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Biella: l’emergenza richiede inevitabili risposte strategiche di riposizionamento sul mercato

luglio 6 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, News

Pubblicate le indagini di Camera di Commercio, Unione Industriale Biellese e Confindustria Novara Vercelli Valsesia: i dati camerali registrano un calo marcato del -5,0% nel Biellese e del -4,7% in provincia di Vercelli, mentre l’analisi confindustriale raccoglie le previsioni degli imprenditori. La Vice Presidente UIB Marilena Bolli: “Dalle prime rilevazioni sulle previsioni degli imprese imprenditori biellesi rispetto al terzo trimestre dell’anno emerge con grande evidenza l’onda d’urto della crisi su tutti i fronti”

Camera di Commercio, Unione Industriale Biellese e Confindustria Novara Vercelli Valsesia diffondono insieme i risultati delle rispettive indagini, con l’obiettivo di monitorare l’andamento della congiuntura nelle province di Biella e Vercelli. Mentre i dati dell’ente camerale fotografano l’andamento del primo trimestre del 2020, l’analisi confindustriale raccoglie le previsioni degli imprenditori.

“Come già evidenziato nell’ultimo rapporto sulla congiuntura industriale a chiusura del 2019, parlavamo di una evidente fase di recessione dopo sei trimestri consecutivi caratterizzati dal segno meno nella produzione manifatturiera, con dati meno incoraggianti sul fronte del Biellese rispetto alla provincia di Vercelli. Ai ben noti problemi della cronica debolezza del mercato interno si era aggiunto il calo della domanda dall’estero, con i Paesi che rappresentano i principali mercati di sbocco delle nostre realtà territoriali alle prese con analoghi problemi di crescita. Non era difficile prevedere l’impatto dell’emergenza sanitaria: a marzo – dai dati Istat – le condizioni della domanda e le misure di contenimento dell’epidemia hanno determinato un crollo della produzione industriale italiana, con un calo superiore al -28%, superando i valori registrati nel corso della crisi del 2008-2009, spiegando il calo di questo primo trimestre e che rischia di riservare dati più allarmanti per il futuro a breve/medio termine. Certamente il sostegno del sistema camerale tramite servizi ad alto valore aggiunto nel campo della formazione e dell’informazione diretta alle imprese, non verrà meno, ma l’esigenza di interventi straordinari a livello centrale è imprescindibile” dichiara Alessandro Ciccioni, Presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli.

La Vice Presidente dell’Unione Industriale Biellese con delega all’Economia d’Impresa, Marilena Bolli, commenta: “Dalle prime rilevazioni sulle previsioni degli imprenditori biellesi rispetto al terzo trimestre dell’anno emerge con grande evidenza l’onda d’urto della crisi su tutti i fronti. Il saldo ottimisti-pessimisti sulle previsioni per l’occupazione è -26,5%, per la produzione industriale è -53,9%, per gli ordini totali -54,7% e per gli ordini esteri -38,9%. Manca ancora una piena consapevolezza, da parte di chi ci governa in primis, rispetto alla profondità e complessità della crisi che stiamo attraversando: non ci diamo per vinti, ma sappiamo di dover nuovamente affrontare una risalita difficilissima e in questa sfida vitale non possiamo essere lasciati soli. E’ ora che agli annunci seguano i fatti. Il primo nodo da sciogliere è la semplificazione: la burocratizzazione delle procedure è stata più volte invocata ma mai realizzata nel concreto. Le lungaggini burocratiche restano una zavorra pesante sulle spalle delle imprese e danneggiano l’efficienza del Paese. Il secondo aspetto riguarda l’utilizzo dei fondi necessari per supportare la ripresa, con la priorità alla richiesta delle risorse disponibili attraverso il “Piano Marshall” europeo. Terzo e ultimo punto riguarda le infrastrutture: ci meritiamo collegamenti adeguati non solo dal punto di vista viario o ferroviario ma anche informatico. Poter disporre, in azienda come a casa, di una connessione veloce e affidabile come il 5G è una condizione essenziale per la ripresa delle attività e per lo sviluppo del territorio”.

Il Presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Gianni Filippa, dichiara: “La situazione è ancora preoccupante e il fatto che, superata l’emergenza sanitaria, scelte politiche di sostegno strutturale al sistema produttivo non siano ancora chiare e definite sta mettendo serie ipoteche sul futuro del tessuto socio-economico del nostro territorio. Il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali ha temporaneamente arginato l’impatto della crisi sul mercato del lavoro, ma rischiamo che l’onda lunga della pandemia abbia forti ripercussioni anche su questo fronte, che è molto più lento nel superare le fasi di difficoltà già all’interno di un ciclo economico ‘normale’. Riprendersi non sarà facile per nessuno e in questa fase è di fatto impossibile prevedere con quante e quali tipologie di problemi ci dovremo confrontare nei prossimi mesi. Alla politica chiediamo fatti e certezze; basta con parole, parole, parole…”.

I TRIMESTRE 2020: I DATI A CONSUNTIVO A CURA DELLA C.C.I.A.A. DI BIELLA E VERCELLI

I risultati emergono dall’Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera, condotta dalla Camera di Commercio di Biella e Vercelli nell’ambito dell’analisi congiunturale regionale. A causa dell’emergenza Covid-19 la rilevazione è stata posticipata ed è stata condotta nei mesi di maggio e giugno con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2020.

BIELLA

Nel primo trimestre del 2020 il sistema manifatturiero biellese registra un calo della produzione industriale in tutti i settori, con la sola eccezione della meccanica, con alcuni comparti in evidente difficoltà.

