La Russia vieta l’import di tessile, abbigliamento e calzature Ue agli enti pubblici
settembre 1 | Pubblicato da Luigi Sorreca | NewsLe tensioni tra Russia ed Europa per la crisi in Ucraina si fanno sentire anche sul tessile-abbigliamento-calzature. Dal primo settembre, per l’amministrazione pubblica locale, scatta il divieto di importare alcuni prodotti. Il commento di Di Natale (Smi) eSagripanti (Assocalzaturifici).
«Ne sapremo di più lunedì primo settembre – dice Gianfranco Di Natale, direttore generale di Sistema Moda Italia (Smi) – quando sarà pubblicato il decreto che ufficializza il provvedimento. Va chiarito però che il divieto tocca in modo marginale il nostro business, visto è che imposto soltanto all’amministrazione pubblica locale e non ai privati». Bisogna attenersi ai fatti e non alimentare il panico, secondo il direttore della maggiore associazione italiana del tessile-abbigliamento. «A oggi – spiega – le importazioni di tessuti made in Italy dalla Russia raggiungono livelli marginali e, nel totale, quelle da parte degli enti pubblici sono una parte molto limitata».
Nella peggiore delle ipotesi, se il blocco diventasse totale ci sarebbero effetti devastanti sulla moda made in Italy, che vede i russi tra i maggiori estimatori dell’abbigliamento femminile, con importazioni che viaggiano oltre i 2 miliardi di euro, in valore. «Credo che la decisione avrebbe ricadute altrettanto disastrose sulla Federazione – fa notare il direttore di Smi -. Basti pensare che non esistono strutture di trasformazione in loco e che una lunga serie di attività ne verrebbe danneggiata: da quelle commerciali ai servizi, fino a quelle bancarie e finanziarie».
Più preoccupato è Cleto Sagripanti, presidente della più importante associazione dei produttori italiani di calzature, alla vigilia del salone delle calzature The Micam, che parte il 31 agosto a Rho-Pero. «La Russia – dice – sta creando seri problemi al nostro settore. Leggo questo divieto come un messaggio forte, che ci fa sentire impotenti. Il provvedimento colpisce soprattutto il segmento legato alla sicurezza e anti-infortunistica, che ha tra i maggiori clienti di riferimento la Federazione». «Alle porte del Micam – conclude – il mercato è condizionato da fattori che non hanno nulla a che fare con l’economia. Speriamo che arrivino segnali positivi dai visitatori russi, solitamente numerosi in fiera»