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Boselli protesta: «Il giusto cambio euro/dollaro è uno a uno»

giugno 9 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

All’assemblea odierna di Assocalzaturifici, il presidente della Camera della Moda,Mario Boselli, è intervenuto sul problema dell’euro forte. «Il giusto cambio contro il dollaro – ha detto – dovrebbe essere “uno a uno”, ma non ci arriveremo».

«Abbiamo comunque il dovere morale di dirlo alla politica», ha sottolineato Boselli all’appuntamento con i produttori di calzature, cui ha partecipato anche Cristina Tajani, assessore alle politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università, Ricerca, Moda e Design del Comune di Milano.

Il presidente ha ricordato che il cambio euro/dollaro, al momento dell’introduzione della moneta unica europea, era 1,18, mentre oggi viaggia a 1,36. «Non sono contro l’euro, ma contro questo euro», ha tenuto a precisare.

Boselli ha colto l’occasione anche per complimentarsi con Assocalzaturifici per l’anticipo delle date del salone TheMicam, di scena a Milano dal 31 agosto al 3 settembre 2014, anziché (come di consueto) a metà settembre. Nella la prima edizione del 2015 l’appuntamento sarà dal 15 al 18 febbraio. «Sarete soddisfatti di questo cambiamento», ha concluso il presidente della Camera della Moda.

Sagripanti “provoca” prima dell’incontro con Renzi

«Il 2014 si è aperto con un’inversione di rotta, rispetto ai buoni risultati del 2013. Ora serve un cambio nel sistema competitivo». Così Cleto Sagripanti, presidente diAssocalzaturifici, all’assemblea generale dell’associazione, dove ha stilato la lista delle proposte da sottoporre a Renzi.

Tema dell’appuntamento odierno, a Palazzo Parigi a Milano, è stato il «reshoring» o riallocazione. «Riportare la produzione in Italia è un messaggio provocatorio, ma non poi così tanto – ha spiegato Sagripanti all’avvio dei lavori -. Le occasioni per invertire la rotta ci sono, ma non da soli». L’industrial compact, per citarne una: entro il 2020 l’Ue intende portare al 20% (dal 14%) il peso della produzione manifatturiera sul Pil dell’Europa. E la battaglia per l’etichetta Made in, per dirne un’altra: «Una battaglia stravinta, anche se ora la partita passa nelle mani dei premier europei». «La velocità del mercato ci chiede una filiera più stretta», ha continuato il presidente di Assocalzaturifici. Parlando di Cina, Sagripanti ha sottolineato che «sta cambiando pelle»: un po’ meno «manifattura del mondo» che in passato, si sta accorgendo che per stare sul mercato deve innalzare il livello qualitativo. In più deve fronteggiare un incremento nei salari e «finalmente» l’arrivo dei sindacati. Sta inoltre scalando le classifiche, tra i mercati di sbocco delle calzature made in Italy: da 20esimo, fino a non troppo tempo fa, a 12esimo (settimo, se conteggia anche Hong Kong).

A breve Sagripanti sarà in Cina per il roadshow di presentazione della quarta edizone del salone TheMicam Shanghai, che si terrà dal 24 al 26 settembre. Sarà un’occasione per incontrare il presidente del consiglio Matteo Renzi e sottoporgli le istanze del settore, finalizzate a migliorare in competitività. I temi spazieranno dall’eccessivo costo del lavoro al super-euro, fino alla reciprocità negli scambi mondiali e al Made in. «Vogliamo politiche industriali che valorizzino i distretti e le piccole imprese – ha precisato – e una finanza che aiuti a far crescere le aziende. Chiederemo anche agevolazioni fiscali per gli investimenti in ricerca e sviluppo e una minore pressione fiscale per le imprese ma anche per le famiglie, che devono tornare a consumare».

Assocalzaturifici si presenterà al premier con una massa critica aumentata. Oggi, infatti, viene firmato l’ingresso nell’associazione delle imprese produttrici di accessori e componenti per calzature. « E ne aspettiamo altre – commenta soddisfatto Sagripanti -. Associazioni di 200-300 imprese in Confindustria oggi non hanno più senso».

 


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