L’Osservatorio sul Distretto Tessile di Como a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo
giugno 21 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Como, NewsIl XXVIII Osservatorio Distretto Tessile di Como è dedicato al consueto appuntamento di lettura dell’evoluzione della filiera comasca, aggiornata sino ai primi mesi di quest’anno.
Per meglio contestualizzare l’andamento del distretto comasco all’interno di uno scenario competitivo che si fa sempre più complesso, l’Osservatorio propone, per il secondo anno consecutivo, un monitoraggio del commercio internazionale dei prodotti tipici del tessile comasco (tessuti in seta, in fibre artificiali ed in poliestere) e dei suoi principali utilizzi (abiti da donna e camicette realizzati in questi tessuti), basato sui dati di interscambio dei principali player mondiali.
L’analisi, a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, conferma per i tessuti in seta una buona tenuta delle quote di mercato italiane, nonostante la progressiva sostituzione della seta con altre merceologie e l’inarrestabile ascesa della Cina: i prodotti italiani mantengono una posizione di leadership in Francia (con una quota di mercato del 69%), in Germania e nel Regno Unito, oltre ad un buon posizionamento negli Stati Uniti. L’Italia resta competitiva anche nel segmento dei tessuti di filamenti artificiali, soprattutto nei paesi core dell’Unione Europea (Germania, Spagna e Francia), dove le quote di mercato superano il 40%, nonostante l’avanzata dei prodotti cinesi e turchi. Per contro, aumentano le pressioni competitive nel comparto dei tessuti di poliestere (quello preponderante in termini di interscambio mondiale), anche all’interno dell’Eurozona, dove l’Italia deteneva ancora posizioni di leadership dieci anni fa. In aumento la concorrenza anche nel segmento delle confezioni, in parte compensata, però, dal buon traino di alcuni paesi emergenti dove sta crescendo l’attenzione per l’alto di gamma, quali la Federazione russa e la stessa Cina, divenuta ormai primo mercato di riferimento per gli abiti da donna italiani e quinto per le camicette.
Restringendo il campo di indagine al distretto comasco, i dati raccolti tramite l’indagine campionaria svolta da Confindustria Moda e dal Gruppo Filiera Tessile di Confindustria Como mostrano un aumento del 4,1% del fatturato 2018 della tessitura serica, rispetto all’anno precedente. Coerentemente con uno scenario internazionale di forte competizione, la crescita è stata più marcata sul mercato nazionale, per la consegna di tessuti che in massima parte vengono utilizzati dai confezionisti italiani, per poi essere destinati ai mercati esteri (si stima che il 70% della produzione comasca vada all’estero, direttamente ed indirettamente). Anche i dati preliminari diffusi dall’Istat mostrano, infatti, un lieve calo delle esportazioni 2018 di tessile (-5,2%) e abbigliamento (-3,2%) della provincia di Como.
In termini fisici, i quantitativi venduti hanno chiuso il 2018 con una riduzione complessiva pari all’1,5%, evidenziando un andamento meno favorevole rispetto a quello del fatturato. È una tendenza che si verifica ormai da diversi anni e che riflette un’offerta da parte del distretto tessile comasco sempre più ricca e diversificata, in grado di contrastare, anche con un continuo riposizionamento della gamma produttiva, l’agguerrita concorrenza internazionale.
Dal punto di vista merceologico, il tessuto per abbigliamento femminile, che copre i due terzi del fatturato e l’80% dei volumi complessivi serici, ha fatto registrare un incremento pari al 2,9%, sempre nel 2018. La cravatteria ha perso lo 0,9%, proseguendo lungo un percorso di ridimensionamento strutturale che dura ormai da diversi anni. L’accessorio tessile (foulards, scialli, sciarpe, stole, parei, bandane, ecc.) ha presentato i risultati più soddisfacenti, tra le merceologie prese in considerazione, con un balzo dell’11,1%.
I dati complessivi, peraltro, sintetizzano andamenti a volte assai eterogenei tra le aziende della filiera. Il tessuto stampato, ad esempio, ha goduto della spinta assai favorevole assicurata dal fattore moda, in via privilegiata rispetto al tessuto jacquard ed al tinto in pezza. L’eterogeneità, tuttavia, si è manifestata anche all’interno delle specifiche tipologie produttive, in presenza di una concorrenza interna al distretto assai selettiva.
Anche i primi mesi del 2019 si sono distinti per una crescita del fatturato, maturata soprattutto grazie al positivo sviluppo del segmento del lusso, e dell’eterogeneità: aziende che crescono a due cifre ed aziende che soffrono, in un contesto che, sia a livello nazionale che internazionale, appare sempre più complesso.
L’economia internazionale dovrebbe aver superato la fase di maggiore debolezza ma si moltiplicano i rischi negativi, in particolare di natura politica. Tra questi sicuramente la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina appare come uno degli elementi più preoccupanti nello scenario, insieme all’ipotesi di hard Brexit, rinviata a novembre e alle tensioni crescenti in Medio Oriente. Le imprese della moda potranno comunque trovare anche nei prossimi anni buone prospettive di sviluppo all’estero, stante anche la strutturale debolezza nella domanda di vestiario in Italia, e dovranno continuare ad investire per diversificare l’offerta rispetto ai competitor, in particolare per rendere sempre più unica e riconoscibile la qualità del Made in Italy.
In quest’ottica, l’Osservatorio si concentra quest’anno anche sul grande tema della sostenibilità e del lavoro che in proposito viene condotto dal Centro Tessile Serico, il punto di riferimento del Distretto.
Molto è stato fatto in questi anni dalle aziende del distretto tessile, per l’eliminazione delle sostanze pericolose dai cicli produttivi e per l’implementazione di buone pratiche volte alla riduzione di tutti gli impatti ambientali e i consumi di materie prime. Anche lo sviluppo di attività ed iniziative per promuovere il benessere dei lavoratori e del territorio è molto accelerato fra le imprese.
Per rendere innanzitutto misurabile l’impegno dell’industria tessile, fornire comunicazioni trasparenti e chiare in ambito di sostenibilità e quindi darne opportuna visibilità, Centro Tessile Serico, nell’ambito delle attività di sviluppo della Certificazione Seri.co, ha creato due schede tecniche per la raccolta dati, una relativa alla sostenibilità ambientale ed una relativa alla responsabilità sociale.
Si tratta di due strumenti che consentiranno, in prima battuta, di raccogliere molteplici misure relative a consumi, emissioni, rifiuti, composizione della forza lavoro ed altri parametri etico-sociali, utili alle aziende per la valutazione dello stato dell’arte e per l’individuazione di eventuali spunti e piani di miglioramento; in secondo luogo, potranno essere individuati indicatori che, opportunamente rielaborati, potranno fornire un panorama complessivo del valore della catena di fornitura del settore e l’elaborazione di rendicontazioni di sostenibilità.