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L’analisi congiunturale rapida di Novembre 2018 di Como, Lecco e Sondrio ( a cura di Unindustria Como)

gennaio 16 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Como, News

Commento del Presidente di Unindustria Como, Fabio Porro.

“Si avvicinano nubi minacciose che rischiano di fare ombra sulla nostra economia: si chiamano rallentamento e recessione. Ovvero l’opposto di quanto le premesse positive degli anni precedenti, dopo la crisi, facevano presagire. Come per le rilevazioni di carattere nazionale, infatti, anche dalla nostra indagine del mese di novembre emerge un dato su tutti: meno ordini e diminuzione di fatturato per quasi la metà delle imprese. Che tradotto significa: abbiamo smesso di crescere. Le cause, come sempre, sono più d’una. Il rallentamento dell’economia globale su tutte che, per un’economia come la nostra dove è la domanda estera a dare maggiore supporto rispetto a quella interna ancora tropo asfittica, significa essere maggiormente esposti agli shock come la brexit, o il primo vero calo dell’economia cinese e, ora, anche tedesca. Ma se a queste cause esogene si aggiungono le forti incertezze interne del Governo rispetto, per esempio, alle grandi opere o ai provvedimenti di natura giuslavoristica, il combinato disposto delle cause rischia di divenire letale. Abbiamo una convinzione: questi segnali non possono essere ignorati e sono il campanello di allarme che dovrebbe indurre ad adottare una politica fiscale che sostenga davvero la domanda attraverso tagli di imposte, premialità per investimenti, smettendola di inseguire un facile consenso attraverso provvedimenti che hanno impatto ridotto o nullo sulla crescita”.

OSSERVATORIO CONGIUNTURALE RAPIDO SUL MESE DI NOVEMBRE 2018

Commento relativo ai dati delle aziende di Como

Lo scenario per le imprese di Como rivela continuità con quanto esaminato nella precedente edizione dell’Osservatorio. Come rilevato in settembre, infatti, gli indicatori di domanda, attività produttiva e fatturato risultano caratterizzati da una prevalenza di giudizi di diminuzione rispetto a quelli di crescita.

La domanda mostra andamenti differenti in base all’ambito territoriale considerato.

Sul versante nazionale gli ordini rallentano per oltre quattro imprese su dieci (44,4%), a fronte di indicazioni meno diffuse riguardanti la stabilità (33,4%), e l’aumento (22,2%).

Sul fronte dell’export si registra invece una situazione stabile per il 47,6% delle imprese e quote del 26,2% sia per le realtà che indicano un aumento, sia per quelle che comunicano una riduzione.

L’attività produttiva è stabile per oltre un’azienda su due (55,5%), diminuisce per il 26,7% mentre aumenta per il 17,8%.

L’esame della capacità produttiva mediamente impiegata dalle realtà comasche del campione in novembre rivela una quota del 80,2%, dato che risulta in linea con quanto rilevato per il I semestre 2018 (80,1%).

Tra gli indicatori considerati, quello associato al fatturato si rivela essere il più penalizzato, al pari di quanto esaminato per il campione nel suo complesso. Nel 45,5% dei casi è comunicata la diminuzione, nel 31,8% livelli stabili mentre nel restante 22,7% un aumento.

Per quanto riguarda le previsioni per le prossime settimane, circa un’azienda su due (48,9%) indica stabilità, il 42,2% segnala una diminuzione mentre il restante 8,9% comunica una crescita.

Al pari di quanto esaminato per il campione dei tre territori complessivamente considerato, permangono criticità legate al limitato orizzonte di visibilità sugli ordini, inferiore ad un mese per quasi quattro imprese su dieci (38,6%), e ai casi di insolvenza e di ritardo dei pagamenti da parte dei clienti, a cui il 44,4% è costretto a far fronte.

L’andamento del costo delle materie prime, indicato in crescita da quasi un terzo del campione (31,8%) in novembre, ha rappresentato un ulteriore fattore di attenzione.

Per quanto riguarda i rapporti tra le imprese e gli Istituti di credito è rilevabile un quadro stabile in novembre, così come indicato dall’84,4% del campione. Per il restante 15,6% le condizioni praticate dalle banche sono peggiorate.

Esaminando più nel dettaglio, un’azienda su cinque (20%) ha comunicato di aver registrato aumenti sul fronte degli spread e dei tassi applicati mentre il 28,9% del campione ha inoltre segnalato un incremento delle spese e delle commissioni applicate.

Nell’esprime giudizi sulla propria liquidità aziendale, le imprese comasche hanno comunicato soddisfazione in un terzo dei casi (33,3%), delineato un quadro stabile nel 31,1% mentre ritenuto la situazione migliorabile nel 35,6%.

