Moda, Tessile, Abbigliamento

Prato: segnali di ripresa per la produzione industriale nel 2° trimestre 2021

luglio 30 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Netti segnali di ripresa della produzione industriale a Lucca, Pistoia e Prato: è quanto emerge dalla rilevazione effettuata dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord sul 2° trimestre 2021. In linea generale, sono proprio i settori che l’anno scorso hanno più sofferto a presentare le migliori prestazioni nel confronto con il corrispondente periodo del 2020.

Tornano a respirare, anche se i livelli pre-crisi sono ancora lontani, i comparti della moda; ottime le prestazioni della chimica-plastica (che comunque anche nel 2020 in alcune tipologie produttive aveva avuto buone prestazioni) ma anche la meccanica, i mezzi di trasporto – inclusa la nautica – e il mobile segnano dei risultati soddisfacenti.

Risultati positivi ma più contenuti per il lapideo, mentre non emerge nessuna variazione per l’alimentare, settore che tuttavia non è stato significativamente toccato dalla crisi se non per alcune specifiche produzioni. L’unico segno negativo riguarda la carta-cartotecnica, settore che comunque in alcuni suoi comparti aveva avuto nel 2020 prestazioni addirittura superiori agli anni precedenti.

Nel complesso, la produzione manifatturiera del territorio Lucca-Pistoia-Prato segna nel 2° trimestre 2021 +12,6% rispetto allo stesso periodo del 2020 (maggiore del dato italiano, +9,4%); a livello provinciale quasi appaiate Pistoia e Prato con, rispettivamente, +18%+17,5%, mentre Lucca, meno colpita dalla crisi pandemica, ferma la sua crescita a +7,3%.

Il significato della crescita differenziata fra le tre province è ancora più chiaro se si guarda ai risultati del 1° trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020: se Lucca era già in pieno territorio positivo (+1,9%), le altre due province segnavano ancora Pistoia -2,4% e Prato -7,4%. Il Centro studi di Confindustria Toscana Nord ha voluto anche effettuare un confronto con la media dell’ultimo anno non toccato direttamente dalla pandemia, il 2019, calcolando che, nonostante la crescita a due cifre della maggior parte dei settori nel 2° trimestre 2021, alla produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato rimane ancora da recuperare oltre il 7%, in proporzione variabile per territori e tipologie merceologiche.

“La ripresa c’è, indubbiamente, a Lucca, Pistoia e Prato come nel resto d’Italia, ma non possiamo ancora definirla solida – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. La pandemia non è certo conclusa e con essa non sono archiviate nemmeno misure restrittive che potrebbero compromettere la faticosa risalita del manifatturiero e, ancor di più, di molti comparti del terziario. Inoltre fenomeni come l’aumento esponenziale dei costi delle materie prime e, in molto casi, le difficoltà di reperirle costituiscono delle insidie potenti, in grado di compromettere il cammino verso il recupero dei livelli pre-crisi. Come associazione stiamo assistendo le imprese perché possano cogliere tutte le possibili opportunità di mercato e le stiamo affiancando nei processi di innovazione tecnologica e organizzativa che hanno saputo innescare e che le aiutano a recuperare posizioni, così come le sosteniamo nei rapporti con le pubbliche amministrazioni e il mondo del credito. Il momento è delicato e importante, non bisogna lasciare niente di intentato.”

Prato
“Prato è passata da un risultato del 1° trimestre 2021 ancora spiccatamente negativo, con -7,4%, a un 2° trimestre a quota +17,5% rispetto allo stesso periodo del 2020 – osserva la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. Il tessile del distretto, in particolare, segna +20,9%, sicuramente un buon risultato per un settore che è stato così duramente colpito dagli effetti della pandemia e delle misure adottate per contenerla. Non dobbiamo tuttavia pensare che ormai il processo di recupero delle posizioni perse sia concluso: rispetto alla media del 2019, il tessile del distretto pratese deve ancora riguadagnare una quota di produzione intorno al 18%. Tuttavia sono stati fatti passi avanti decisivi, in un contesto difficilissimo che continua a rimanere tale nonostante la parziale ripresa delle attività fieristiche, essenziali per il settore. Anche l’abbigliamento pratese dà segnali importanti di ripresa, con +7,6% nel 2° trimestre dopo un 1° trimestre molto pesante, a quota -22,6%. Buone notizie anche dal meccanotessile, che dopo -1,7% del 1° trimestre riconquista un risultato nettamente positivo con +5,8% nel 2° trimestre rispetto allo stesso periodo del 2020; nel confronto con il 2019 rimane una quota di produzione da recuperare intorno al 13%, significativa ma non enorme per un settore che ha pagato duramente il fortissimo rallentamento del tessile. Come il meccanotessile, anche la chimica, la plastica e tutti gli altri settori, servizi compresi, legati al tessile-moda pratese hanno potuto recuperare un po’ di ossigeno. La situazione a Prato è senza dubbio molto migliorata, ma sul futuro non mancano le incognite, dall’evoluzione della pandemia al problema materie prime che anche nel nostro territorio è fortemente sentito dalle imprese manifatturiere di tutti i settori.”

