Moda, Tessile, Abbigliamento

Industria e artigianato concordi sulle misure da adottare: “Ora tocca alla politica”

gennaio 20 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

CNA Toscana Centro, Confartigianato Imprese Prato e Confindustria Toscana Nord insieme per il distretto industriale pratese: le tre associazioni hanno scelto di attivarsi unitariamente per ottenere da Governo e Regione Toscana risposte e risorse adeguate per la salvaguardia e il rilancio dell’economia locale, a partire dal settore trainante del tessile-abbigliamento

Frutto di questo lavoro è stato un articolato Documento strategico in cui, oltre ai dati relativi al peso economico del settore tessile-abbigliamento pratese, sono stati individuati gli interventi prioritari per il distretto, sui quali le tre associazioni intendono attivare l’impegno di tutti gli interlocutori istituzionali, sociali e professionali, ad ogni livello.

Il Documento strategico è stato presentato oggi in conferenza stampa dai massimi vertici delle tre organizzazioni: Claudio BettazziFrancesco Viti (rispettivamente presidente di CNA Toscana Centro e presidente di CNA Federmoda); Luca Giusti Moreno Vignolini (rispettivamente presidente di Confartigianato Imprese Prato e dei tessili della stessa associazione) e Francesco Marini Maurizio Sarti (rispettivamente vicepresidente di Confindustria Toscana Nord e presidente della sezione Sistema moda della stessa associazione).

“Nel manifatturiero – è stato sottolineato – i prodotti del settore moda sono i più colpiti dalla crisi economica determinata dalla pandemia Covid-19. L’altissima concentrazione del settore nell’area pratese ha fatto sì che Prato sia la provincia toscana che registra la più grande contrazione della produzione, una delle più ferite a livello nazionale. La crisi in corso, di fatto,  si configura per Prato come la terza grande prova in soli 20 anni e se non governata con strategie all’altezza rischia di incidere sul percorso di assestamento degli ultimi anni con una discontinuità irreversibile. Il superamento di questa crisi rende quindi indispensabile la massima capacità di reazione di tutti i soggetti coinvolti, nella consapevolezza che, di fronte a una emergenza di questa gravità, è fondamentale agire come una sola entità che metta in campo la massima coesione, volontà e senso di responsabilità. Mai come in questo momento storico serve il  pieno sostegno degli attori pubblici con le migliori e più coraggiose scelte di politica industriale e infrastrutturale, con azioni e risorse che devono coinvolgere tutti i diversi gradi di responsabilità, dal Governo fino agli enti locali, passando per i nostri rappresentanti in Parlamento, il cui impegno sarà dirimente per portare a Prato i risultati necessari a vincere questa battaglia”.

Da qui le puntuali richieste di profilo sia nazionale che regionale; nella dimensione toscana peraltro alcuni rappresentanti delle associazioni che hanno prodotto il documento rivestono ruoli apicali per il settore moda e potranno portare anche in quella sede istanze coerenti con quelle individuate per Prato. Fra i punti di forza del Documento, da sottolineare la già decisa attivazione di un Osservatorio Economico che sarà realizzato con il contributo scientifico di IRPET per definire, sulla base di analisi puntuali, lo stato dell’arte e soprattutto il disegno di tutte quelle misure urgenti che dovranno servire a recuperare una situazione definibile come grave e preoccupante.

Le misure individuate nel documento partono dal presupposto che le necessità di intervento investano un primo e più urgente livello di tutela e ristoro delle attività economiche; un secondo livello orientato al rilancio; infine un programma a medio e lungo termine che ridisegni, potenziandoli, i fattori di contesto in grado di favorire e sostenere le attività produttive.

