Moda, Tessile, Abbigliamento

Ancora fango sull’Italia: El País punta il dito contro Prato

dicembre 5 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Dopo l’attacco a Milano da parte del tedesco Der Spiegel, che bollava il capoluogo lombardo come una città “in svendita”, ora l’affondo de El País, il maggiore quotidiano spagnolo, che prende di mira Prato, titolando: “Un incendio svela la schiavitù dei cinesi in Italia”.

L’accusa arriva dopo l’incidente avvenuto domenica scorsa nella fabbrica-dormitorio toscana, gestita da una ditta di confezioni cinese, dove hanno perso la vita sette persone. “Migliaia di cinesi fabbricano capi di abbigliamento made in Italy lavorando 16 ore al giorno, sette giorni a settimana, per un euro l’ora” si legge sulle pagine del quotidiano iberico.

Una denuncia che, come rileva un commentatore de Il Giornale, fa passare il concetto che il made in Italy è frutto del lavoro disumano di lavoratori reclusi quasi come prigionieri: “Oltre il danno, il dramma dei morti e la concorrenza sleale subita dalle imprese italiane, la beffa: all’estero passa il messaggio che una delle principali industrie italiane, la moda, è praticamente tornata agli schiavi nei campi di cotone”.

Non è la prima volta che El País mette sotto accusa la città di Prato. Nell’ottobre scorso aveva parlato di “apartheid”, riferendosi a due comunità – quella pratese e quella cinese – molto lontane dall’integrazione e definendo il sindaco come un “popustista anti-cinese”. “Difficile è vivere in un territorio dove un sistema organizzato di illegalità ha avuto anni per radicarsi con tanta protervia. Ma noi, sia chiaro a tutti, non ci arrenderemo finché questa giunta sarà in carica” aveva risposto in quell’occasione il primo cittadino Roberto Cenni.

Solo quest’anno, come emerge da un servizio di Radio24, su 89 ditte cinesi controllate a Prato, 76 sono state denunciate perché non a norma. Il distretto tessile cittadino, nelle stime dell’Unione Industriale Pratese relative al 2012, conta in totale 6.495 imprese, che occupano 34.746 addetti. Nel 2007 risultavano attive 3.177 aziende con titolare proveniente dalla Repubblica Popolare regolarmente iscritte allaCamera di Commercio, che si ipotizza siano aumentate del 65% in quattro anni. Secondo la Prefettura ci sono oltre 25mila cinesi in città, che fanno di Prato la seconda comunità cinese in Europa dopo quella di Parigi.


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