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Moda sostenibile: al convegno di Milano Gucci, Isko e Puma danno il buon esempio

marzo 16 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

In che modo il sistema moda può fare la sua parte nella svolta “green” caldeggiata dalle organizzazioni internazionali per il nostro pianeta? Diverse risposte sono state date ieri a Milano in occasione di “Sustainable Fashion: an Industry R-Evolution”, l’approfondimento organizzato dal Consolato Generale Britannico di Milano e dalla Camera Nazionale della Moda Italiana. A far da protagoniste le best practice di aziende come Isko, Haikure, Puma e Gucci.
“In Italia – ha iniziato Mario Boselli, presidente della Camera della Moda – perseguiamo l’obiettivo del bello e ben fatto. La sfida per il presente e il futuro è arrivare al bello, ben fatto e sostenibile”.
Una sfida raccolta per Gucci, da tempo impegnata in un articolato percorso di sostenibilità che investe tutta la filiera di fornitori, rigorosamente italiani, coinvolti ad esempio in giornate di formazione e controlli continui, spesso a sorpresa (ne sono stati effettuati più di 2.300 solo nel 2011). La griffe fiorentina, i cui negozi sono stati adeguati per ottenere la certificazione Leed, ha optato per il packaging riciclabile, sia per i punti vendita che a livello interno, e tra i vari riconoscimenti ha ottenuto l’attestato del Responsible Jewellery Council per l’estrazione dei materiali preziosi in aree “conflict free” e la salvaguardia dei minatori.
Lente d’ingrandimento puntata sul denim con l’esperienza di Isko, il maggior produttore al mondo del comparto, che fa capo alla turca Sanko Holding e collabora con i marchi top del jeanswear di tutto il mondo. Isko ha attuato una vera rivoluzione nel proprio sistema industriale, dall’impianto di depurazione idrica della sua sede centrale all’adozione di un metodo di filtratura e trattamento dell’acqua che consente il riutilizzo di quella impiegata in produzione. “Il 10% dei nostri nuovi articoli è realizzato a partire da materiali riciclati – ha riferito Marko Lucietti, direttore marketing -. Nel 2011 abbiamo presentato la nostra prima collezione denim in tessuto eco-sostenibile, Isko for Earth, mentre oggi siamo qui per parlare del progetto concepito con Haikure”. Una partnership, quella con la label perugina del gruppo Cs Jeans, che ha portato alla nascita di collezioni realizzate con fibre organiche e all’instaurazione di una comunicazione ad hoc con il cliente. “Ogni jeans Haikure – spiega il fondatore Federico Corneli – è dotato di un Qr code, che consente di identificare per intero la sua tracciabilità. Le varie iniziative lanciate sul web e gli eventi sono un altro aspetto fondamentale di questa collaborazione e del nostro impegno per stimolare il cambiamento in favore del pianeta”.
Da segnalare infine la soluzione di Puma per la riduzione dei rifiuti: ideata dal designer Yves Béhar, il packaging denominato “clever little bag” è insieme scatola e sacchetto e permette di risparmiare 8.500 tonnellate di carta, 275 di plastica, 1 milione di litri di acqua e di carburante.
c.le.

(da Fashion magazine)


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