La donna del prossimo inverno secondo la Milano Fashion Week
marzo 1 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News‘Vale tutto’ si potrebbe dire con gli occhi ancora pieni delle tante e diverse proposte viste in passerella nella settimana di sfilate milanesi. Ma poi rimangono alcune impressioni, che si possono condensare in alcuni filoni principali. Non chiamiamoli diktat, parola abolita dal vocabolario della moda, sempre più contaminato dal fenomeno social e dalla sua velocità di consumo, ma tendenze, da interpretare in libertà.
Eccone alcune:
- LA SOVRAPPOSIZIONE: stampe e colori, tessuti ed epoche, tutto si contamina nella moda per il prossimo inverno. L’idea – la più forte di queste passerelle – è che prendendo elementi diversi del passato e unendoli ad altri espressione del presente si possano creare nuovi significati. L’operazione a livello intellettuale viene portata avanti da Gucci e da Prada: Alessandro Michele miscela il Rinascimento e la New York dello studio 54, Miuccia Prada immagina la sua donna come una vagabonda nei pensieri e nelle epoche. Da N21 Alessandro Dell’Acqua fa un’operazione simile, creando un glamour casual che nasce dall’incontro tra l’eleganza degli anni ’30 e tocchi punk. La contaminazione è da sempre nel Dna di Antonio Marras, che questa volta mischia il rigore militare con un’esplosione di stampe e colori.
- VOGLIA DI NORMALITA’: c’è una moda pensata per chi non vive solo di Instagram, ma nel quotidiano. Lo stile da indossare è quello che piace a Giorgio Armani, che ha pensato ad “abiti per far star bene le donne in maniera elegante”, facendo sfilare una collezione tutta incentrata sul velluto nero. Voglia di normalità anche da Bottega Veneta – morbidi cappotti lunghi in maglia, pantaloni slanciati dai tacchi, abitini a pieghe con le spalle ricamate – Jil Sander – cappotti e giacche con spalle forti, volumi audaci, maniche allungate – Aquilano Rimondi – bei cappotti in cashmere e breitschwanz sovratinto, caban con bande in pelle laminata, pantaloni fluidi in satin cipria.
- IL NEW ROMANTIC: Cosa c’è di più romantico di una fiaba? Dolce e Gabbana hanno portato in passerella le principesse di oggi, quelle che non aspettano passive il principe azzurro ma sanno cosa vogliono. E’ un romanticismo moderno anche quello di Marni, fatto di rotondità e di proporzioni esagerate. Se pizzi e trine sono il simbolo della moda più femminile, Lorenzo Serafini crea un new romantic abbinandoli alla pelle e alle calze a rete. Romantico underground anche da Giamba, tra mini in duchesse con i graffiti, camicie con il fiocco e abitini di pizzo candido con cintura di pelle. Ed è una donna romantica con un’attitudine poetica verso il futuro, che mischia il cappotto militare con l’abito con le ruche, anche quella portata in passerella da Costume National. Romanticismo ironico da Marco de Vincenzo, tra calze ricamate e camicette con le ruche, chemisier lucidi e pullover a righe.
- I CAPI CULT: si erano già visti sulle passerelle dell’uomo, sono tornati su quelle femminili: il completo pigiama e il cappotto vestaglia saranno i protagonisti del prossimo inverno. Alberta Ferretti ha mandato in passerella pigiami di seta con inserti in pizzo, portati con colletto di pelliccia vaporosa, o in chiffon con stampa floreale ed evanescente abbinati alla pelliccia ricoperta di satin. Da Trussardi la vestaglia jacquard ha l’interno in Galles, quella in montone è lavorata a coste come il velluto.
- I CAPISALDI: Tra le giacche non dovrà mancare un modello con spalle evidenti, stile anni 80, o vittoriano, anche in denim ricamato, come proposto da Dsquared2. L’influenza degli anni ’80 torna anche nei pantaloni, con la vita che si alza e la lunghezza che si ferma sopra la caviglia. Non stanno bene a tutte, ma ci sono delle alternative: i modelli aderenti alla coscia si allargano sotto il ginocchio e con i tacchi slanciano (vedere per credere la sfilata di Versace). Tra le gonne le mini resistono solo per le giovanissime, che comunque poi ruberanno alle mamme le longuette, i modelli a matita e quelli a corolla.