Moda, Tessile, Abbigliamento

L’INDUSTRIA ITALIANA DEL TESSILE-ABBIGLIAMENTO NEL 2023

dicembre 1 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Economia, News

Nota a cura di Confindustria Moda – Centro Studi per S.M.I.

Il bilancio settoriale del 2022

L’industria italiana del Tessile-Abbigliamento, secondo le elaborazioni effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Sistema Moda Italia, ha chiuso il 2022 in area positiva, mettendo a segno un aumento del fatturato pari al +17,8% rispetto all’anno precedente. Il turnover settoriale nel 2022 si è portato a 62,5 miliardi di euro, guadagnando quasi 9,5 miliardi rispetto al consuntivo 2021.

Il settore ha così superato i livelli pre-Covid, mettendo a segno una crescita del +11,7% rispetto al 2019. Il risultato medio settoriale in termini di fatturato sintetizza le dinamiche dei due macrocomparti di cui si compone la filiera: il “monte” ha archiviato il 2022 con un incremento del +19,3%, mentre il valle è cresciuto del +17,1%.

L’evoluzione congiunturale nel corso del 2023

Il 2023 è iniziato la prosecuzione, nel primo semestre, del trend positivo registrato nell’arco dell’anno 2022, come rilevano sia i dati di interscambio sia le prime indicazioni rilasciate dal Centro Studi di Confindustria Moda. Per i primi sei mesi 2023 è stata stimata una crescita media del fatturato settoriale pari al +7,1% rispetto allo stesso periodo 2022.

L’anno è proseguito con un terzo trimestre in cui sono emersi i primi segnali di indebolimento del ciclo economico: il rallentamento nella congiuntura settoriale, ampiamente previsto e innescatosi già nel secondo trimestre, ha infatti trovato evidenza nelle indicazioni riferite alla terza frazione dell’anno. Sulla base dei risultati ottenuti dall’indagine semestrale svolta sugli associati SMI, unitamente a quelli dell’Indagine Rapida Congiunturale relativa al “Tessile, Moda e Accessorio” rappresentato da Confindustria Moda realizzata nei mesi di ottobre-novembre 2023, ponderando le risposte ricevute dalle imprese del Tessile-Abbigliamento emerge che, diversamente da quanto rilevato nelle precedenti rilevazioni, nel terzo trimestre 2023 è divenuta prevalente la quota di aziende interessate da dinamiche del fatturato negative, che portano a stimare il terzo trimestre in flessione del -0,7%. Di conseguenza, guardando al dato cumulato da inizio anno vi è un ridimensionamento dell’incremento atteso: il fatturato del Tessile-Abbigliamento nei primi 9 mesi 2023 è ora stimato in crescita del +4,5% rispetto al medesimo periodo 2022, poco più di mezzo punto percentuale al di sotto di quanto previsto nelle rilevazioni condotte a luglio.

L’evoluzione complessivamente positiva del fatturato settoriale nei primi nove mesi del 2023 è stata accompagnata da un andamento meno favorevole in termini di volumi prodotti. Sono molte le aziende operanti nel Tessile-Abbigliamento che hanno segnalano un arretramento della produzione rispetto alle quantità del gennaio-settembre 2022. A conferma di dinamiche produttive non certo esaltanti, l’indice Istat della produzione industriale segna nel cumulato dei primi nove mesi, per la voce CB13 della classificazione Ateco – che si riferisce al Tessile – un poco confortante calo tendenziale pari al -9,8% mentre per la voce CB14 – riferita all’abbigliamento – una sostanziale stabilità (-0,3%).

Anche con riferimento agli ordinativi raccolti nel terzo trimestre 2023, la maggior parte delle aziende del Tessile-Abbigliamento ha dichiarato una dinamica negativa, a differenza di quanto rilevato nelle precedenti analisi. In base ai dati di fonte aziendale, anche il portafogli ordini evidenzia un cambio di rotta, registrando in media un calo pari al -1,6% rispetto al luglio-settembre 2022. Un risultato decisamente meno brillante di quelli evidenziati nei trimestri precedenti, che getta più di un’ombra sull’andamento degli ultimi mesi  dell’anno.

