Moda, Tessile, Abbigliamento

Il settore Tessile-Moda italiano nel 2017-2018 (SMI per Pitti Immagine)

maggio 17 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Carpi, Como, News, Prato

Nota a cura di Confindustria Moda – Centro Studi per Sistema Moda Italia

1. Il quadro generale

In attesa di completare la raccolta delle informazioni aziendali e di diffondere il bilancio settoriale definitivo per il 2017, ad oggi, secondo le elaborazioni SMILIUC, per il Tessile-Moda italiano si prospetta una crescita su base annua pari al +2,4%, (con uno scostamento, dunque, di 0,6 punti percentuali in più rispetto alle stime diffuse lo scorso giugno allorquando ci si attendeva una crescita del +1,8%).

Il turnover settoriale, pertanto, passerebbe a 54,1 miliardi di euro, guadagnando oltre 1,2 miliardi rispetto al consuntivo 2016. Come noto, nel corso del 2017 il commercio internazionale si è rivelato molto dinamico; il Tessile-Moda italiano si è giovato di tale ritrovato slancio e l’export ha mantenuto un discreto tasso di crescita per tutto l’anno, specie grazie ai comparti del ‘valle’ della filiera. Ciò nonostante l’apprezzamento dell’euro, a testimonianza della miglior capacità competitiva che le imprese hanno saputo mettere in campo rispetto al passato quando apparivano più fragili e meno attrezzate di fronte a simili andamenti valutari.

Dopo le significative contrazioni dei livelli occupazionali negli anni scorsi, nel 2017 per la prima volta si rileva un’inversione di tendenza nel caso degli addetti al settore, stimati in aumento del +0,1%, dinamica corrispondente a un recupero di oltre 400 posti di lavoro). Anche le aziende attive presentano un rallentamento del tasso di flessione (-0,8%), con un saldo tra chiusure e nuove aperture di circa 370 aziende in meno.

2. Gli scambi con l’estero nel 2017

Nel corso del 2017 le vendite estere di Tessile-Moda hanno sperimentato una crescita del +3,5% medio annuo, sfondando così i 30,5 miliardi di euro. La dinamica favorevole ha interessato sia l’export del ‘monte’ della filiera, pur in aumento solo del +1,7%, sia soprattutto l’export del ‘valle’, che ha archiviato l’anno a +4,5%, in accelerazione, dunque, rispetto al ritmo sperimentato nel 2016 (+2,4%).

Sul fronte import, nel 2017 i prodotti di Tessile-Moda mostrano un aumento del +1,9%, passando complessivamente a 21 miliardi di euro. In tal caso, il Tessile assiste ad una crescita del +3,3%, mentre l’Abbigliamento-Moda del +1,3%.

L’effetto combinato dei flussi commerciali in uscita e in ingresso dal nostro Paese ha determinato nel 2017 un miglioramento del surplus con l’estero; il saldo commerciale si porta, infatti, a 9,6 miliardi di euro circa, sperimentando nei dodici mesi un aumento di quasi 650 milioni.

Sotto il profilo merceologico, l’export mostra generalizzate evoluzioni positive; best performer si rivela la maglieria, in aumento del +8,8%, seguita dalla calzetteria, che cresce del +5,3%. Tra i comparti a ‘valle’, inoltre, le vendite estere di abbigliamento confezionato salgono del +1,9%. Il tessile per l’arredo-casa mostra una variazione del +3,8%, mentre il complesso dei tessuti non va oltre al +0,6%. Unica dinamica lievemente negativa si registra per i filati, che frenano al -0,2%.

Guardando all’import, il ritmo di crescita più vigoroso si riscontra per la calzetteria, in aumento del +6,2%. L’import di maglieria assiste ad un incremento del +3,5%, mentre quello di abbigliamento confezionato risulta in calo del -1,0%. Tra i comparti del ‘monte’, le importazioni di filati e tessuti presentano rispettivamente una dinamica del +4,3% e del +1,0%. Una battuta d’arresto (-0,2%) si archivia, invece, per il tessile-casa d’oltremare.

Dal punto di vista geografico, nel 2017 l’export diretto nella UE cresce nella misura del +4,0%, mentre quello destinato alle aree extra-UE si muove su un tasso pari al +2,9%. Sul fronte import, l’area comunitaria presenta un aumento del +2,4%, mentre i flussi provenienti dalle aree extra-UE, in grado di assicurare il 55,9% del totale, segnano un +1,6%.

Venendo ora all’analisi delle vendite estere per paese di destinazione, si rileva come Germania e Francia, anche nel 2017, si confermino i primi due mercati di sbocco del Tessile-Moda italiano, segnando rispettivamente una crescita del +4,0% e del +2,0%. Prosegue il trend favorevole del Regno Unito, in aumento del +4,9%, e della Spagna, che archivia un incremento del +5,6%.