Fra gli obiettivi strategici di più diretto e particolare interesse del distretto pratese sono menzionati nel documento gli incentivi alla crescita dimensionale e ai riassetti organizzativi, considerati importanti anche per settori diversi dalla moda come la meccanica e altri; ancora incentivi e contributi a fondo perduto, anche attraverso i fondi strutturali europei oltre che come voce del Recovery Fund, per strategie aziendali mirate alla sostenibilità, all’economia circolare e all’approvvigionamento energetico; risorse per la transizione digitale. Sul versante infrastrutturale, essenziale una programmazione impiantistica per lo smaltimento dei rifiuti tessili che restituisca competitività alle imprese, diminuendo i costi e puntando sui rifiuti riciclabili e sostenibili grazie a una gestione corretta ed economicamente positiva del ciclo dei rifiuti urbani e industriali; una rinnovata attenzione per l’intermodalità, inspiegabilmente assente dai macro-obiettivi del Recovery Plan ma importante per Prato e per lo sviluppo del suo interporto; la concretizzazione dei progetti in corso, in vario stadio di avanzamento e per i quali ha un ruolo fondamentale la Regione Toscana, per il potenziamento della rete ferroviaria, la realizzazione della metrotramvia di collegamento con Firenze e con il suo aeroporto, del quale si auspica lo sviluppo, interventi per la rete viaria.

Altri capitoli menzionati nel documento e di interesse nazionale riguardano i finanziamenti per l’internazionalizzazione, la formazione e l’assunzione di giovani, le azioni a supporto di liquidità ed export, l’estensione fino al 31 luglio 2021 della CIG straordinaria Covid 19 FSBA, senza oneri a carico delle imprese, l’alleggerimento degli oneri fiscali e meccanismi di ristoro, con l’eliminazione strutturale dell’Irap e il superamento dei codici Ateco con criteri basati invece sui fatturati; inoltre, sul versante di pertinenza della Regione Toscana, misure di sostegno allo sviluppo, con particolare attenzione ai distretti industriali e alle filiere, all’economia circolare e all’innovazione digitale; revisione del progetto di accesso al credito Garanzia Toscana; finanziamenti atti a rafforzare il sistema della formazione professionale per il sistema manifatturiero.

Per l’approfondimento delle singole tematiche, si rimanda al Documento Strategico integrale in link

Oppure puoi scaricarlo qui: InterventiPrioritariPrato

Provvedimenti emergenziali, di rilancio e a lungo termine per le imprese, il presidente di Confindustria Toscana Nord Grossi: “Noi abbiamo le idee chiare, indispensabile l’appoggio politico”

Una ricognizione puntuale sui bisogni delle imprese, effettuata con il coinvolgimento diretto della base associativa, da cui è emerso un documento di sintesi reso noto oggi da Confindustria Toscana Nord: di questo si è parlato oggi in una conferenza stampa che è servita anche a fare il punto sui possibili percorsi da tracciare per tradurre le proposte delle imprese in interventi concreti.

Il lavoro che Confindustria Toscana Nord ha svolto con le sezioni merceologiche che compongono l’associazione tiene conto di un aspetto fondamentale: la necessità di distinguere fra provvedimenti di tutela e ristoro da un lato, di rilancio del sistema produttivo dall’altro e infine, guardando a un orizzonte temporale più ampio, di potenziamento e qualificazione di quei fattori di contesto, a cominciare dalle infrastrutture, che sono indispensabili per fare impresa. Questo per evitare approcci non centrati e dispersivi a temi che hanno tempistiche, iter e interlocutori diversi.