Nonostante la congiuntura, l’andamento occupazionale si rivela stabile in novembre; l’88,9%del campione ha conservato la propria forza lavoro, il 4,4% l’ha aumentate mentre il restante 6,7% ha registrato una contrazione.

Le previsioni per i prossimi mesi confermano sostanzialmente il quadro tracciato in novembre.

I DATI CONGIUNTI DELLE TRE PROVINCE

SCENARIO ECONOMICO: I DATI DI NOVEMBRE SEGNANO UN RALLENTAMENTO RISPETTO AL MESE PRECEDENTE

In un quadro generale dove le aziende del campione mostrano andamenti non omogenei, la congiuntura rallenta per tutti gli indicatori esaminati. Stabile l’occupazione.

I dati dell’Osservatorio rapido sul mese di novembre, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como, tracciano un quadro in rallentamento rispetto ai livelli del mese di ottobre, in coerenza con le rilevazioni effettuate dal Centro Studi Confindustria a livello nazionale.

Per tutti gli indicatori, ad eccezione di quello associato al fatturato, il giudizio prevalente continua ad essere la stabilità. Tuttavia, si registra anche un’elevata quota di indicazioni di diminuzione che sono più del doppio rispetto ai casi di aumento.

Gli ordini sono stabili per oltre quattro imprese su dieci, ma risultano in frenata sia sul fronte domestico (39,4%), maggiormente penalizzato, sia sul versante estero (34%).

L’attività produttiva si mantiene stabile per il 53,5% del campione, mentre è in contrazione per una realtà su tre (32,3%).

Diverso l’andamento del fatturato, che evidenzia una prevalenza di giudizi di diminuzione (45,1%), più diffusi rispetto alle indicazioni di stabilità (32,4%) e a quelle di aumento (22,5%).

La capacità produttiva impiegata dalla imprese del campione si attesta a quota 78,6%, sostanzialmente in linea con quanto esaminato a settembre (76,2%).

Eterogeneo l’andamento delle imprese del campione, con differenze collegate al settore merceologico di appartenenza. Se in linea generale si registra un rallentamento degli indicatori, la contrazione colpisce in modo diverso realtà metalmeccaniche (meno colpite), aziende tessili (più penalizzate) e imprese degli altri settori.

Le situazioni di insolvenza e di ritardo dei pagamenti che continuano ad interessare oltre quattro imprese su dieci (41,7%), unitamente alla fase di aumento dei costi delle materie prime (rilevato dal 30,1% del campione), restano alcune delle principali criticità per le realtà di Lecco, Sondrio e Como.

A questi si aggiunge il limitato orizzonte di visibilità sugli ordini, che per quasi quattro imprese su dieci (37,7%) non raggiunge il mese.

Dall’esame dei giudizi riguardanti il rapporto tra le imprese del campione e gli Istituti di credito emergono condizioni stabili, come indicato dall’87,4% del campione.

Stabili anche i giudizi riguardanti lo scenario occupazionale, così come le aspettative formulate per le prossime settimane.

GLI ORDINI

L’indicatore associato alla domanda mostra per le imprese del campione a livello congiunto un rallentamento che interessa sia il versante domestico, sia gli ordini provenienti da oltre confine.

Oltre un’impresa su quattro comunica livelli di domanda stabili ma, in caso di giudizi di variazione, la diminuzione risulta prevalere rispetto all’aumento.

Nel dettaglio, a livello italiano il 41,3% del campione segnala una situazione in linea con quella di ottobre, il 39,4% una riduzione e il 19,3% un incremento.

Per l’export si rileva una situazione stabile per il 46,4% delle aziende, una diminuzione degli ordini per una realtà su tre (34%) mentre un aumento per il 19,6%.

LA PRODUZIONE

L’attività produttiva mostra un andamento coerente con quanto esaminato per la domanda. Oltre una realtà lecchese, sondriese e comasca su due (53,5%) comunica performance produttive in linea con i livelli di ottobre; la quota di aziende che segnalano una decelerazione (32,3%) supera quella che indica invece un aumento (14,2%).

All’interno del campione sono rilevabili alcune differenze in base ai settori considerati: le aziende del settore metalmeccanico risultano aver vissuto globalmente una minor contrazione dell’attività rispetto a quelle tessili (le più penalizzate) e a quelle degli altri settori.

L’esame del tasso medio di utilizzo della capacità produttiva mostra un quota di 78,6%, di poco sopra a quanto rilevato per il mese di settembre (76,2%).

