Moda, Tessile, Abbigliamento

La congiuntura a Lucca, Pistoia e Prato: lieve ripresa complessiva nel 4° trimestre 2016

febbraio 28 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

La rilevazione congiunturale effettuata dal Centro Studi di Confindustria Toscana Nord sull’ultimo trimestre del 2016 segnala una lieve ripresa: dopo il calo tendenziale registrato a luglio-settembre (-0,3%), la produzione industriale manifatturiera dell’area Lucca-Pistoia-Prato segna a ottobre-dicembre, complessivamente, +0,2%. Un valore non eccelso ma comunque migliore del dato italiano misurato da Istat, che si ferma a +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. Con questo trimestre il manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato conclude il 2016 con una produzione industriale che cresce complessivamente del +0,6% rispetto al 2015.

I macrosettori hanno registrato tendenze differenziate, che portano a risultati annuali a loro volta piuttosto diversi: la produzione dell’industria alimentare riprende quota dopo tre trimestri di contrazione, limitando le perdite complessive dell’anno a -1,7% rispetto al 2015; il metalmeccanico chiude il 2016 a quota +1,7%; la carta e cartotecnica a +1,9%; il settore aggregato dei materiali da costruzione, chimica e plastica a +1,5%, sempre rispetto al 2015. Più controverse le performance dei settori della filiera moda, con la produzione tessile che dopo un buon inizio anno riduce le sue prestazioni e chiude il 2016 con +0,2% rispetto al 2015; fanno meglio le calzature con +0,7%, mentre sono negativi i risultati di abbigliamento e maglieria con -1,9%. Segni meno nella chiusura del 2016 rispetto al 2015 anche per la nautica (-0,7%), il lapideo (-1,2%) e il mobile (-5,0%).

A livello territoriale, Lucca registra un miglioramento della variazione della produzione e chiude il trimestre a +0,3% rispetto allo stesso periodo del 2015, concludendo quindi il 2016 a +0,2%. Pistoia cresce mettendo a segno nel 4° trimestre un aumento pari al +2,1% e portando il risultato dell’anno a quota +1,4%. Prato erode i risultati del 1° semestre 2016 con due variazioni trimestrali negative consecutive (nel quarto, del -1,3%), chiudendo il 2016 con un contenuto aumento del +0,7% rispetto al 2015.

L’indagine congiunturale condotta dal Centro Studi di Confindustria Toscana Nord Lucca Pistoia Prato è realizzata trimestralmente con un campione statistico di imprese manifatturiere di 10 o più addetti, intervistate nell’arco di tre settimane al termine di ogni trimestre di riferimento. Le strutture dell’associazione gestiscono internamente sia le oltre 500 interviste a trimestre, sia il calcolo dei risultati. Il campione risponde soltanto ai criteri metodologici necessari a produrre risultati statistici attendibili, e quindi le aziende intervistate possono essere associate ma anche non associate; l’obiettivo di Confindustria Toscana Nord, oltre a sostenere le attività di servizio e rappresentanza verso i soci, è infatti quello di offrire un monitoraggio affidabile e tempestivo a tutte le forze istituzionali dei tre territori.

Lucca

I dati La produzione industriale nel trimestre ottobre-dicembre a Lucca ha registrato una variazione del +0,3% rispetto allo stesso periodo del 2015, in linea con le previsioni espresse dagli imprenditori a settembre-ottobre. Questo risultato attenua la battuta d’arresto della crescita della provincia avvenuta nello scorso trimestre: nel corso del 2016 infatti la produzione industriale di Lucca è passata da +1,2% nel 1° trimestre, +0,1% nel secondo fino a una flessione nel terzo, -1,1%. Con il risultato del quarto trimestre, il manifatturiero lucchese chiude il 2016 con un lieve aumento della produzione del +0,2% rispetto al 2015, in rallentamento rispetto al brillante risultato 2015 (+3,7%).
Scomponendo il dato del 4° trimestre nei settori merceologici rilevanti a livello provinciale emergono aumenti tendenziali nel settore alimentare, +4,1%, nella produzione di macchinari prevalentemente per il settore cartario, +2,4%, e, anche se in rallentamento, nel cartario e cartotecnico, +0,7%, dove a livello italiano, invece, la produzione ha registrato un risultato negativo (-2,3%). Praticamente stabile il settore produttivo della chimica e plastica, +0,5%. In diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2015, ma in miglioramento rispetto al trimestre precedente, la nautica di Viareggio si ferma a -0,4%, risultato, quello locale, trainato verso il basso dalla componente estera degli ordini, ma comunque migliore di quello della produzione nautica nazionale (-2,3%). In contrazione la produzione del settore lapideo che registra -4,2%, mentre quella complessiva dei settori moda lucchesi scende a quota -9% rispetto allo stesso trimestre 2015.
Le previsioni per la produzione manifatturiera lucchese del primo trimestre 2017 sono improntate verso la stabilità rispetto allo stesso periodo del 2016, con caute attese di miglioramento sui mercati esteri.