“Un soggetto privato quale è la nostra associazione, per quanto inserita in un sistema autorevole come quello di Confindustria, può solo proporre e non disporre. – osserva il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi – Constatazione ovvia, questa, ma talvolta dimenticata quando il lavoro che facciamo quotidianamente, con continuità e determinazione, stenta a raccogliere i risultati attesi. Abbiamo le idee estremamente chiare su quello che occorre alle imprese e al Paese per superare il tunnel della pandemia: idee su temi generali e trasversali, sulla dimensione regionale e locale, su quello che le imprese stesse devono fare ma che spesso non possono realizzare per mancanza di attenzione da parte della politica. La ricognizione che abbiamo effettuato è un primo passaggio a cui segue una seconda fase, che è ancora in corso e che consiste nell’individuare, per ciascuno dei temi evidenziati, uno o più percorsi potenzialmente in grado di portare a risposte concrete. Alcuni di questi temi infatti possono trovare accoglimento nel processo di implementazione del Recovery Plan; altri potranno auspicabilmente essere tenuti in conto dalla Regione Toscana ai fini dei bandi per la fruizione dei fondi strutturali europei; altri ancora dipendono dal legislatore italiano in rapporto alle risorse e alle politiche nazionali; alcuni hanno potenzialmente più strade. Una volta terminata questa seconda fase di individuazione dei percorsi possibili chiameremo direttamente in causa i nostri interlocutori a livello nazionale, regionale e locale: gli interlocutori giusti, coerenti con le finalità di ogni capitolo, a cui chiederemo sostegno, in maniera circostanziata e puntuale, su ogni singola richiesta. La partita in gioco è altissima: la capacità dell’industria di continuare a essere un pilastro, anzi ‘il’ pilastro, dell’economia locale e nazionale, senza che la discontinuità introdotta dalla pandemia si traduca in un arretramento strutturale. Politicamente il momento è, a livello italiano, di estrema complessità, ma finché il Parlamento sarà questo, nella dimensione nazionale i nostri interlocutori diretti rimangono i parlamentari espressi dal territorio e in carica fino a nuove elezioni, chiamati a gestire i prossimi cruciali mesi. A loro chiederemo di farsi carico con la massima determinazione dei problemi dei loro territori di riferimento, così come agli organi della Regione Toscana, da poco costituiti, chiediamo un colpo d’ala che porti la politica regionale a un livello di efficienza e concretezza diverso e migliore rispetto al passato. Problemi come quello, incancrenito, di una adeguata dotazione impiantistica regionale per lo smaltimento dei rifiuti, inclusi quelli degli inerti provenienti dall’edilizia, vanno affrontati e risolti, senza ulteriori indugi di cui le imprese sono giustamente stanche. Sempre la Toscana dovrebbe guardare con più attenzione alle proposte delle aziende del lapideo: quelle di Confindustria Toscana Nord hanno promosso studi che ne dimostrano interessanti possibilità di utilizzo, già sperimentate in altre regioni. A livello nazionale, occorre prendere atto che il prolungamento della situazione emergenziale rende indispensabile estendere la cassa integrazione straordinaria covid almeno fino alla fine di luglio e prevedere per tutto l’anno il credito d’imposta per le spese sostenute dalle imprese per sanificazione e dispositivi di sicurezza. Anche a causa del prolungarsi della pandemia, ma soprattutto per la validità dello strumento in sé e per sé e in un’ottica di rilancio, il Superbonus 110% deve essere esteso almeno fino a tutto il 2023, in modo da poter dispiegare tutti i suoi potenziali effetti positivi. Grave poi che si continui a ostinarsi sulla Plastic Tax, dopo che proprio la pandemia ha evidenziato cosa significhi la plastica anche per la sicurezza e la salute di noi tutti: Unione Europea e Italia dovrebbero capire che almeno per tutto il 2021 questo incomprensibile balzello non deve essere applicato. Nel documento si insiste molto anche sul capitolo infrastrutture, trasversali al territorio come ad esempio il raddoppio della linea ferroviaria Firenze-Viareggio anche oltre il già quasi ultimato intervento fino a Montecatini; ma poi ci sono anche gli interventi locali. Gli assi viari di Lucca attendono l’ultimo decisivo impulso politico per essere finalmente realizzati, dopo un percorso pluridecennale di impensabile complessità per un’opera di utilità così evidente, mentre l’asse di penetrazione al porto di Viareggio – altra opera essenziale, così come il dragaggio del porto stesso, soggetto a insabbiamenti – è ancora nella fase precedente alla stipula dell’accordo di programma per l’esecuzione dello studio di fattibilità.”

