Moda, Tessile, Abbigliamento

La produzione industriale di Prato nel 2° trimestre 2024

settembre 10 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Anche la manifattura dell’area Lucca, Pistoia e Prato non sfugge all’andamento lento del livello nazionale: pur nelle consuete diverse prestazioni settoriali, la produzione industriale del 2° trimestre 2024 segna, secondo le rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord, -2,7% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Fra i macrosettori diffusi trasversalmente in ampie aree del territorio di riferimento di Confindustria Toscana Nord, ai risultati nettamente positivi di carta e cartotecnica (+4%) e alimentari (+3,6%) fa riscontro – oltre alla stasi della metalmeccanica (con i dati però molto positivi delle specializzazioni nei mezzi di trasporto, dal ferrotranviario alla nautica) e (sostanzialmente: -0,5%) della chimica-plastica-farmaceutica – l’arretramento dei prodotti non metalliferi incluso il lapideo (-3,7%), del mobile (-4,5%) e soprattutto, ancora una volta, della moda (col -7,5% del tessile e contrazioni oltre il 15% sia per l’abbigliamento che per il calzaturiero).

“La produzione del territorio di riferimento di Confindustria Toscana Nord non si discosta significativamente né dal dato nazionale e nemmeno, in alcuni casi, dal dato europeo – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Sappiamo che il modestissimo incremento del PIL nazionale, +0,2% nel 2° trimestre 2024, è dovuto essenzialmente ai servizi, mentre l’industria sconta gli effetti di alcune dinamiche generali e i limiti del sistema-Paese. Le aspettative su questo 2024, caratterizzato dalla riduzione drastica dell’inflazione, sono state in parte tradite dall’iperprudenza della BCE nel taglio dei tassi di interesse e nella ripresa dei prezzi di alcune materie prime. Non c’è stata per ora una ripresa della fiducia tale da far fare un salto ai consumi, soprattutto di alcuni settori. Nella dimensione locale ciò che ci penalizza, soprattutto in periodi difficili come l’attuale, sono i mali cronici di questa parte di Toscana: scarsità di infrastrutture, di cui è un esempio la situazione di Collodi-Villa Basilica per la strada della cartiere e le conseguenti penalizzazioni delle attività turistiche; un territorio fragile anche in parti che non ci saremmo aspettati (i casi recenti del pesciatino, ma prima ancora nel pratese e a Montale, sono eloquenti); limitata capacità di accogliere nuove imprese o consentire alle nuove di espandersi. Su questo non possiamo intervenire se non segnalando i problemi e sottolineandone gli effetti negativi; cosa che facciamo sistematicamente.” (ulteriore commento di Daniele Matteini più avanti nella sezione dedicata a Pistoia)

Prato

“Continua per la produzione manifatturiera pratese la serie negativa: il 2° trimestre 2024 segna rispetto allo stesso periodo del 2023 -7,9% – conclude la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -. Un valore, questo, pressoché coincidente con quello del tessile (-7,5%) che come sempre per la sua preponderanza condiziona in maniera decisiva l’andamento generale del territorio. Pesante la caduta dell’abbigliamento-maglieria, che accentua l’andamento negativo dei trimestri precedenti arrivando a -24,2%; analoga situazione, sia pure con valori più contenuti, per la meccanica, che include il meccanotessile: -12,3%. Tutti gli esperti ci dicono la stessa cosa: la moda sta attraversando un momento di transizione epocale, al pari di altri che il settore ha vissuto in questi decenni. Il problema dell’overstocking che ha bloccato il mercato è stato uno stimolo all’accelerazione, da parte dei clienti del distretto, di processi che vediamo già in atto e che, consolidandosi, porteranno a nuove dinamiche: sempre meno magazzino, sempre più tendenza a innescare la catena di produzione a valle di segnali concreti dei mercati. Il che significa ordini tardivi, programmazione pressoché impossibile, necessità di tempi strettissimi di consegna. Gli effetti sulla filiera produttiva pratese sono e saranno molto significativi: ma la consapevolezza di ciò è diffusa e le aziende si stanno attrezzando per venire incontro alle nuove esigenze. Le previsioni moderatamente positive colte dalla nostra indagine sono il segnale che il quadro è chiaro e che c’è la voglia e la disponibilità ad accettare questa nuova sfida.”

 


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