I primi segnali di indebolimento sono visibili anche in riferimento alle performance sui mercati esteri. Sulla base degli ultimi dati ISTAT recentemente diffusi, il gennaio-agosto 2023 vede infatti un export settoriale in aumento del +3,2%, per un totale di 25,6 miliardi di euro; allo stesso tempo, un import che presenta una flessione del -1,7%, per un totale di 18,4 miliardi di euro.

Focalizzando dapprima l’analisi sulle esportazioni, con riferimento agli sbocchi commerciali si sottolinea come il mercato comunitario e quello extra-UE si siano mantenuti favorevoli per il settore, crescendo rispettivamente del +4,9% e del +1,6% nel periodo monitorato. Il mercato UE copre il 50,1% dell’export totale di settore, risultando di poco il maggior “acquirente”, mentre l’extra-UE assorbe il 49,9% delle vendite.

Nel periodo in esame, la prima destinazione del Tessile-Abbigliamento è la Francia, che mette a segno un aumento del +12,0%, assicurandosi l’11,7% delle vendite totali; al secondo posto, con una crescita più contenuta, pari al +4,6%, troviamo la Germania, seguita dagli Stati Uniti, che registrano una variazione negativa del -4,6%, per un totale di 1,8 miliardi di euro (7,2% sul totale).

La Svizzera, in quarta posizione, presenta una flessione a doppia cifra del -19,3%; la Spagna, al quinto posto, palesa un aumento nella misura del +0,9%. Troviamo poi la Cina, pressoché stabile (+0,1%); similmente, Hong Kong (nono) chiude gli otto mesi in aumento di un debolissimo +0,5%.

Tutte le restanti principali destinazioni presentano delle dinamiche positive, sebbene con ritmi differenti; unica eccezione il Regno Unito, che mostra un calo del -2,9%, assicurandosi 1,1 miliardi di euro (4,4% sul totale).

Relativamente alle importazioni, dalla UE proviene il 47,1% del Tessile-Abbigliamento in ingresso nel nostro Paese e di conseguenza l’extra-UE garantisce il 52,9%: mentre la prima macro-area chiude il gennaio-agosto 2023 con una crescita del +12,1%, la seconda segna una flessione del – 11,4%.

In tale periodo la Cina, nonostante una contrazione del -22,1%, si mantiene in prima posizione con un’incidenza del 16,5% sul totale importato. Secondo paese fornitore è la Francia, che presenta una variazione positiva a doppia cifra pari al +15,0%, seguita dalla Spagna, in aumento del +8,8%.

Il Bangladesh, a fronte di un calo del -15,3%, scende a 1,1 miliardi di euro. Registrano flessioni anche Turchia, India e Pakistan, a differenza degli altri principali fornitori che presentano delle dinamiche positive.

In ultimo, anche analizzando i consumi interni si rilevano primi segnali di indebolimento della domanda. Secondo i dati panel di Sita Ricerca, nel periodo gennaio-settembre 2023 il sell-out di Tessile-Abbigliamento ha registrato a valore un aumento contenuto al +0,5%, mentre a volume si è rilevata, dopo un biennio con crescite a doppia cifra, una flessione nella misura del -1,5%. L’anno 2023 è iniziato con un primo bimestre caratterizzato ancora da vivaci aumenti, ma a partire da marzo si è riscontrato un rallentamento nel ritmo di crescita che è culminato con un cambio nel trend nel terzo bimestre. La flessione non si è però protratta nei due mesi successivi, che hanno invece chiuso con una variazione positiva, garantendo così il risultato poc’anzi indicato per i nove mesi.

Previsioni quarto trimestre 2023 e chiusura anno

Sulla base dei risultati dell’Indagine Rapida Congiunturale relativa al “Tessile, Moda e Accessorio” rappresentato da Confindustria Moda, realizzata nei mesi di ottobre-novembre 2023, ponderando le risposte ricevute dalle imprese del Tessile-Abbigliamento si conferma per il quarto trimestre la frenata registrata a partire da aprile. Seppur ben il 49% del panel confidi infatti in una stabilità delle condizioni di mercato rispetto al periodo luglio-settembre, la percentuale di chi prospetta un peggioramento (34% dei rispondenti) risulta doppia rispetto a chi valuta che l’evoluzione congiunturale sia “in miglioramento” (17%). Stante l’andamento poco premiante del terzo trimestre, questi risultati fanno ipotizzare una chiusura d’anno con una riduzione ulteriore dei ritmi di crescita.

