Moda, Tessile, Abbigliamento

Confindustria Como, Manoukian: “Forte preoccupazione per i prossimi mesi”

dicembre 17 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Como, News

La dichiarazione del Presidente di Confindustria Como, Aram Manoukian:

“Anche nel mese di novembre gli effetti recessivi della crisi pandemica si sono manifestati in misura marcata su gran parte dei settori economici del nostro territorio. In particolare, sono il tessile – abbigliamento, il turismo e i servizi ad essi collegati a subire in modo drastico la caduta dei consumi dovuta al nuovo lockdown. In un contesto che resta complicato, non possiamo nascondere una forte preoccupazione anche per i prossimi mesi se, tutti insieme, non osserveremo in modo scrupoloso, in ogni dimensione della nostra vita, le prescrizioni che devono scongiurare una possibile terza ondata con conseguenti lockdown che avrebbero un effetto disastroso. Auspichiamo anche che avvenga al più presto una capillare diffusione del vaccino non solo tra le categorie più a rischio e più fragili, cui giustamente va data massima priorità, ma anche a tutto il resto della popolazione, in modo da poter riprendere il prima possibile una normalità che ci consenta di coltivare, insieme alla ferma resilienza delle nostre imprese, anche la speranza di una ripartenza vera. Fermarsi all’aspetto sanitario, però, non è sufficiente. Occorre che nell’agenda del Governo, come più volte affermato anche dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, compaiano con date certe le riforme indispensabili per rilanciare questo Paese e renderlo davvero competitivo. Vanno stimolati gli investimenti anche attraverso un forte supporto alla digitalizzazione del sistema produttivo, occorrono profonde riforme degli ammortizzatori sociali e la diminuzione di cuneo fiscale e costo dell’energia. Insomma, abbiamo bisogno di trasformare l’Italia in un Paese moderno, capace di attrarre talenti e investimenti nel tessuto produttivo anche dall’estero”.

I DATI RIGUARDANTI LE AZIENDE DELLA PROVINCIA DI COMO

I dati elaborati sul mese di novembre nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido delineano uno scenario caratterizzato da una diffusa diminuzione per tutti gli indicatori esaminati.

Coerentemente con quanto analizzato per il campione dei tre territori, anche nel caso delle imprese comasche si registra una prevalenza di giudizi di riduzione rispetto a quelli di crescita.

Domanda e fatturato mostrano in novembre contrazioni rispetto ai livelli registrati lo scorso ottobre, sia sul fronte nazionale, sia per quanto riguarda il versante dell’export.

Gli ordini sul mercato domestico sono considerati in rallentamento per oltre una realtà su due (52,2%), si mantengono sui livelli del mese di ottobre per il 30% delle imprese mentre registrano un aumento per il restante 17,8%.

La domanda estera decelera per il 48,2% del campione, è stabile per il 32,5% e aumenta per il 19,3%.

L’attività produttiva rivela andamenti in linea con le dinamiche assunte dall’indicatore associato alla domanda; a fronte di una quota pari al 37,9% di aziende che comunicano livelli stabili, il 44,9% delle imprese segnala una diminuzione mentre il 17,2% indica un’espansione.

Il grado di utilizzo degli impianti si attesta mediamente a quota 62,4% in novembre, dato al di sotto di circa un punto percentuale rispetto a quanto rilevato in settembre (63,3%).

In accordo con quanto esaminato per il campione generale, non si riscontrano particolari differenze nell’utilizzo della capacità produttiva a livello dimensionale; le realtà di medie dimensioni (63,7%) e quelle fino a 50 occupati (61,8%) mostrano infatti attività simile.

Per contro, sono identificabili differenze dal punto di vista dei settori merceologici: il tasso di impiego degli impianti diminuisce progressivamente passando dalle realtà metalmeccaniche (70,2%) a quelle degli altri settori (65,3%) e infine a quelle tessili (54,0%).

Le vendite rallentano, al pari di quanto visto per la domanda, su entrambi gli ambiti geografici considerati. Il fatturato in Italia risulta in contrazione per il 44,9% delle aziende, è stabile per una realtà su tre (33,7%) mentre aumenta per il 21,4%.

L’export, che risulta meno penalizzato rispetto alle vendite sul mercato domestico, è stabile per il 46,2% delle aziende, diminuisce per il 34,6% del campione mentre cresce per il 19,2%.

Le aspettative formulate per le prossime settimane confermano il permanere del quadro esaminato in novembre; a fronte del 46,2% di realtà che indicano di attendere una stabilità del business, il 44,9% delle imprese prevede dinamiche al ribasso mentre il restante 9% un aumento.

Permangono anche in novembre elementi di criticità ai quali le imprese comasche sono costrette a far fronte. Quasi una realtà su due (47,2%) rileva casi di insolvenza o di significativi ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’orizzonte di visibilità sugli ordini non raggiunge il mese per il 56,7% delle realtà aderenti all’Indagine mentre supera il trimestre solo per poco più di una realtà su dieci (11,1%).

