Filatura italiana: prosegue il recupero avviato nel 2010
luglio 5 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Economia, NewsNei numeri del 2010 è ripresa certa per la filatura italiana, che ha registrato un +20% del fatturato e un +21% dell’export. Il trend favorevole prosegue anche nel primo trimestre del nuovo anno anche se – dicono gli esperti di Smi, che hanno elaborato le statistiche congiunturali in occasione di Pitti Immagine Filati – “per il 2011 è ragionevole aspettarsi un rallentamento del ritmo”.
Lo scorso anno i ricavi dell’industria italiana dei filati hanno raggiunto i 2,9 miliardi di euro, mentre le esportazioni hanno superato gli 880 milioni. Tuttavia le importazioni sono salite del 43,7% a 879 milioni, portando la bilancia commerciale quasi al pareggio, da un precedente saldo nettamente attivo. Tale performance è spiegata dai ricercatori con il rimbalzo della domanda interna e con una minore offerta nazionale, non in grado di soddisfare le richieste del mercato nazionale. Il deficit commerciale ha riguardato soprattutto i filati in cotone e quelli in lino. La lana pettinata è scesa poco sotto il pareggio, mentre quella cardata è rimasta ampiamente in attivo.
Quanto al primo trimestre 2011, l’export più in accelerazione è quello della lana pettinata (+35%) e cardata (+25%) e dei fili in cotone (+29%). Le variazioni in valore, però, sono sensibilmente maggiori di quelle in quantità a testimoniare, come sottolineano i ricercatori di Smi, probabili trasferimenti di costo della materia prima sul filato (cosa che si nota anche a livello di import). Se non si tiene conto dell’incremento dei prezzi delle commodity e si fa un confronto il periodo pre-crisi, cardati e pettinati superano i livelli delle esportazioni registrati nel primo trimestre 2007 (la destinazione più importante è Hong Kong), mentre per i fili in cotone i valori risultano inferiori, seppure in ripresa.
Anche i dati Istat confermano il trend positivo ma in fase di decelerazione con un +3,3% della filatura nel suo complesso, nel primo quadrimestre 2011. Secondo gli operatori, i mesi di maggio e giugno hanno mostrato un rallentamento e le aspettative per i mesi a venire sono improntate alla prudenza e a una sostanziale decelerazione, soprattutto per quanto riguarda la domanda interna. La fiera sarà un momento per farsi unìidea delle prospettive, mentre il fronte economico e politico resta incerto.
e.f.
(da Fashion Magazine)