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Confindustria Toscana Nord: dazi USA al 15%, il danno rimane

luglio 30 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Il punto di caduta nelle trattative sui dazi fra Stati Uniti e Unione Europea è stato nettamente più contenuto del ventilato 30%, esattamente la metà.

In assenza di indicazioni ufficiali precise, le interpretazioni ad oggi più accreditate sostengono che i dazi del 15% verranno applicati in maniera generalizzata e flat, assorbendo quelli esistenti: una differenza non da poco in una trattativa che peraltro è ancora in corso per alcune tipologie merceologiche. Per alcune di queste comunque i giochi sembrano chiusi in negativo (acciaio e alluminio, 50%, così come gran parte dei materiali ma anche dei prodotti finiti) o in positivo (alcuni farmaci  con dazio zero).

“Le trattative hanno contenuto il danno, ma sono state ben lontane dall’eliminarlo – commenta la presidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. Dazi al 15% sono comunque molto elevati e, sommati all’altra grave criticità del rapporto euro/dollaro, compromettono fortemente la competitività delle nostre imprese e rappresentano un fattore di freno per l’economia mondiale, facendo lievitare i prezzi e alimentando l’inflazione. Il 15% non è una vittoria perché il danno rimane, e anche pesante. Indipendentemente dalle motivazioni per cui l’Unione Europea non ha ottenuto di più, è ora indispensabile che venga fatto ogni sforzo per porre le aziende in condizione di competere sui mercati internazionali. Sostegni diretti ma anche un profondo ripensamento delle politiche europee e nazionali che creino condizioni di contesto favorevoli alle imprese. Non ci possiamo permettere, ora più che mai, indirizzi economici che creino appesantimenti e zavorre.”

Per memoria, si riportano i dati relativi alle esportazioni dell’area Lucca-Pistoia e Prato, già resi noti con nostro precedente comunicato

Le esportazioni complessive dell’area Lucca-Pistoia-Prato verso gli USA sfiorano nella media degli ultimi anni gli 800 milioni annui, pressoché esclusivamente dovuti a prodotti manifatturieri e in progressiva crescita; il mercato statunitense rappresenta il 7,6% del totale dell’export delle tre province. Meno ingenti ma comunque significative anche le importazioni, quantificabili in 180 milioni di euro annui (3,5% del totale), di cui l’85% costituiti da prodotti manifatturieri.

I settori dell’area interessati alle esportazioni verso gli USA sono per il 20% macchinari e apparecchi, principalmente macchine per l’industria cartaria e per il tessile (160 milioni euro nella media degli ultimi anni); per questi prodotti il mercato statunitense vale il 50% del totale, ed è quindi il primo per importanza. Un altro 20% di valori all’export è rappresentato dai prodotti alimentari, e anche per questi gli USA sono il primo mercato di riferimento con una quota del 30%. Gli USA sono il primo mercato, con riferimento all’area di Confindustria Toscana Nord, anche per il lapideo (quota del 40% del totale dell’export del settore) e le calzature (quota del 20%). Secondo mercato invece per la farmaceutica e i prodotti in metallo, con una quota, comunque rilevante, del 17%. E’ un caso particolare invece il 16% recente della nautica e del ferrotranviario: si tratta infatti di un valore che oscilla in maniera molto forte da un anno all’altro a causa del tipo di prodotto. Inferiori ma comunque significative le quote che riguardano altri settori, dal 9% degli articoli di abbigliamento al 6% di tessuti e filati e al 4% del cartario.

La quota di export della provincia di Lucca verso gli Stati Uniti è pari al 9,4% del valore totale delle esportazioni, con un ammontare di 525 milioni di euro. Alcuni settori comuni nel territorio lucchese hanno negli Stati Uniti il proprio mercato principale: la meccanica per la carta, attualmente a dazio zero; l’alimentare, oggi con dazi molto diversi da prodotto a prodotto ma comunque piuttosto contenuti; il lapideo, per alcuni prodotti a dazio zero e per altri con percentuali di poche unità.

Gli Usa rappresentano per Pistoia il 6,4% del totale esportazioni, per un valore di 114 milioni di euro. Per tre settori importanti nel pistoiese – alimentari, calzature e, con le specifiche del caso, macchinari e apparecchi – il mercato statunitense rappresenta il primo sbocco commerciale.

 


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