A ciò si aggiunge l’andamento delle quotazioni dei prezzi delle materie prime, considerate in crescita per oltre un’azienda su cinque (22,4%) a livello generale, per il 34,8% nel caso delle realtà metalmeccaniche, per il 21,2% nel caso delle tessili e per il 13,8% negli altri settori.

Esaminando i pareri qualitativi formulati dalla realtà di Como riguardo il loro rapporto con gli Istituti di credito è riscontrabile una situazione di generale stabilità delle condizioni; per oltre nove aziende su dieci (93,3%) il quadro è stabile rispetto ad ottobre mentre è in peggioramento per il restante 6,7% del campione.

Riferendosi al giudizio espresso dalle imprese riguardo la propria liquidità aziendale, nel 34,8% dei casi la situazione è considerata soddisfacente, nel 38,2% risulta nella norma mentre nel rimanente 27% è ritenuta migliorabile.

Lo scenario occupazionale delle imprese comasche risente in parte del rallentamento della congiuntura di novembre. Sebbene per tre realtà su quattro (75%) i giudizi indichino i livelli come stabili, per il 23,9% delle aziende è segnalata una diminuzione a fronte del 1,1% che comunica, invece, una crescita.

È importante notare come oltre una realtà comasca su due (53,3%) abbia fatto ricorso, nel mese di novembre, agli ammortizzatori sociali (il 33,3% nel caso delle aziende metalmeccaniche, il 76,5% nel caso delle tessili e il 43,8% nel caso degli altri settori).

Le previsioni per l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi, pur considerando la prevalenza di giudizi di stabilità indicati da circa due terzi del campione (65,2%), rivelano aspettative di contrazione dei livelli per il 32,6% mentre l’aumento è indicato dal restante 2,2% del campione.

I DATI DELL’OSSERVATORIO CONGIUNTO DELLE PROVINCE DI COMO, LECCO E SONDRIO

I dati elaborati nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale rapido sul mese di novembre, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como, confermano un quadro in calo per tutti gli indicatori monitorati rispetto ai livelli dello scorso mese di ottobre. Per ognuno dei parametri, infatti, l’indicazione di diminuzione risulta prevalere su quelle di aumento.

Si registrano cali della domanda e del fatturato sia a livello nazionale, sia per quanto riguarda le esportazioni, per circa due quinti del campione.

La produzione evolve coerentemente con gli altri indicatori e risulta in contrazione per oltre una realtà su tre.

Il tasso medio di utilizzo degli impianti produttivi si attesta, in novembre, al 67,9%, con un dato sostanzialmente in linea con quanto rilevato nell’ambito della precedente edizione dell’Osservatorio (67,8% in settembre).

Tra le realtà del campione emergono differenze riguardo l’impiego della capacità produttiva, soprattutto a livello di settori merceologici di attività.

Incerte le previsioni per le prossime settimane: oltre un terzo (36,9%) del campione ritiene probabile un ulteriore rallentamento del business a fronte di una quota più limitata (15%) di soggetti che attendono, invece, una crescita.

Le situazioni di insolvenza e di ritardo dei pagamenti da parte dei clienti, rilevate per il 40,3% delle imprese, nonché il limitato orizzonte di visibilità sul portafoglio ordini, inferiore ad un mese per quasi una realtà su due (47,2%), continuano a rappresentare elementi di criticità per le aziende lecchesi, sondriesi e comasche.

A ciò si è aggiunta, in novembre, una fase espansiva dei costi delle materie prime, con i listini considerati in crescita per oltre una realtà su quattro (25,5%).

Il quadro occupazionale, già visto contrarsi in settembre, risulta principalmente orientato alla stabilità in novembre (77,9%); anche in questo caso, tuttavia, i giudizi di diminuzione (17,7%) risultano prevalere rispetto a quelli di crescita (4,4%).

Le aspettative riguardo l’andamento dell’occupazione nelle prossime settimane confermano sostanzialmente il permanere del quadro tracciato per lo scorso mese.

GLI ORDINI

Gli ordini delle imprese dei tre territori evidenziano una decelerazione che interessa sia il fronte domestico, sia le esportazioni. Per circa quattro realtà su dieci, infatti, la domanda risulta in rallentamento.

Gli ordini a livello nazionale sono in diminuzione per il 43,8% del campione, stabili sui livelli di ottobre per il 33,8% mentre in crescita per il 22,4%.

L’export risulta in contrazione per il 37,9% delle aziende, si mantiene stabile per il 38,6% mentre è in aumento per il restante 23,5%.

LA PRODUZIONE

L’indicatore associato all’attività produttiva delle realtà lecchesi, sondriesi e comasche registra evoluzioni in linea con quanto esaminato per la domanda, con una prevalenza di giudizi di diminuzione rispetto a quelli di crescita.

