Calenda: «Fiere strategiche per il rilancio dell’export»
febbraio 9 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Carpi, Como, News, PratoNell’ambito del piano straordinario per il made in Italy varato dal Governo, un ruolo fondamentale è riservato alle fiere. Lo ha ribadito stamattina, 6 febbraio, il vice ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda in un incontro stampa, che ha coinvolto anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, Ice e Aefi(Associazione Esposizioni e Fiere Italiane).
Lo stanziamento previsto per il comparto è di 48 milioni di euro nel 2015 e riguarda una quarantina di mostre, focalizzando i finanziamenti su progetti concreti di rafforzamento delle manifestazioni.
L’iniziativa è stata volta dal Ministero dello Sviluppo Economico per fare in modo di non perdere la leadership nelle fiere in Italia, a fronte di una concorrenza molto forte esercitata da altri poli stranieri. Una minaccia particolarmente sentita nella moda, grazie all’affermarsi di nuove fashion week (ad esempio, quella sull’uomo di Londra), spesso lautamente finanziate da soldi pubblici.
Calenda ha ribadito che il Ministero finanzierà progetti concreti, presentati dagli enti fieristici, sulla base di «piani comparativi» anno su anno delle performance delle manifestazioni. Si tratterà di un «corollario di rafforzamento» sul piano economico.
Un altro punto messo in evidenza è che le rassegne all’estero debbano andare insieme e fare fronte comune. Calenda, a questo proposito, ha ricordato il caso diMilano Unica e TheMicam, che a marzo si presentano insieme a Shanghai, con anche l’abbigliamento (per iniziativa di Emi), all’interno della grande fiera locale Chic. Il vice ministro sarà presente a questa “prima”.
Il piano di Calenda mira dunque a contrastare la concorrenza estera sul piano fieristico, aumentare le presenze di buyer stranieri alle manifestazioni italiane e dare, nel contempo, più riconoscibilità alle missioni nazionali oltreconfine.
«Rispetto ai progetti, non c’è una lista chiusa», ha detto ancora Calenda, invitando gli enti a presentare iniziative valide, anche realative a saloni di nicchia, ma importanti per un determinato settore. I requisti per decidere di supportare una fiera sono «la compattezza delle aziende del comparto che rappresenta, la credibilità del progetto e il sostegno della città in cui si svolge».
Il presidente di Confindustra Giorgio Squinzi ha ribadito che i saloni sono strumenti di politica industriale, sui quali l’Italia finora subisce lo scotto di una scarsa lungimiranza: ci sono troppe fiere e questo ha portato a una degenerazione del sistema.
Squinzi condivide la linea di Calenda nell’investire in un numero selezionato di appuntamenti che abbiano una effettiva ricaduta sulle imprese. Ha esortato a guardare ai mercati emergenti, anche sul fronte dell’organizzazione di eventi, come ha fatto, ad esempio, la Germania. Un augurio è stato poi rivolto all’ormai prossimo Expo 2015, «la più grande vetrina sul made in Italy del momento».
Al termine dell’incontro, la stampa ha assediato il vice ministro Calenda, incalzandolo sulla notizia, appena circolata, del suo passaggio da Scelta Civica al Pd.