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CPF a Pitti Filati: iniziative consortili sempre più consolidate e in crescita

gennaio 21 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

CPF- Consorzio Promozione Filati si appresta a partecipare a questa 86a edizione di Pitti Filati con la soddisfazione di vedere le proprie attività, in parte collegate anche alla fiera, ormai ben affermate e in crescita.
E’ il caso di Feel the Yarn – Il Contest, che il consorzio gestisce insieme a Pitti Immagine e alla Fondazione Pitti Immagine Discovery. Quest’anno la competizione, giunta alla sua 11a edizione, registra un sensibile incremento delle aziende coinvolte, che passano dalle 27 dello scorso anno a 34: più ampie e variegate, quindi, le forniture di filati ai giovani per la realizzazione dei modelli in gara, e più numerose per gli studenti le opportunità di contatto con le imprese, distribuite in Toscana, Piemonte, Lombardia e Veneto.
Impennata anche delle scuole di moda coinvolte: 24 di 14 paesi (oltre all’Italia, Cina, Corea del sud, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Irlanda, Israele, Regno Unito, Spagna, Svizzera, Taiwan), rispetto alle 15 di 11 paesi della scorsa edizione.
“All’inizio dell’avventura del contest Feel the Yarn eravamo noi a cercare il coinvolgimento di scuole e imprese, ora accade il contrario – commenta Federico Gualtieri, presidente di CPF -. E’ questo il segno forse più tangibile del successo di questo progetto, che nel tempo ha visto affinarsi anche il livello dei partecipanti e, soprattutto, dei finalisti. Oggi, ancor più che in passato, possiamo permetterci di scegliere e selezionare il meglio. Ed è importante che sia così, perché fra gli scopi fondamentali del progetto c’è anche quello di stabilire legami con giovani che oggi sono studenti ma domani saranno i nostri riferimenti nelle imprese clienti, in essere o potenziali, che pongono la massima attenzione nell’intercettare i migliori talenti. Anche per questo motivo, nel potenziamento che stiamo attuando dei nostri canali di comunicazione, prevediamo di dare spazio con continuità, negli anni, ai partecipanti al contest. Il rapporto che si stabilisce attraverso Feel the Yarn fra le nostre imprese e questi giovani deve diventare, nelle nostre intenzioni, una vera e propria amicizia che dura nel tempo.”
Di più recente istituzione ma già affermato Feel the Yarn – Il Magazine, che ha raccolto importanti apprezzamenti dagli operatori dei settori filati e maglieria, divenendo un riferimento e uno strumento di lavoro. Il terzo numero del magazine, dal titolo “Out of Order” e incentrato sui temi della sostenibilità, sarà disponibile in fiera nello stand della libreria Fashion Room. Continua anche il fitto programma di missioni all’estero del consorzio, che sotto le insegne Feel the Yarn ha programmato degli workshop in Cina (Shanghai e Shenzen, a marzo), in Francia (Parigi, sempre a marzo) e Giappone (Tokyo, ad aprile).
“Come consorzio abbiamo l’obiettivo di potenziare la capacità delle imprese di presentarsi sui mercati – conclude Federico Gualtieri -. Un obiettivo che rientra in quello più generale che le nostre imprese hanno di qualificarsi e crescere, seguendo le tendenze a cominciare da quella importantissima dell’attenzione per la sostenibilità. Un’attenzione che anche come consorzio condividiamo pienamente nelle finalità, anche se come produttori questo comporta costi significativi. Concordo con quanto ha detto Raffaella Pinori: la sostenibilità non deve essere un lusso, ma un obiettivo con costi di cui anche i nostri clienti devono essere consapevoli. E consapevoli non solo per riconoscere gli sforzi che facciamo ma anche per limitarli. Un esempio è quello delle cartelle colore, che sono uno strumento di lavoro essenziale nel nostro settore, ma che talvolta sono richieste dai clienti senza tenere adeguato conto dell’impatto che il loro utilizzo ha sull’ambiente. Un impatto che, specie in termini di smaltimento, è senz’altro degno di nota: sia perché complessivamente ne vengono prodotte e spedite decine di migliaia per stagione, sia perché al termine del loro ciclo di vita confluiscono nei rifiuti indifferenziati, almeno in Italia. Come aziende e come consorzio stiamo lavorando a delle idee nuove per renderle più sostenibili, ma intanto ci auguriamo che venga fatta maggiore attenzione in fase di richiesta, per limitare all’essenziale l’impatto sulla sostenibilità del nostro business.”

 


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