La produzione risulta più bassa rispetto ai livelli di ottobre per il 36,1% del campione, si mantiene stabile per il 43,9% mentre cresce per un’azienda su cinque (20%).

Il tasso medio di utilizzo degli impianti di produzione si attesta al 67,9% in novembre, dato che conferma sostanzialmente quando rilevato per il campione delle aziende dei tre territori in settembre (67,8%).

Non si rilevano particolari differenze nell’impiego della capacità produttiva a livello dimensionale: le realtà con oltre 50 occupati registrano un tasso (69,9%) di poco superiore rispetto a quello esaminato per le imprese più piccole (66,8%).

Per quanto riguarda invece i settori merceologici di attività, le imprese metalmeccaniche (73,2%) evidenziano un maggior grado di utilizzo rispetto alle realtà tessili (55,5%) e a quelle degli altri settori (70,4%).

IL FATTURATO

Le vendite delle imprese di Lecco, Sondrio e Como assumono andamenti coerenti con quanto esaminato per gli indicatori associati a domanda e alla produzione; i giudizi risultano, anche in questo caso, maggiormente orientati alla diminuzione rispetto alla crescita su entrambi i mercati geografici considerati.

Il fatturato nazionale è considerato in rallentamento per due realtà su cinque (40,6%), resta sui livelli del mese di ottobre per il 36,3% del campione mentre rivela crescita per il 23,1%.

Le vendite oltre confine sono considerate stabili per il 45% delle aziende, in diminuzione per il 35% mentre in aumento per il restante 20%.

Per quattro realtà lecchesi, sondriesi e comasche su dieci (40,3%) sono rilevabili situazioni di insolvenza o di rilevanti ritardi dei pagamenti da parte dei propri clienti.

LE PREVISIONI

Il quadro di generale rallentamento delineato in novembre dagli indicatori di ordini, produzione e fatturato non sembra destinato a mutare nel corso delle prossime settimane. Esaminando le previsioni espresse dalle realtà dei tre territori riguardo l’andamento del business, infatti, è riscontrabile nuovamente una maggior incidenza di indicazioni di peggioramento rispetto a quelle di miglioramento. Nonostante il 48,1% del campione comunichi di attendere livelli stabili, la quota di aziende che segnala una diminuzione (36,9%) risulta superiore a quella delle realtà che indicano, invece, una crescita (15%).

Permangono le criticità legate al limitato orizzonte di visibilità sul portafoglio ordini, che non raggiunge il mese per quasi una realtà su due (47,2%).

Per il 34,8% gli ordini assicurano una pianificazione di qualche mese mentre solo nel 18% la visibilità supera il trimestre.

APPROVVIGIONAMENTO DELLE MATERIE PRIME

Sul versante dei costi associati all’approvvigionamento delle materie prime le imprese di Lecco, Sondrio e Como, segnalano un aumento dei listini in novembre, rispetto ad ottobre, che interessa oltre un quarto del campione (25,5%).

L’apprezzamento delle commodities è rilevato per tutti i settori merceologici considerati, nonostante appaia più diffuso per il comparto metalmeccanico (31,3%).

Nel 70,6% dei casi i prezzi delle materie prime sono ritenuti stabili mentre nel rimanente 3,9% è indicata un ribasso.

RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO E LIQUIDITA’

L’esame dei giudizi espressi dalle imprese lecchesi, sondriesi e comasche riguardo i rapporti con gli Istituti di credito in novembre evidenzia uno scenario caratterizzato da una generale stabilità delle condizioni, così come comunicato dal 93,7% del campione. In caso di indicazioni di variazione il 3,8% delle imprese segnala un peggioramento mentre il 2,5% un miglioramento.

Con riferimento al giudizio formulato riguardo la propria liquidità aziendale, il 40,6% delle imprese indica un quadro nella norma, il 39,4% esprime soddisfazione mentre il restante 20% valuta la situazione come migliorabile.

L’OCCUPAZIONE

Lo scenario occupazionale risulta influenzato, almeno in parte, dalle dinamiche di rallentamento registrate per gli indicatori di domanda, attività produttiva e fatturato risultando in contrazione, in novembre, per circa una realtà su cinque.

Nonostante il 77,9% delle imprese dei tre territori ritenga i propri livelli occupazionali stabili rispetto ad ottobre, il 17,7% del campione indica una diminuzione mentre il 4,4% comunica un aumento.

Nel mese di novembre, la quota di imprese che ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali è stata pari al 39,1% del totale.

Le aspettative riguardo l’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi si confermano principalmente improntate alla conservazione dei livelli (73,7%) ma, al pari di quanto analizzato nel corso dell’Osservatorio congiunturale, resta alta la quota di soggetti che ritiene probabile una riduzione dei propri organici (21,9%) rispetto a quella delle realtà che prevedono, invece, una crescita (4,4%).


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