“Il nostro documento si apre sui temi della liquidità. – specifica Daniele Matteini, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord –  Ribadiamo infatti  la necessità di garantirla per tutto il 2021, proseguendo con le misure che la favoriscano (proroga moratoria e garanzie del Fondo di Garanzia e di SACE;  l’aumento dell’importo garantito a 5 milioni e l’estensione alle Mid-Cap, rifinanziamento e potenziamento della Nuova Sabatini e delle garanzie statali per sostenere il mercato delle assicurazioni del credito commerciale). Nello stesso modo, va fissato al 31 dicembre 2021 il quadro complessivo degli aiuti di stato. Altri interventi sollecita il nostro documento, e che vanno tutti nell’ottica di sostenere le industrie che con fatica continuano a produrre; dall’estensione  della CIG straordinaria Covid-19, senza oneri a carico delle imprese, alla eliminazione degli oneri per le imprese derivanti dall’assenza dei lavoratori causa Covid-19, a causa della positività degli stessi o quarantena da contatto stretto etc. e trattata, ai sensi delle normative vigenti come malattia, attraverso il sostenimento di detti oneri da parte dell’INPS. Chiediamo sostegno per le industrie che fin dai primi giorni di epidemia hanno agito maniera responsabile tutelando la salute dei propri addetti (rifinanziamento, potenziamento dal 60% all’80% e proroga a tutto il 2021 del credito d’imposta per le spese sostenute per la sanificazione e acquisto dei dispositivi di sicurezza atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti estendendo l’ammissibilità anche alle spese sostenute per eseguire test sierologici sul personale dipendente, ad oggi non agevolate). Preziosa la politica dei ristori alle aziende, proporzionati alla diminuzione di fatturato 2020 rispetto al 2019. Se le misure sopra enunciate valgono per la sopravvivenza delle imprese, si pone, forte e deciso, il tema della loro crescita: che passa necessariamente dall’innovazione.  E’ questa una delle leve strategiche  previste per l’attuazione del piano nazionale per le quali occorre attivare strumenti agevolativi a fondo perduto e ulteriori crediti d’imposta per il supporto alla digitalizzazione di prodotti e collezioni, archivi aziendali e processi produttivi/organizzativi. Andranno sostenute la creazione di show room virtuali e la realizzazione di marketplaces o piattaforme per favorire l’incontro tra domanda e offerta di articoli unitamente alle correlate campagne promozionali. Il tema apre platee sconfinate di argomenti correlati, dalla formazione all’inserimento in azienda di professionalità che in un solo anno si sono mostrate strategiche (quelle legate al digital marketing o social communication e advertising); per finire agli investimenti in innovazione tecnologica, design e ideazione estetica rispetto ai quali si propone di innalzare l’aliquota di agevolazione prevista dal credito d’imposta per gli investimenti , incrementando contestualmente i massimali. La formazione sarà un asset portante del rilancio; in questo senso occorre che gli ITS, strumenti preziosi per preparare i futuri tecnici delle imprese, siano adeguatamente finanziati per coprire al meglio le esigenze delle imprese. Nel caso dell’ITS meccanica, ad esempio, è necessario che vi sia una più ampia copertura della gamma di comparti e specializzazioni. E mentre il sistema industriale si adegua alle sfide di crescita e sviluppo, altrettanto deve fare il suo territorio: il tema infrastrutturale andrà finalmente affrontato, con decisione e determinazione. La posizione di Pistoia, strategica da un lato, rischia di diventare marginale se il sistema di viabilità e trasporti non le daranno la dignità che si merita, anche per la sua accentuata vocazione turistica. Un settore peraltro, quello turistico, che nel territorio coperto da Confindustria Toscana Nord esprime eccellenze su praticamente tutti gli aspetti del turismo nazionale, da quello balneare, montano e termale alle città d’arte e ai borghi minori. Il potenziamento dell’Autostrada A11, a lungo rinviato, ripreso, di nuovo sospeso deve essere una delle opere che sostengono la ripresa del territorio.”

