Moda, Tessile, Abbigliamento

Si apre a Firenze “Aldo Fallai. Da Giorgio Armani al Rinascimento”

gennaio 10 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Eventi, News

Firenze – Nel contesto dell’85° edizione di Pitti Uomo, si aprono domani a Villa Bardini e al Museo Stefano Bardini le due sezioni della mostra antologica Aldo Fallai. Da Giorgio Armani al Rinascimento. Fotografie dal 1978 al 2013 curata dagli storici dell’arte Martina CorgnatiCarlo Sisi, già direttore della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, con Luigi Salvioli, AD di Oltre la moda. Immagine e comunicazione, ideatore e organizzatore dell’evento.

Con Fallai e i curatori hanno partecipato oggi alla presentazione per la stampa Michele Gremigni, presidente della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, Sergio Givone, assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Antonella Nesi, Direttrice del Museo Stefano Bardini, Raffaello Napoleone, AD di Pitti Immagine, e Roberto Riccio, Direttore Generale di Istituto Marangoni. La mostra è promossa da Palazzo Vecchio con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana, con la collaborazione della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e di Istituto Marangoni, e con il sostegno di LineaPiù.

Aldo Fallai ha conquistato il mondo della moda alla fine degli anni Settanta soprattutto grazie alla collaborazione con Giorgio Armani, con cui ha contribuito a creare le più importanti campagne pubblicitarie degli ultimi decenni, firmando così alcuni dei capitoli più esaltanti della storia del Made in Italy. Nonostante questo, è la prima volta che a questo straordinario fotografo, fra i più dotati ed originali del nostro tempo, artista noto in tutto il mondo, viene dedicato un approfondimento monografico che ne riassume il percorso creativo in circa 180  fotografie spettacolari, per lo più in colori Armani (bianco, grigio, sabbia), non poche di dimensioni extra large, tutte ristampate sotto la supervisione dell’autore.

La mostra consente di scoprire le creazioni e gli interessi dell’artista nella moda e oltre, cioè in direzione delle arti visive che, per un fiorentino come Fallai, hanno sempre costituito il contesto più naturale e indispensabile, trasformandosi presto in campi magnetici e fonti di ispirazione davvero inesauribili. Anche per questo motivo è opportuno che la rassegna nasca a Firenze, la città natale in cui Fallai continua a vivere, a lavorare e a esplorare strade, angoli, opere e personaggi in avventurose ed emozionanti dérives foriere di scoperte continue e, attraverso queste ultime, di nuove immagini.

Due, appunto, gli allestimenti della mostra: a Villa Bardini (Costa San Giorgio 2) le foto di moda, le campagne pubblicitarie, le situazioni incarnate da modelle e modelli ma anche da persone comuni, ovvero una sintesi della quasi trentennale simbiosi creativa con Giorgio Armani; il percorso prosegue al Museo Stefano Bardini (via de’ Renai 37) con la sezione Rinascimento curata dalla direttrice Antonella Nesi.

Le immagini di Aldo Fallai consentono al visitatore di riscoprire soprattutto l’eccellenza della moda italiana nel suo momento più bello e innovativo: gli anni Ottanta, quando Giorgio Armani inventava una donna elegante e vagamente androgina e un uomo dal look raffinato, talvolta trasgressivo talvolta narcisista.

Giocando con ruoli e situazioni, con modelle più affascinanti che belle e più espressive che seducenti, Aldo Fallai da questa moda ha ricostruito un mondo che va oltre l’abito per ritrarre un’intera società e una generazione, con i suoi sentimenti, umori, luoghi e stagioni. Un mondo in cui le persone hanno sempre contato moltissimo: le fotografie lasciano intuire un ricco lavoro di relazione e di complicità fra l’artista e la modella e ancora di più il modello, l’uomo della moda anni Ottanta che Aldo Fallai ha raccontato come nessun altro fotografo italiano di quel momento.

