Moda, Tessile, Abbigliamento

La sicurezza sul lavoro a Prato: le evidenze dei numeri nello studio di Confindustria

maggio 26 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

L’onda emotiva che ha giustamente fatto seguito alle tragedie sul lavoro verificatesi a Prato negli ultimi mesi ha provocato un terremoto anche nella percezione che del distretto si ha sia all’esterno sia perfino al suo interno. Il caso-Piazza Pulita è stato particolarmente grave a causa delle inaccettabili generalizzazioni che hanno portato – salvo poi passi indietro dell’emittente, cui Confindustria Toscana Nord ha prospettato anche una possibile querela – a definire il distretto come basato sullo sfruttamento. Ma in generale, anche al di là di questo, la reputazione del territorio ha subito un colpo tanto duro quanto ingiustificato, come dimostrano i numeri sugli infortuni.

I dati Inail 2015-2019 sono gli unici disponibili, dopo che la ASL ha cessato di fornire questo genere di informazioni e stante che anche i dati Inail precedenti non sono, per motivi di metodo statistico, paragonabili a quelli degli ultimi anni. Quello che emerge dai dati del quinquennio 2015-2019 racconta per Prato, e in particolare per il tessile, una storia ben diversa da quella che da troppe parti si è voluta rappresentare in questi giorni.

Gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nella provincia di Prato (tutti gli infortuni, compresi quelli ‘in itinere’, cioè avvenuti durante il tragitto per recarsi al lavoro) per il totale delle attività manifatturiere e di servizi sono stati nel quinquennio in media il 5,2% sui lavoratori assicurati. Limitandosi al solo settore manifatturiero la media del quinquennio provinciale scende a 2,5%: un risultato già molto buono che si contrae ancora se si considera il solo settore tessile, per il quale Prato presenta una media di 1,6% denunce di infortunio sul totale dei lavoratori assicurati. In valori assoluti – sempre ragionando sulle medie del quinquennio – sui 16.109 assicurati Inail del tessile della provincia di Prato le denunce annue complessive sono 255; escludendo gli infortuni in itinere, si scende ancora a 206. Circa la gravità degli incidenti, nel quinquennio quelli non in itinere con esito purtroppo mortale sono stati nel manifatturiero due, uno dei quali nel tessile (il dato comprende solo i decessi sul lavoro già definiti come tali dall’Inail: è possibile che vi siano procedimenti giudiziari ancora in corso che potrebbero farne aumentare il numero).

Il tessile peraltro si evidenzia anche a livello nazionale e regionale come un settore con denunce di infortunio più contenute rispetto al resto del manifatturiero (1,7% rispetto al 4,4% in Italia, 1,7% rispetto a 4,2% in Toscana): Prato è quindi in linea con il dato italiano e toscano riguardo al tessile. Quest’ultimo, poi, con la sua forte concentrazione nel territorio pratese contribuisce in maniera decisiva a tenere basso il dato generale del manifatturiero provinciale con il già citato 2,5% di denunce sul totale degli assicurati.

“Non vogliamo assolutamente minimizzare il problema sicurezza a Prato, né nel tessile né in altri settori – commenta il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini - ma solo difendere il buon nome del nostro distretto e non vederlo denigrato come se fosse un inferno dantesco. Non è così e i dati lo dimostrano. Metteremo questi dati a disposizione dei soci perché sappiano cosa rispondere di fronte ad accuse infamanti e generalizzate come quelle a cui abbiamo assistito. La nostra associazione lavora intensamente su questo piano con informativa, consulenza, assistenza e con un’attività di formazione che ha coinvolto nel 2019 2000 persone e che ha continuato a funzionare anche nel 2020, formando altre 1700 persone. Chi opera correttamente crede che la sicurezza sia un dovere sul piano umano ma anche su quello imprenditoriale, dato che la reputazione aziendale è fondamentale. Chi si pone in un’ottica diversa, infrange le regole e delinque deve essere individuato e sanzionato.”

“Il tessile nel suo complesso non ha niente di cui vergognarsi né a Prato né in Italia – aggiunge il presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord Maurizio Sarti -. Pur senza rivolgere accuse a nessuno per gli ultimi incidenti, per i quali sono in corso le indagini giudiziarie, dobbiamo constatare una volta di più come eventi negativi e situazioni critiche gettino discredito su tutto il sistema. Così gli sforzi fatti dal tessile pratese nell’innovazione, nella sostenibilità, nella crescita delle competenze rischiano di essere vanificati: questo non è giusto. Noi soffriamo già, ormai da decenni, la cattiva fama di distretto dell’irregolarità cinese. Per inciso il settore abbigliamento pratese, con i suoi oltre 10.200 assicurati ha denunciato in media nel quinquennio 2015-2019 18 infortuni l’anno, al netto di quelli in itinere che sono altri 9. E’ un settore con un livello di rischio indubbiamente molto inferiore al tessile, però è un dato credibile? E che dire dei contratti di lavoro, che nell’abbigliamento sono per oltre il 70% a part time, quando il dato italiano del settore è al 40% e il tessile è, a Prato e in Italia, intorno al 20%? E’ ora che a Prato vengano compiute operazioni forti e incisive per reprimere gli abusi. Che si tratti di incidenti gravi o di illegalità, e indipendentemente che si parli di italiani o di persone di altre provenienza, quando emergono dei problemi a rimetterci è la reputazione delle aziende perbene. Continueremo a far pressione sulle autorità perché a Prato i controlli siano sempre più efficaci.”