Relativamente ai mercati extra-europei, l’export verso gli Stati Uniti, terzo mercato e primo non-UE, dopo l’aumento double-digit messo a segno nel 2015 (+17,3%), resta interessato ancora da un calo (-1,7%), pur decelerando in maniera significativa rispetto al 2016 (-5,6%). Hong Kong e Cina archiviano rispettivamente un calo del -1,0% e viceversa un aumento del +11,9%; se sommati, per un valore di 2.739 milioni di euro, superano ampiamente gli USA. Restando in Far East, l’export verso il Giappone cambia passo rispetto al 2016 e registra un decremento del -2,9%; l’export diretto in Corea del Sud sperimenta, invece, un aumento del +6,2%. La Russia, tornata positiva nel 2016, evidenzia un’accelerazione al +10,9%, tornando così a superare il miliardo di euro.

Con riferimento ai partner di approvvigionamento, anche nel 2017, come da ormai una decina di anni a questa parte, saldamente al primo posto resta la Cina, pur in frenata al -0,6%. Di contro, gli altri principali supplier risultano muoversi in territorio positivo. In particolare, in area UE, la Francia segna un aumento del +3,4%, la Spagna del +8,1%, la Germania del +4,1%. Il Bangladesh cresce del +5,7%, portandosi a 1,3 miliardi di euro. Di contro, sia la Turchia sia la Romania evidenziano delle flessioni, rispettivamente pari al -4,7% e al -6,7%.

3. La congiuntura nel primo trimestre del 2018

Secondo l’Indagine Congiunturale svolta dal Centro Studi di Confindustria Moda per SMI su un panel di oltre settanta imprese operanti in tutti gli stadi della filiera Tessile-Moda, il 2018 si è aperto con una prosecuzione del trend favorevole.

Come di norma accade, peraltro, i risultati emersi mediano, inevitabilmente, performance assai differenti che hanno caratterizzato i diversi comparti della filiera, ma soprattutto i “numeri” ottenuti dalle singole aziende, che, pur all’interno di medesimi segmenti di business, sono caratterizzate da dinamiche estremamente diversificate vista la “schizofrenia” che caratterizza la domanda. I dati qui commentati, pertanto, pur dando uno spaccato aggiornato del settore, non permettono di cogliere le tante sfumature e specificità, positive o negative che siano, che interessano le singole realtà settoriali.

Premesso ciò, sulla base delle elaborazioni effettuate sui dati di fonte interna aziendale (pur ancora provvisorie e, pertanto, soggette a possibili rettifiche), da gennaio a marzo 2018 le aziende del Tessile-Moda a campione presentano un fatturato in moderato aumento rispetto al medesimo periodo del 2017, sperimentando, nel complesso, una variazione pari al +1,5%. A livello di macro-comparto, il Tessile si mostra in crescita del +3% circa, mentre il “valle” inizia l’anno sottotono e non va oltre al +0,6%. Più in dettaglio, il mercato estero si rivela dinamico sia per le aziende tessili (+3,2%) sia per le aziende del “valle”, che fanno registrare una dinamica pari al +2,6%. Di contro, sul mercato interno il panel dell’abbigliamento sperimenta complessivamente una flessione, nella misura del -1,6%. Le aziende tessili a campione crescono, invece, del +2,8% in Italia (anche se per produzioni per lo più destinate oltreconfine).

Nei primi tre mesi dell’anno in corso la raccolta ordini si rivela soddisfacente, evidenziando una dinamica pari al +3,4%. In tal caso, la raccolta interna registra un aumento del +3,8%, mentre quella estera segna un +3,5%. Gli operatori del settore, condizionati dalle molte incertezze di contesto, restano prudenti. Dall’analisi del sentiment circa l’evoluzione della congiuntura nel breve termine, si rileva come un’ampia quota di intervistati, ovvero il 73,2% del campione, propenda per una “stabilità” delle condizioni di mercato. Confida in un ulteriore miglioramento, invece, il 18,3% del panel complessivo (con una quota più ampia nel caso dell’abbigliamento), mentre risulta pari all’8,5%, e quindi minoritaria, la quota di quanti temono un peggioramento.

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Pubblicazione a cura di Confindustria Moda

La presente pubblicazione (in seguito Documento) è opera esclusiva ed originale di Confindustria Moda a favore della Federazione Tessile e Moda – SMI (per il tramite di Tessile & Moda Service – Soc. nipersonale). Confindustria Moda è impegnata in numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese dei settori aderenti. Il presente Documento, realizzato per Pitti Immagine srl, è destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e non può essere ridistribuito, riprodotto, pubblicato o alterato in alcuna delle sue parti da soggetti non espressamente autorizzati. Tutti i diritti di autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente informative e non rappresenta né un’offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le valutazioni e le previsioni contenute nel Documento sono state ottenute o derivano da fonti che Confindustria Moda ritiene attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia implicita sia esplicita e di cui, pertanto, Confindustria Moda e la Federazione Tessile e Moda non si ritengono responsabili.


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