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Meccanotessile: Industria 4.0 necessita nuove competenze

giugno 13 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Como, News, Prato

Nell’annuale assemblea dell’Associazione dei Costruttori Italiani di macchine tessili si è parlato di Industria 4.0 e di competenze digitali. Il processo di digitalizzazione che interessa tutta la filiera richiede nuove competenze, spesso difficilmente individuabili all’interno degli usuali percorsi formativi. Cresce l’esigenza di un più proficuo dialogo con il mondo della ormazione.

Ancora una volta è l’innovazione al centro dell’Assemblea di ACIMIT, l’associazione di categoria che rappresenta i costruttori italiani di macchine tessili. Nel presentare i risultati del settore per il 2017 il presidente Alessandro Zucchi non ha mancato di ribadire l’ineluttabilità del processo di digitalizzazione che riguarda l’intera filiera tessile. La collaborazione tra fornitore di tecnologia e azienda tessile per dare risposta alle esigenze dettate dal fast-fashion e dal sempre più importante canale retail dell’ecommerce risulta fondamentale.

La digitalizzazione dei processi produttivi ha tuttavia bisogno di nuove competenze e di conseguenti percorsi formativi. “L’applicazione di Industria 4.0 in aziende di piccole dimensioni come le nostre, dichiara il presidente di ACIMIT, è tutt’altro che facile. Essa richiede nuove competenze e crea la domanda per nuove professionalità, difficilmente individuabili negli attuali percorsi di formazione. Serve dunque ripensare anche all’offerta formativa. E’ necessario che il nuovo Governo dia la priorità agli investimenti in capitale umano, potenziando ad esempio gli Istituti Tecnici Superiori, capaci di rispondere alla domanda di nuove competenze che proviene dalle aziende”.

Rafforzare il legame con il mondo della formazione è la dichiarazione di intenti lanciata dall’Associazione di categoria. “Occorre consolidare il dialogo con la scuola, continua Zucchi. Dobbiamo far conoscere le nostre esigenze in termini professionali create dal nuovo contesto digitale e le opportunità che i giovani possono cogliere in settori come il meccanotessile, che rappresenta un’eccellenza del made in Italy”.

La tavola rotonda che ha chiuso i lavori della giornata ha visto la partecipazione di Giovanni Brugnoli, Vice Presidente per il Capitale Umano di Confindustria, che ha testimoniato l’impegno dell’Associazione di rappresentanza degli imprenditori italiani nel progetto di orientamento dei giovani verso le professioni richieste dalle imprese e nel consolidamento del brand ITS (Istituti Tecnici Superiori) che devono diventare delle Smart Academy. Per il meccanotessile Cristian Locatelli, General Manager di Marzoli, storica azienda del settore, e Vice Presidente ACIMIT con delega a Industria 4.0 ha illustrato le carenze sul piano delle professioni richieste che i costruttori italiani sono chiamati ad affrontare, ma soprattutto ha indicato le molte opportunità che l’intera filiera tessile può cogliere grazie alle nuove tecnologie abilitanti. A rappresentare il mondo della formazione c’erano Marco Perona, direttore scientifico del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università di Brescia, e Sigfrido Pilone, direttore della Fondazione ITS Aerospazio e Meccatronica per il Piemonte. Perona ha evidenziato le nuove esigenze professionali manifestate dagli imprenditori nelle diverse indagini sul tema della digitalizzazione e delle conoscenze che il Laboratorio RISE ha condotto. Pilone, infine, ha sottolineato quale importante strumento formativo siano gli ITS per avvicinare gli studenti ai desiderata delle imprese.

Nell’aprire i lavori dell’Assemblea il prof. Fortis, Vice Presidente della Fondazione Edison, ha illustrato i primati dell’industria meccanotessile italiana ai vertici mondiali in termini di export e bilancia commerciale. L’eccellenza delle macchine tessili italiane è stata ribadita dai numeri forniti dal presidente Zucchi. Nel 2017 la produzione è apparsa in aumento dell’8%, per un valore di 2,4 miliardi di euro e le esportazioni sono cresciute del 7% (2 miliardi di euro). L’attività produttiva ha beneficiato della crescente domanda estera di macchinario italiano e della decisa ripresa del mercato italiano, dovuta prevalentemente alla spinta generata del Piano Nazionale Industria 4.0.

Il piano posto in essere dal precedente Governo, ha concluso il presidente di ACIMIT, ha avuto il merito di mettere al centro del proprio intervento la manifattura, che resta il vero driver per la crescita economica di un Paese sviluppato come il nostro. Siamo sicuri che questa ritrovata centralità della manifattura sarà prioritaria anche per il nuovo Esecutivo”.


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