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Altagamma: le vendite nel lusso a 880 miliardi di euro nel 2020

gennaio 29 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

Nei prossimi sei anni il mercato del lusso passerà dagli attuali 730 miliardi di euro a 880 miliardi di euro. Si tratterà di una crescita prevalentemente organica, cioè a parità di negozi, trainata dall’aumento dei consumatori: i 380 milioni di consumatori del lusso di oggi diventeranno 440 milioni nel 2020.

Nel convegno “Altagamma Consumer and Retail Insight” sono stati presentati oggi a Milano  gli studi di Boston Consulting Group,“True Luxury Global Consumer Insight”, e di  Exane Bnp Paribas, “L’Altagamma Retail Evolution”, per fare il punto su due argomenti strategici per le aziende del lusso: l’evoluzione del consumatore globale e lo sviluppo retail.

Boston Consulting Group  ha analizzato i 380 milioni di clienti luxury. Di questi, 32 milioni sono “core”: spendono in media 30mila euro in lusso personale ed esperienziale (auto escluse) e rappresentano circa il 40% del mercato totale in valore. I restanti sono consumatori aspirazionali, che investono fino a 2mila euro all’anno.

«La crescita – ha spiegato Antonio Achille, partner e managing director di Boston Consulting Group – sarà prevalentemente trainata dai core, con 10 milioni di new entry nel 2020 pari a 85 miliardi di euro».  I mercati che ne beneficeranno  di più saranno gli Stati Uniti (con il numero maggiore di core e un totale di 10 milioni di nuovi consumatori), seguiti da Cina (15 milioni), Europa (sei milioni) e Middle East.

Aumentano i consumatori, ma sta iniziando una nuova epoca sul fronte distributivo. Dall’inizio del nuovo secolo a oggi le vendite del lusso sono state fortemente alimentate dallo sviluppo retail. Secondo L’Altagamma Retail Evolution, dal 2005 al 2013 la crescita dei negozi ha addirittura contribuito per circa il 30% all’aumento dello shopping e dei fatturati dei beni di lusso.

Adesso però la situazione sta cambiando. Come ha detto Andrea Illy, presidente diFondazione Altagamma, si è arrivati a una saturazione nella penetrazione dei mercati, in alcuni casi si parla già di cannibalizzazione. La crescita futura sarà pertanto prevalentemente organica – a parità di numero di negozi si punterà sull’incremento della resa al metro quadro – e  focalizzata sulla centralità del consumatore.

Un cliente non facile da intercettare perché globe trotter, attento ai valori intrinseci e alla provenienza dei prodotti, molto sensibile al passaparola e ai social network e immerso nel mondo digitale che utilizza anche per i propri acquisti. Nel 2020 l’e-commerce veicolerà il 15% delle vendite di prodotti di lusso (attualmente è il 5%).

Soprattutto nei mercati maturi le aziende di alta gamma dovranno però fare i conti anche con una crescente disaffezione nei confronti del lusso: circa un  milione di consumatori ha dichiarato infatti l’intenzione di ridurre in modo significativo i propri acquisti (circa quattro miliardi di euro), soprattutto di quei prodotti che non soddisfano più criteri di qualità ed esclusività (il made in Italy resta una certezza nell’ambito della moda).

Le aziende di Altagamma oltre a  porre grande attenzione ai propri consumatori – e al riguardo Boston Consulting Group ha delineato 12 profili che vanno dall’absolute luxurer al socialwearer, fino al fashionista – dovranno pianificare con grande cura l’apertura di negozi e rivederne il format customizzandolo per Paese e generazione di clienti.

Il concetto globale di monomarca è infatti superato. I consumatori nei Paesi maturi preferiscono negozi specializzati in location esclusive e un’esperienza d’acquisto intima, mentre quelli nelle economie emergenti prediligono grandi flasghip nei quali la shopping experience digitale/virtuale si fonde con quella fisica.

 

Elisabetta Campana per Fashion magazine

 


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