Il caso Prato alla sessione tecnica del G7 Ambiente sul tessile e la moda sostenibili
dicembre 9 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, PratoA seguito degli incontri politici del G7 Ambiente, avvenuti in Italia la scorsa primavera, sono state definite ulteriori sessioni tecniche tematiche che si sono svolte nel corso dell’anno.
Una di queste, G7 ACT-Agenda on Circular Textiles and fashion, è in svolgimento online in questi giorni e ha visto la testimonianza di Roberta Pecci, componente il Consiglio generale di Confindustria Toscana Nord, sul caso Prato.
Confindustria Moda, coinvolta in via diretta nell’evento, ha infatti stabilito di portare all’attenzione degli interlocutori del G7 le realtà di Prato e Biella, invitate quindi a presentarsi ai partecipanti degli altri paesi Francia, Germania, Canada, USA, Giappone e Regno Unito.
Scopo di G7 ACT è la definizione di azioni concrete da realizzare su base volontaria, in un orizzonte di breve o medio termine, per sostenere e sviluppare un’industria della moda più circolare e sostenibile: un obiettivo che, per conseguire risultati efficaci, richiede strategie condivise su scala internazionale. Fra i temi toccati quelli fondamentali del design sostenibile, della promozione del riuso e del riciclo, della responsabilità estesa del produttore e della tracciabilitÃ
“E’ stata per Prato un’occasione non solo di visibilità ma soprattutto di condivisione di tematiche a cui teniamo particolarmente – spiega Roberta Pecci -. Inevitabili i riferimenti ai dossier europei attualmente aperti, dall’EPR all’end of waste, e a regolamenti come il Reach che investono tutto il manifatturiero ma che hanno nel tessile un settore sensibile. Tuttavia, data la prevalenza nel G7 di paesi fuori dall’Unione Europea, abbiamo insistito in particolare su questioni trasversali come le certificazioni internazionali. Questo per Prato è un capitolo determinante: le nostre imprese non hanno generalmente problemi a corrispondere nella sostanza a quanto richiedono le certificazioni ambientali, ma incontrano difficoltà a poter comprovare questa loro rispondenza a causa della frammentazione della filiera e alla forte presenza di aziende piccole, poco strutturate e quindi poco attrezzate a gestire le procedure richieste dai certificatori. Stiamo lavorando per rendere più agevoli questi percorsi e il G7 ACT è stata un’occasione per cercare alleanze in questa direzione o quantomeno per rendere consapevole il mondo della moda di queste criticità procedurali e formali.”
Nella foto: Roberta Pecci