“Attività aziendali fondamentali da sostenere, trasversali a molti settori, sono la promozione, commercializzazione e internazionalizzazione delle imprese: la pandemia ha prodotto una battuta di arresto che deve essere recuperata ed anzi essere colta come occasione per fare un salto in avanti. – conclude il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini – Su questi capitoli qualcosa è stato previsto, ma non abbastanza. Ad esempio i finanziamenti per l’internazionalizzazione gestiti da Simest, che possono coprire a fondo perduto il 50% dei costi delle imprese, devono ricevere risorse adeguate. Bene anche l’innovazione digitale delle PMI, singole e aggregate, che si traduce anche in strumenti per la commercializzazione on line: di nuovo, però, occorrono risorse e modalità agevoli per accedervi. Quando poi, speriamo a breve, riprenderà pienamente l’attività fieristica bisognerà che il credito d’imposta per le imprese che vi parteciperanno sia effettivo, regolato da decreti attuativi che a ora non ci sono, così come non c’è ancora il decreto per rendere operative le garanzie Sace all’export e all’internazionalizzazione, con dotazione di 200 miliardi, previste dal decreto liquidità di aprile 2020. Per quanto riguarda nello specifico Prato, si tratta di un caso molto particolare: l’elevatissima concentrazione sul territorio di imprese del settore moda, che fra quelli del manifatturiero è il più colpito dalle conseguenze della pandemia, ne fa un’area in forte sofferenza, che necessita di attenzioni speciali sia dal punto di vista della tutela che nell’ottica di un rilancio sostenuto anche da un nuovo e più efficiente contesto. Accanto a misure che alleggeriscano gli oneri derivanti da personale che purtroppo non sempre è pienamente impegnato – cassa integrazione straordinaria covid ma anche eliminazione strutturale dell’Irap già dal 2020 – devono essere fin d’ora messi in cantiere provvedimenti di ristoro anche di altra natura. Ad esempio, fra i molti ritardi ce n’è anche uno che riguarda un provvedimento molto atteso dalle imprese della moda: quello per rendere operativo il credito d’imposta del 30% a compensazione della svalutazione dei magazzini, di cui nel Decreto crescita è stata riconosciuta l’obsolescenza data la peculiare natura dei beni del settore. Guardando avanti in direzione del rilancio, vi sono provvedimenti che avrebbero un costo minimo o nullo ma che si trascinano da lungo tempo: è ora che le autorità nazionali lavorino senza più esitazioni ai regolamenti sull’End of waste, soprattutto del tessile. A questo proposito confidiamo nel tavolo aperto pochi giorni fa con i Ministeri dell’ambiente, della salute e dello sviluppo economico: favorire il riutilizzo industriale degli scarti è fondamentale se si vuole che l’economia circolare non sia solo un’idea astratta. Un’idea che, oltretutto, per concretizzarsi ha bisogno anche di impianti che smaltiscano la parte degli scarti non riutilizzabile come materia ma come energia. Sempre sul versante infrastrutture ricordo anche la necessità, che ribadiamo nel nostro documento, dello sviluppo del sistema aeroportuale toscano, sia a Pisa che a Firenze, e le molte opere da realizzare o completare o riqualificare, dalla metrotranvia Firenze-Prato alla 2a tangenziale, dall’interporto alla SR325 e ad altre opere viarie. Concludo menzionando quella che è probabilmente l’opera con finanziamento privato più singolare della Toscana: la fognatura industriale in corso di realizzazione a Prato da parte di un gruppo di imprese facenti capo a Progetto Acqua. Ci sarebbero tutte le caratteristiche per una sua inclusione fra le opere da finanziare con il Recovery Fund: noi lavoreremo per questo obiettivo.”

Link a documento “Istanze del sistema industriale di Lucca, Pistoia e Prato”

 


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