzare il Made in Italy per dare vigore alla competitività delle imprese del settore. Il futuro del meccanotessile italiano non può prescindere da una continua spinta innovativa, in grado di offrire soluzioni sostenibili dal basso impatto ambientale e, al contempo, di ridurre i costi di produzione. Dal dibattito, inoltre, è risultata fondamentale la necessità di consolidare il presidio dei mercati esteri, sia quelli maturi che quelli emergenti, attraverso azioni capaci di rafforzare ulteriormente la leadership del macchinario Made in Italy.
**********************************
ACIMIT (Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinari per l’Industria Tessile) è nata nel 1945 con l’obiettivo prioritario di promuovere l’industria meccanotessile italiana supportandone l’attività in Italia e all’estero. L’associazione attualmente riunisce circa 180 aziende produttrici di macchine tessili, suddivise nelle diverse categorie di riferimento: filatura, tessitura, maglieria, nobilitazione e altre macchine. ACIMIT rappresenta un settore industriale che comprende circa 300 aziende, impiegando oltre 12.000 persone, e che produce macchinari per un valore complessivo di circa 2,1 miliardi di euro, di cui l’86% viene esportato. Creatività, tecnologia sostenibile, affidabilità e qualità sono le caratteristiche che hanno reso le macchine tessili italiane leader in tutto il mondo.