Nel periodo gennaio-marzo 2020, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è stata pari a -5,0 punti percentuali, risultato leggermente meno pesante della media regionale piemontese (-5,7%), nel cui ambito tutte le realtà provinciali presentano dati in negativo.

Nell’ambito del dato globale della manifattura biellese, il solo segnale quantomeno di stazionarietà è registrato dalla meccanica (+0,5%). In calo la filatura (-1,6%), in modo più marcato le altre industrie tessili (-6,8%) e le altre industrie (-8,6%), mentre la tessitura registra un dato piuttosto preoccupante (-12,3%) unitamente al finissaggio (-17,8%).

Risultano ancora in calo gli ordinativi provenienti dal mercato interno (-5,9%), meno alta ma significativa per la funzione di traino, la contrazione da quello estero (-2,9%).

Scende anche il fatturato totale (-4,7%) e cala in misura maggiore quello estero (-6,2%).

VERCELLI

Nel primo trimestre del 2020 il sistema manifatturiero in provincia di Vercelli registra un calo generale della produzione industriale, con differenze tra i diversi settori ed il crollo del tessile-abbigliamento.

Nel periodo gennaio-marzo 2020, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è stata pari a -4,7 punti percentuali, risultato meno negativo di quello registrato a livello medio regionale (-5,7%).

Il risultato della produzione industriale in provincia di Vercelli vede i soli comparti delle altre industrie e quello alimentare registrare dati leggermente in positivo (rispettivamente pari a +1,5% e +0,7%), lieve il segno meno per il comparto rubinetteria e valvolame (-0,6%) nell’ambito del settore della metalmeccanica in generale contrazione (-4,4%). In negativo, in maniera piuttosto marcata, la chimica (-8,2%), mentre è allarmante il crollo del tessile e abbigliamento (-25,3%).

In calo piuttosto marcato gli ordinativi dal mercato interno (-7,4%) e dal mercato estero (-7,9%).

Il fatturato totale cala decisamente (-11,8%), sostanzialmente stabile quello estero (-0,2%).

APPROFONDIMENTO A CURA DELLA C.C.I.A.A. DI BIELLA E VERCELLI

La manifattura Piemontese e l’emergenza Covid-19 In occasione della consueta indagine congiunturale industriale, è stato realizzato un approfondimento sull’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla manifattura piemontese.

Le informazioni raccolte indagano su molteplici aspetti, declinati a livello regionale sui diversi settori di attività industriale e sulla classe dimensionale delle imprese.

I dati raccolti a livello provinciale non consentono analogo dettaglio, ma riguardano il comparto industriale nel suo complesso.

In coincidenza della “fase 2”, che ha consentito la ripresa di tante attività produttive, prima bloccate dalle misure di restrizione, l’87,8% delle imprese manifatturiere biellesi ed il 93,9% di quelle in provincia di Vercelli risultano attive. Il dato di Biella è tra i più bassi a livello regionale, quello di Vercelli il più alto in assoluto.

Spostando l’attenzione sui settori analizzati a livello regionale la spiegazione è facilmente comprensibile, risultando le imprese del tessile abbigliamento tra quelle che più hanno sofferto il difficile periodo, con un dato di attive pari all’85,6% in Piemonte, peggiore solo dell’industria del legno e del mobile ferma a quota 81,7%.

Le dinamiche più preoccupanti sono quelle che inevitabilmente condizioneranno il breve/medio periodo futuro.

Sul fronte degli “Ordinativi Totali” ben il 66,1% delle imprese biellesi ed il 57,4% di quelle in provincia di Vercelli, dichiarano una forte contrazione, superiore al 20%. A queste bisogna sommare il 22,3% per Biella ed il 25,6% di Vercelli che comunque hanno registrato una diminuzione degli ordinativi sino al 20%.

Per oltre la metà delle imprese intervistate non risultano in calo gli ordinativi dal mercato estero, confermando come l’emergenza abbia amplificato una già radicata contrazione della domanda interna.

Per imprese di territori con una forte vocazione all’export logicamente allarma la restante metà di imprese che invece denunciano la contrazione della domanda estera.

L’impatto della crisi si legge sui dati del fatturato: ben il 70,2% delle imprese di Biella ed il 58,4% di Vercelli hanno dichiarato una contrazione superiore al 20%, a cui si somma il 24,3% di Biella ed il 22,7% di Vercelli che riportano una diminuzione del fatturato totale sino al 20%.

L’impatto Covid sull’attività ha obbligato le aziende a modificare le modalità di approvvigionamento-produzione-distribuzione e la struttura organizzativa e del personale. Solo circa un terzo delle aziende intervistate non hanno dovuto rivedere la loro forma organizzativa anche se, per la grande maggioranza (88,6% a Biella e 87,7% a Vercelli) la riduzione di produzione e attività è stata inevitabile e consequenziale al crollo della domanda.

Anche il problema della “catena di fornitura” è stato oggetto di indagine: solo il 17,6% delle imprese biellesi e il 22% di quelle della provincia di Vercelli non hanno dichiarato problemi al riguardo, per la restante grande maggioranza il rallentamento, se non addirittura l’interruzione delle forniture è stato decisamente impattante, anche in considerazione delle percentuali minime di imprese che sono state in grado di trovare fornitori diversi o ovviare con la produzione in proprio.

I problemi sul fronte occupazionale hanno trovato principale risposta mediante l’attivazione di Cassa Integrazione/ammortizzatori sociali/strumenti di sostegno d’emergenza (85,7% a Biella e 71,3% a Vercelli), mentre solo il 6,9% delle imprese intervistate a Biella ed il 7,5% a Vercelli prevede una riduzione degli organici.

 


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