Lucca
“Nell’ambito di Confindustria Toscana Nord la posizione di Lucca è particolare, dato che la concentrazione nella nostra provincia di settori essenziali ha fatto sì che nel 2020 le chiusure siano state piuttosto limitate – spiega il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. In generale, poi, anche da un punto di vista di mercato molti dei settori maggiormente presenti in territorio lucchese non hanno troppo risentito della pandemia e seguono quindi oscillazioni per così dire normali. E’ il caso dell’alimentare, ad esempio, che nel 2° trimestre 2021 registra -1,1% rispetto allo stesso periodo del 2020, a fronte di un 1° trimestre a quota +4,5%. Il caso della carta e cartotecnica, che segna -3,5% nel complesso del distretto Lucca-Pistoia, ricorda a noi tutti che, pur all’interno di uno stesso settore, a tipologie produttive differenti corrispondono risultati che possono essere a loro volta anche di segno opposto. Se alcuni comparti del cartario, legati all’igiene o agli imballaggi, hanno avuto risultati molto buoni anche durante la pandemia, altre imprese legate ad attività più colpite dalla crisi come il commercio o i servizi hanno sofferto e in parte continuano a soffrire tuttora. A oggi i problemi più seri per la maggior parte del cartario sono comunque i costi, dalle materie prime all’energia: volumi rilevanti di produzione sono necessari, ma la marginalità è essenziale, ed è invece erosa dai costi. Una criticità importante, questa, che peraltro investe tutti i settori manifatturieri, incluso quello della chimica-plastica che nel territorio lucchese ha le prestazioni migliori: +25,7%, in linea col dato complessivo del territorio Lucca-Pistoia-Prato. Buoni anche i risultati della metalmeccanica con +13,9%, al cui interno la nautica segna +3,5%. Contenuta, a quota +5% rispetto allo stesso periodo del 2020, anche la crescita del lapideo, settore che ha fortemente sofferto per la crisi pandemica. Invariato il dato della farmaceutica.”

Pistoia
“Positivi, e anche molto positivi, quasi tutti i molti settori dell’economia provinciale – afferma Daniele Matteini, commentando i dati pistoiesi -. l segni meno sono pochi ed esigui, come nella carta con -0,6% o nell’alimentare con -0,1%. L’economia riprende quindi a tirare, sostenuta dai comparti più tipicamente locali. In particolar modo, il raffronto operato dal nostro Centro studi non solo rispetto al trimestre precedente, ma anche alla fase pre-pandemia dà in minor difficoltà anche il settore delle calzature di Pistoia-Lucca, che nel 2° trimestre ha segnato +28% rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre ancora nel 1° trimestre il risultato era -21,4%: la prestazione del 2° trimestre fa sì che rispetto al 2019 al settore rimanga da recuperare una quota inferiore al 20%, ancora ingente ma minore di quella che si profilava nei mesi precedenti. Continuano a crescere settori che hanno ben lavorato anche durante il lockdown (mi riferisco a materiali, chimica plastica, trainati dall’esigenza di maggior igiene e pulizia, con +14%) e in una logica per certi versi analoga e che avevamo già osservato, prosegue con numeri a doppia cifra (+15,9%) la crescita del mobile/arredo. Sul podio la metalmeccanica, che nel suo complesso esprime un ottimo +34,4%. A questo punto ci dobbiamo chiedere se queste cifre tendenziali possano consolidarsi; ne sono consapevoli i settori in maggior espansione, che, a Pistoia come altrove, mostrano preoccupazione per gli aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia. Si guarda con motivata curiosità ai mercati in ripresa, anche nei settori delle calzature e del mobile; le fiere di settembre, Micam e Salone del Mobile, saranno il luogo dove molti dubbi verranno sciolti, in merito alla concreta ripresa e all’apprezzamento da parte di paesi soprattutto esteri. Preoccupazione sincera, va detto, per il turismo, settore importante, che Confindustria Toscana Nord rappresenta e che si dibatte in una situazione che speravamo fosse giunta al termine.”


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