È opportuno considerare come all’interno del campione le aziende presentino una situazione eterogenea che non dipende direttamente né dalla dimensione, né dal settore di attività; a fianco di imprese che comunicano di operare in prossimità della saturazione degli impianti, ve ne sono altre che segnalano invece un sotto utilizzo.

Considerando i settori merceologici, la quota di impiego degli impianti di produzione si attesta a 78,8% per le realtà metalmeccaniche, a 79,5% per le aziende degli altri settori e al 73,8% per le imprese tessili.

IL FATTURATO

L’indicatore associato alla vendite è l’unico, tra quelli esaminati, per il quale non risulta prevalente il giudizio di stabilità in novembre.

A differenza di quanto registrato per domanda e attività produttiva, per cui la conservazione dei livelli rispetto ad ottobre è l’indicazione più diffusa, sul versante del fatturato delle imprese dei tre territori è maggiormente segnalata la diminuzione.

Nel dettaglio, il 45,1% del campione comunica una contrazione del fatturato, il 32,4% un andamento stabile mentre il restante 22,5% un aumento.

LE PREVISIONI

Lo scenario delineato in novembre attraverso gli indicatori di domanda, produzione e fatturato determina eco anche sulle previsioni che le realtà di Lecco, Sondrio e Como hanno formulato per le prossime settimane.

Il giudizio prevalente è quello orientato alla stabilità, segnalata dal 59,1% del campione, ma le indicazioni di una possibile diminuzione (31,4%) si confermano più diffuse rispetto a quelle di crescita (9,5%).

Con riferimento alla visibilità degli ordini in portafoglio, l’orizzonte risulta inferiore ad un mese per il 37,7% delle imprese; tale quota si attesta al 83,2% se si considera un intervallo di tempo pari ad un trimestre. Solo per il 16,8% del campione la visibilità supera i tre mesi.

LE MATERIE PRIME

L’andamento delle materie prime continua a rappresentare un elemento di criticità con cui le imprese lecchesi, sondriesi e comasche sono costrette a misurarsi. Per il mese di novembre, rispetto a d ottobre, è stata rilevata una crescita delle quotazioni delle principali commodities utilizzate per tre realtà su dieci (30,1%), una stabilità per il 64,1% del campione mentre una diminuzione per il restante 5,8%.

Le fasi di apprezzamento delle materie prime hanno interessato soprattutto le imprese attive nel metalmeccanico e negli altri settori mentre, in misura minore, quelle tessili.

LA SOLVIBILITÀ

I fenomeni riguardanti i ritardi di pagamento e le situazioni di insolvenza, a fianco del limitato orizzonte di visibilità e delle dinamiche assunte dalle quotazioni delle materie prime, si confermano quale ulteriore fattore di criticità per le imprese dei tre territori.

Nel mese di novembre la quota di aziende che ha dovuto far fronte a clienti insolventi o a ritardo dei pagamenti da parte dei clienti si è attestata al 41,7%. Per l’11,5% del campione tale situazione si è ulteriormente aggravata in novembre rispetto al mese precedente, per l’83,3% è risultata stazionaria mentre per il restante 5,2% ha mostrato un miglioramento.

I RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO

Nella valutazione dei rapporti tra le imprese di Lecco, Sondrio e Como e gli Istituti di credito prevale il giudizio di stabilità in novembre: per circa nove realtà su dieci (87,4%), infatti, le condizioni praticate risultano stabili. La quota di soggetti indicanti un miglioramento si attesta a 1,9% mentre il 10,7% del campione comunica un peggioramento.

Analizzando più approfonditamente, è stato rilevato un aumento per il 15,8% del campione riguardo agli spread e ai tassi applicati mentre le spese e le commissioni bancarie sono risultate in crescita per un’azienda su cinque (20,8%).

I giudizi formulati dalle imprese del campione riguardo alla propria liquidità aziendale hanno mostrato una situazione nella norma per il 36,9% del campione, una soddisfazione per la stessa quota di imprese (36,9%) mentre una situazione migliorabile per il restante 26,2%.

L’OCCUPAZIONE

Lo scenario occupazionale mostra una fase di diffusa stabilità in novembre per le imprese dei tre territori; l’87,4% del campione segnala infatti la conservazione dei propri livelli. Il giudizio di stabilità risulta ulteriormente rafforzato dalla diffusione delle indicazioni di aumento e riduzione che assumono entità simili (entrambe al 9,5%).

Sul versante previsionale per i prossimi mesi continua a prevalere l’indicazione di stabilità (78,4%) a cui si affiancano giudizi di aumento (9,8%) e diminuzione (11,8%) che tendono a bilanciarsi.


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