Se il 2022 si era chiuso con una quota rilevante di aziende con fatturato in aumento sull’anno precedente, le attese degli imprenditori del Tessile-Abbigliamento sull’intero anno 2023 risultano decisamente più disomogenee. Nonostante le dinamiche inflattive, infatti, sono molte le aziende che prevedono di chiudere l’anno corrente con un decremento (seppur di varia intensità), mentre si riduce al 39% la quota di quante prevedono invece una crescita (sebbene più della metà di queste stimino aumento contenuti entro il +10%).

Dopo il forte rimbalzo seguito all’emergenza pandemica, il 2023 si profila dunque per il Tessile-Abbigliamento come un anno di crescita decisamente più moderata. Una dinamica comprensibile, stante il contesto economico attuale che vede dopo mesi caratterizzati da un’inflazione senza precedenti, il rallentamento di molte importanti economie e un clima di sempre maggior incertezza, in uno scenario internazionale che, oltre al conflitto russo-ucraino tuttora in corso, deve ora fare i conti con quello recentemente scoppiato in Medio Oriente, che minaccia di espandersi a livello mondiale.

Nonostante l’indubbio rallentamento della seconda parte dell’anno, il 2023 per il Tessile-Abbigliamento dovrebbe comunque chiudersi all’insegna del “consolidamento”. I risultati delle indagini congiunturali svolte con riferimento ai primi tre trimestri e le indicazioni raccolte negli ultimi mesi dell’anno inducono a stimare per l’intero anno 2023, mediante idonea ponderazione con le dimensioni aziendali, una crescita del +3,0%, che porterebbe il fatturato del Tessile-Abbigliamento a circa 64,4 miliardi di euro. Una stima di circa un punto percentuale più cauta rispetto alle primissime valutazioni effettuate con la rilevazione precedente. Si intensifica peraltro, la differenza tra il Tessile e l’Abbigliamento, con il “monte” che soffre maggiormente rispetto al “valle”, come confermano anche gli ultimi dati di interscambio disponibili.

Relativamente all’occupazione, non sono attesi a fine anno grossi mutamenti rispetto ai livelli di fine giugno scorso: il 58% del campione del Tessile-Abbigliamento stima che il proprio organico resterà “invariato” rispetto ad allora. Il 15% prospetta un “calo” del numero dei dipendenti, mentre il 27% indica un aumento. Si ricorda che tali percentuali rispondo a una domanda di tipo puramente qualitativo ed esprimono unicamente una previsione di massima circa le dinamiche interne aziendali nel breve periodo. L’assenza di particolari criticità sul fronte occupazionale trova conferma nei dati ufficiali INPS relativi alle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nei primi 9 mesi dell’anno per le aziende del Tessile-Abbigliamento, che registrano flessioni significative, rispetto alle ore concesse nel gennaio-settembre 2022, pur rimanendo su livelli elevati rispetto al prepandemia.

Prime indicazioni 2024

Al di là delle stime relative al 2023, va sottolineato come le aziende italiane del Tessile-Abbigliamento si trovino oggi ad operare in un contesto generale tutt’altro che facile; le previsioni per il 2024 sono sicuramente difficili, perché mai come quest’anno lo scenario risulta caratterizzato da andamenti delle aziende divergenti e polarizzati, dovuti al clima generale di forte incertezza. La volatilità macroeconomica internazionale, ma anche l’inflazione crescente, i tassi di interesse elevati e l’incremento dei prezzi, che portano a un calo del potere d’acquisto dei consumatori, fanno ipotizzare anche per il Tessile-Abbigliamento un avvio 2024 all’insegna di un ulteriore rallentamento della domanda, sia interna che sui mercati esteri, che porterebbe verosimilmente – anche alla luce del raffronto con una prima parte del 2023 ancora in marcata crescita – ad un’inversione del trend positivo registrato degli ultimi anni.

 

 


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