Sistema Moda Italia stima ricavi in aumento (+3,3%) nel 2014
marzo 6 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Newsn base ai pre-consuntivi elaborati da Smi-Sistema Moda Italia, l’industria italiana del tessile-moda archivierà il 2014 con un fatturato in crescita del 3,3%, a quota 52,39 miliardi di euro. Il trend si dovrebbe confermare nel primo semestre 2015. «È ancora l’export a spingere il business» commenta Claudio Marenzi, presidente di Smi.
«Il settore progredisce – sottolinea Marenzi – ma non va dimenticata la riduzione del numero delle aziende e degli addetti». Ma iniziamo con i dati positivi. Le stime di Sistema Moda Italia – elaborate su dati Istat, Sita Ricerca, Movimprese e da indagini interne, con il contributo di Massimiliano Serati, associato di Politica Economica dell’Università Carlo Cattaneo-Liuc di Castellanza – indicano un balzo in avanti del 3,3% dei ricavi del tessile-moda italiano, da 50,7 miliardi di euro registrati nel 2013 (e in contrazione dello 0,7% sul 2012) a quasi 52,4 miliardi.
Sia il “monte” che il “valle” della filiera risultano interessati da trend dinamici, valutati rispettivamente nella misura di un +2,9% e di un +4,1%. L’export dovrebbe mettere a segno un +3,9%, sfiorando i 28,5 miliardi di euro. L’import, a sua volta, si smarcherebbe dall’andamento riflessivo del 2013 avanzando dell’8%, con un valore intorno ai 19,3 miliardi.
In possibile riduzione, da 9,5 a circa 9,2 miliardi (-3,8%) il saldo commerciale. Si segnala il ritorno in area positiva della variabile “consumo apparente” (+2,5%), «da ricondurre in primis – precisa Marenzi – alla ripartenza della domanda business to business intrafiliera, a fronte di un consumo finale ancora negativo, anche se stimato in decelerazione rispetto al gravoso dato del 2013: dal -7,1% il calo del sell out rallenterebbe del 3% circa».
Dolenti note sul fronte occupazione: non si arresta, anche se in misura meno grave che nel recente passato, l’emorragia di addetti, che scendono a 411mila unità, con oltre 1.200 posti di lavoro in meno (-0,3%). E continuano le chiusure di imprese, che nel 2013 erano poco meno di 49mila e ora non arrivano a 48mila (-1,6%).
Il primo semestre 2015, in base alle proiezioni, è fatto più di luci che di ombre. Da gennaio a giugno il turnover del comparto dovrebbe essere in rialzo del 2,8%, con il tessile a +2,5% e l’abbigliamento-moda a +2,9%. Le esportazioni, se tutto andrà come programmato, saliranno del 3,3% (in lieve decelerazione rispetto al precedente +4,4%) e le importazioni solo del 3,4% (contro un +8,2%), con un saldo commerciale al +5,9%.
Fra i mercati di riferimento per il made in Italy, rimarranno dinamici l’Unione Europea e la Cina, con gli Usa in corsa e al palo invece Russia e Giappone. Il consumo apparente sarebbe in progressione dell’1,8%. Ancora negativa la situazione relativa al numero di aziende (-0,6%) e numero di dipendenti (-0,2%) (nella foto, un momento della recente sfilata di Alberta Ferretti a Milano).