ECCO QUI DI SEGUITO IL DOCUMENTO STILATO DA CONFINDUSTRIA

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Le statistiche sul fenomeno infortunistico a livello provinciale sono rilasciate dall’ente pubblico “Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL)”, titolare di una Banca Dati Statistica1 che attinge al datawarehouse interno dell’Istituto stesso. La banca dati, come dichiara l’INAIL “è stata oggetto nel corso del 2015 di una profonda reingegnerizzazione sia di carattere formale sia di contenuti (…); è comunque da sottolineare come l’intero quinquennio riportato risulti riclassificato e omogeneo nell’elaborazione del dato, garantendone la confrontabilità al suo interno”. Quelle che seguono sono pertanto elaborazioni Centro studi CTN su dati BDS INAIL relativi al periodo per cui è garantita l’omogeneità delle informazioni (2015-2019). Per i dati relativi ai lavoratori assicurati abbiamo attinto all’area “Aziende/Lavoratori” e per quello infortunistico all’area “Infortuni/M.P.”, all’interno della BDS INAIL, nell’ambito della “gestione Industria e Servizi”. Si è inoltre optato, al fine di confrontare in maniera utile gli andamenti in valori assoluti riferiti a platee di assicurati di differente entità numerica, di utilizzare gli andamenti dell’incidenza percentuale dei fenomeni d’interesse (infortuni denunciati o definiti), sul relativo numero di lavoratori assicurati.

INFORTUNI SUL LAVORO DENUNCIATI

Da un’analisi sugli infortuni sul lavoro denunciati nel complesso (compresi cioè quelli ‘in itinere’ avvenuti durante il tragitto per recarsi al lavoro) emerge che nella media del quinquennio 2015-2019, per il totale delle attività comprese nella gestione Industria e Servizi, Prato ha un’incidenza sui lavoratori assicurati del 5,2%. Per il settore manifatturiero la media del quinquennio provinciale scende a 2,5%, mentre considerando il solo settore tessile, Prato presenta una media dell’1,6% (grafico a sinistra). In linea generale, il tessile presenta un tasso medio di denunce minore sia rispetto al manifatturiero che al totale delle attività. Nei settori rappresentati dal grafico (totale attività, manifatturiero e tessile), Prato presenta un’incidenza media 2015-2019 del n° denunce / n° lavoratori più contenuta sia rispetto all’Italia, che alla Toscana.

Rispetto all’andamento degli infortuni sul lavoro denunciati nel complesso (comprensivi degli infortuni in itinere) nel settore tessile, dal confronto con la media italiana e con le prime province per numero di lavoratori tessili assicurati emerge che Prato presenta un andamento del tasso d’incidenza delle denunce rispetto al numero di lavoratori tessili più basso della media nazionale.

Considerando soltanto le denunce più riconducibili alle fasi di lavorazione del settore tessile, ed escludendo la voce “in itinere” (infortuni occorsi durante tragitto per raggiungere il posto di lavoro, e senza mezzo di trasporto coinvolto), cioè gli infortuni avvenuti “in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto”, Prato presenta un’incidenza generalmente più bassa di denunce sul totale assicurati rispetto alla Toscana e alla media nazionale.

INFORTUNI SUL LAVORO: DEFINITI, POSITIVI

Dopo la denuncia, gli infortuni sul lavoro sono sottoposti ad accertamenti da parte dell’INAIL e definiti positivi o negativi. Positivi sono gli infortuni per cui l’Istituto conferma cause riconducibili al lavoro per cui il lavoratore è assicurato. L’incidenza percentuale degli infortuni “definiti positivi, in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto”, sul numero di lavoratori assicurati, a Prato è stata più bassa nelle attività manifatturiere nel totale attività rispetto all’Italia e alla Toscana. Il settore tessile è in linea con l’Italia e la Toscana (anche se mediamente al di sotto).

Alla conclusione dell’istruttoria, gli infortuni definiti positivi sono indennizzati in maniera variabile in base alla presenza o meno di menomazioni e alla loro gravità.

Gli infortuni definiti positivi “In occasione di lavoro senza mezzo di trasporto” con esito mortale del periodo 2015-2019, a Prato, sono stati in tutto 11, nei cinque anni, per il totale delle attività, di cui 2 nel manifatturiero e di cui 1 nel settore tessile.



 


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