Il commento della vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Cristina Galeotti “Abbiamo ripreso a crescere ma sempre a ritmi molto lenti. Una condizione, questa, propria non solo della nostra area ma dell’intero sistema produttivo italiano, a differenza delle maggiori economie che hanno ripreso slancio. Se da un lato ne beneficeranno le nostre esportazioni, dall’altro emerge il nostro divario di competitività, che, sommato ai molti fattori di instabilità interni e internazionali, non può lasciarci tranquilli. Dal punto di vista congiunturale, dopo un 2015 molto buono, il 2016 si chiude comunque per il manifatturiero lucchese con un esito ancora positivo, per quanto più esile. Il settore cartario, in particolare, si sottrae all’andamento negativo del settore a livello nazionale, mentre sono decisamente buone le prestazioni della meccanica per la carta.”

Pistoia

I dati La produzione industriale nel quarto trimestre 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015 ha registrato un avanzamento pari a +2,1%, in linea con le previsioni degli imprenditori espresse lo scorso trimestre, che porta il risultato 2016 a quota +1,4% rispetto al 2015 (+0,7% la variazione 2015 sul 2014). A livello settoriale si evidenzia una crescita, in progresso rispetto allo scorso trimestre, per i materiali da costruzione, chimica e plastica, con un +7%. Il settore cuoio e calzature, con +5,9% mette a segno un risultato molto migliore di quello nazionale (+0,2%), sostenuto dalla componente estera della domanda; mentre l’industria alimentare registra un +4,7%. Crescita rispetto al trimestre precedente, sebbene in rallentamento, anche per il settore cartario e cartotecnico pistoiese, +1,9%, e per il settore metalmeccanico, +1,4%. La produzione tessile pistoiese si riporta in terreno leggermente positivo, +0,5%, mentre resta negativa la variazione della produzione dei settori abbigliamento e maglieria, -1%, e dei mobili, -6,2% (entrambi in miglioramento rispetto al trimestre precedente).
Le attese degli imprenditori pistoiesi per il primo trimestre 2017 sono orientate verso un rallentamento della produzione nei prossimi mesi.

Il commento della vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Federica Landucci: “L’indagine non può che lasciarci soddisfatti; praticamente ogni settore più tipico della nostra provincia registra positive performance, in qualche caso molto più favorevoli rispetto al quadro nazionale. Il lavoro del nostro Centro Studi fotografa quindi una situazione coerente con le aspettative del campione di imprenditori intervistati. Non sorprende, purtroppo, il risultato del comparto del mobile, una specificità della nostra provincia e che continua a soffrire (anche se il lieve miglioramento rispetto alla precedente analisi).

Prato

I dati La produzione industriale nel quarto trimestre del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015 registra a Prato una ulteriore variazione negativa, pari al -1,3%, che, dopo un primo semestre dell’anno positivo (+2,4%), fissa la chiusura 2016 a +0,7% rispetto al 2015.
Nel settore tessile si è registrata a livello di distretto una contrazione del -2,4% (a fronte di una variazione della produzione tessile italiana del -10,6%) fortemente condizionata dalla performance dei filati (-12,1% la variazione tendenziale della produzione nell’ultimo trimestre 2016) che, dopo anni di significativi incrementi, sono costretti a subire il brusco cambiamento delle correnti della moda. I tessuti, pur risentendo dell’indebolimento della domanda rispetto alla prima parte dell’anno, registrano una variazione positiva del +0,9% da leggere anche alla luce del dato nazionale che vede una diminuzione del -5%. Il conto terzi tessile del distretto si colloca in una posizione intermedia con una contrazione pari a -1,9%. In calo, ma in miglioramento rispetto al terzo trimestre, anche la produzione tendenziale nel settore abbigliamento e maglieria, -1,1%. Dopo l’arresto dello scorso trimestre, è in ripresa la metalmeccanica espressa principalmente dai produttori di macchine per l’industria tessile, con un risultato in linea con quello del primo semestre: +5,1%, sostenuta anzitutto dalla domanda dei mercati esteri e in seconda battuta dagli ordinativi del mercato interno.
Le previsioni per la produzione manifatturiera pratese del primo trimestre 2017 sono di una sostanziale stabilità rispetto allo stesso periodo del 2016.

Il commento del presidente di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi “La grande eterogeneità del settore tessile porta a risultati che, comprendendo situazioni anche molto diverse da comparto a comparto, richiedono una lettura puntuale. I risultati dei filati risentono di una fase di assestamento forse inevitabile, dopo le recenti straordinarie prestazioni, evidenziate anche dal rapporto del Centro Studi di Confindustria Toscana Nord sui bilanci delle società di capitali manifatturiere. Nel periodo 2009-2015 i produttori di filati pratesi hanno infatti visto un aumento dei ricavi di +40% e di valore aggiunto di +90%. L’andamento dei tessuti è un buon risultato anche in considerazione del peso molto rilevante che questi hanno sul totale del tessile pratese, visto che da soli ne costituiscono la metà dell’export. L’andamento del tessile di Prato visto nel contesto italiano dà l’idea dell’efficacia dell’impegno delle nostre imprese per far fronte a un quadro competitivo internazionale molto sfidante.”

 


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