La curiosità di Fallai, il suo gusto esigente, l’amore per la bellezza e anche per l’esasperazione della forma, fino al grottesco, l’hanno portato a esplorare fra le pieghe del linguaggio alla ricerca di effetti diversi, una campagna dopo l’altra: ecco che talvolta prevalgono per esempio le atmosfere flou, per raccontare una femminilità giovane e nostalgica d’Ottocento, mentre altre volte, più spesso, le luci forti e dirette unite al rigore del bianco e nero sempre prediletto da Fallai definiscono uno stile duro, scultoreo, che sembra ispirarsi a certi tagli del cinema d’avanguardia o all’eroismo di una Leni Riefenstahl.

Ci sono poi i nudi, i personaggi, le statue e le opere d’arte rivisitate in audaci d’après, oltre all’inesauribile studio alla ricerca della forma emozionata dalla sollecita, amorosa presenza dello sguardo che la cattura o la raccoglie al momento giusto. In particolare negli ultimi dieci anni, dipinti celeberrimi come la Deposizione del Pontormo a Santa Felicita diventano pretesti per una rivisitazione in chiave ironica e talora addirittura grottesca, che, puntando improvvisamente su un colore forte e carico, ne ricavano effetti di intensità assolutamente drammatica che hanno fatto scuola.

La mostra chiuderà il 16 marzo prossimo. Orarioingressi (con riduzioni reciproche):

Villa Bardini:  ore 10 – 19 (chiusa il lunedì); € 8, ridotto 6, scuole 4.

Museo Stefano Bardini: lun/ven/sab/dom ore 11 – 17, € 6, ridotto 4,50, scuole gratuito.

 

Aldo Fallai

Il boom del Made in Italy, con l’esigenza di stilisti e art director di un’immagine originale italiana, è di là da venire quando, negli anni Settanta, Fallai inizia a collaborare con Giorgio Armani. Diplomato all’Istituto d’Arte di Firenze, ha 30 anni e fa il grafico, ma in occasione di un servizio che Vogue dedica allo stilista si scopre fotografo. Accade quasi per gioco, eppure il successo è così esplosivo da spalancargli il mondo della moda.

Gli esordi dell’epopea del Made in Italy sono, come noto, legati ad alcuni giovani stilisti, geniali e coraggiosi. Armani, Versace, Coveri, Ferrè, Krizia, Valentino sfuggono alle leggi elitarie e asfittiche della haute couture e ribaltano l’antico predominio francese imponendo uno stile inedito, moderno, legato però alla grande tradizione d’arte e di gusto del paese. Il tailleur sobrio e maschile che, d’improvviso, rappresenta la donna Armani, ma anche il suo classicismo e il suo stile elegante si impongono al mondo intero come segno tipicamente italiano.

Fallai racconta tutto questo come nessun altro: mitiche le sue immagini in bianco e nero di donne bellissime, dallo sguardo deciso e netto, tacco basso, pantalone morbido in seta, guanti di velluto. Figure seducenti, ma protagoniste della propria vita e delle proprie decisioni. L’artista usa modelle e attrici, anche le più ammirate e celebri, con naturalezza. Trasforma l’abito in immagine, la moda in storia del gusto. Le sue foto descrivono l’essenza di un’epoca, il trionfo delle case di moda italiane.

Ma c’è anche il presente: i primi piani dal taglio squadrato, memori della pittura del quattrocento, che ritraggono gli allievi di Istituto Marangoni di Milano, sono il volto della continuità e dell’inesausta vitalità della creatività italiana nel campo della moda. Centro d’eccellenza  della formazione professionale nella moda e nel design, diffuso ormai in diverse sedi in tutto il mondo, Istituto Marangoni ha coinvolto Fallai in una serie di progetti ed esposizioni, e collaborerà all’itineranza della presente mostra a Milano e a Shangai, oggi centro della creatività mondiale.

 


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