Moda, Tessile, Abbigliamento

Tavolo della moda: Governo conferma sostegno ma non dice come

ottobre 10 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Carpi, Como, News, Prato

Si è riunito ieri presso il MiSE il Comitato della Moda e dell’Accessorio Italiani alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, del Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli e del Sottosegretario al MiSE,  Michele Geraci.

CNA Federmoda ha partecipato alla riunione con il Presidente Nazionale dell’UnioneMarco Landi; la Vicepresidente Nazionale,  Doriana Marini; il Responsabile Nazionale, Antonio Franceschini e i Portavoce Nazionale dei Mestieri “Confezioni e maglieria, Francesco Galatioto”“Calzature, Pelletterie e Pelliccerie”, Roberta Alessandri; “Mestieri a monte”, Marco Gasparini e “Su misura”, Luisa Del Vecchio.

Nel suo intervento il Presidente Landi ha evidenziato come l’articolazione dell’Unione sia in grado di raccogliere le istanze dell’intera filiera del sistema moda nazionale, rappresentando sia le imprese operanti verso il mercato finale che quelle di conto terzi o subfornitura.

Landi ha inoltre colto l’occasione per tornare sui rinnovati attacchi al made in Italy lanciati nelle ultime settimane da media internazionali che hanno messo in discussione le modalità e la correttezza dello sviluppo della produzione lungo i diversi anelli della catena di fornitura. “Non è la prima volta che questo avviene, anni fa fummo attaccati sulla delocalizzazione, oggi viene messo in discussione il lavoro svolto nei nostri distretti,  nei territori dove vengono realizzati i nostri prodotti.

Come CNA Federmoda da anni stiamo sviluppando azioni e politiche a sostegno della sostenibilità della filiera che deve essere intesa come sostenibilità si ambientale ma anche sociale ed economica, diamo inoltre nostro contributo al lavoro che il Ministero dello Sviluppo Economico sviluppa attraverso il Punto di Contatto Nazionale per la diffusione delle linee guida OCSE sulla Responsabilità Sociale d’Impresa e riteniamo che questo vostro ufficio dovrebbe essere coinvolto nei lavori del Comitato”, ha dichiarato Marco Landi. “Insieme alle altre Associazioni imprenditoriali dell’artigianato e alle Organizzazioni Sindacali abbiamo sottoscritto un Avviso Comune ed un Protocollo sulla legalità in occasione del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro che quanto prima vorremmo avere la possibilità di meglio illustrare al Ministro Di Maio” – ha chiosato Landi.

“L’impegno di questo Comitato era quello di fare sistema e creare le condizioni per un forte rilancio a livello internazionale del sistema moda italiano ponendo al centro il valore della filiera.  Una filiera che così integra è un valore esclusivo del nostro Paese. Ricordiamoci quanto avvenuto in Paesi vicini, Francia e UK hanno perso la filiera e oggi vengono, in particolare i francesi,  a comprare pezzi della capacità produttiva  sia qualitativa che quantitativa. In Francia , nonostante abbiano cercato diversi governi a rilanciare politiche per la ricostruzione delle filiere non sono ancora riusciti a trovare (tanto per rimanere in tema) il bandolo della matassa. Noi abbiamo ancora questo valore,  questa ricchezza non disperdiamola”, ha continuato il Presidente di CNA Federmoda.

A margine dell’incontro, il Responsabile Nazionale CNA Federmoda, Antonio Franceschini ha ribadito come le imprese artigiane e PMI costituiscano la spina dorsale del sistema moda italiano e siano la gran parte di quelle presenti alle fiere internazionali del settore si svolgano queste nel territorio nazionale o all’estero. “Grazie a ICE Agenzia e al MiSE abbiamo realizzato e abbiamo in programma progetti promozionali che auspichiamo di poter implementare anche per sviluppare nuovi mercati -  ha quindi dichiarato Franceschini che ha messo in risalto anche come con il mondo dell’istruzione e della formazione debba essere aperto un nuovo confronto che preveda lo sviluppo di linee formative specifiche per il settore accompagnate da azioni di rilancio del lavoro in questo comparto con particolare riguardo agli aspetti produttivi. Uno dei grandi rischi del made in Italy è dato ad avviso del Responsabile Nazionale di CNA Federmodadalla sua incapacità di rinnovo delle risorse umane.  “Tutti vogliono fare gli stilisti ma abbiamo molto bisogno di modellisti, orlatrici, puntiniste, ecc. – ha concluso Franceschini.

 


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