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Pitti uomo 107. Le prime stime sopra 13 mila buyer

gennaio 17 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

A poco più di metà percorso sono già quasi 12.800 i compratori registrati a Pitti Uomo 107 di cui circa 4.700 dai mercati esteri: rispetto a dodici mesi fa sono soprattutto questi ultimi (+6%) a guidare un’edizione molto positiva del salone, mentre le presenze italiane sono (almeno) stabili. Un segnale positivo e importante per la moda maschile internazionale e per tutto il sistema del Made in Italy

“Avevamo bisogno di una partenza così – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine - per uscire da un clima di attesa e di incertezza. La grande parte del merito va, inutile dirlo, agli espositori: primo perché hanno rinnovato la fiducia e l’investimento nel salone; secondo perché hanno portato collezioni di grande qualità produttiva, di ricerca stilistica e con tanti elementi di innovazione. Non ultimo mi sembra che molti listini prezzi indichino un equilibrato rapporto tra giusta valorizzazione dei materiali e della manifattura e opportuna sintonia con una certa prudenza espressa dai consumatori”.

Secondo i dati registrati alle ore 12.00 di oggi, terzo giorno di Pitti Uomo (14-17 gennaio 2025), i compratori italiani sono vicini alle 8.000 presenze, mentre quelli esteri hanno già raggiunto quota 4.700 ed è ragionevole pensare che al termine della manifestazione (domani pomeriggio) supereranno le 5.000 presenze.
I primi paesi in ordine di affluenza a oggi: Germania, Spagna, Regno Unito, Olanda, Turchia, Giappone, Stati Uniti, Francia, Svizzera, Belgio, Russia, Corea del Sud, Cina, Svezia, Canada.

“In giro per i padiglioni e i corridoi ho raccolto molta soddisfazione tra gli espositori – continua Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine – sia per la quantità e qualità dei buyers sia per la fisionomia del salone stesso, come piattaforma globale per gli scambi e canale insostituibile di comunicazione, soprattutto nella fase centrale della stagione di vendite. E mi piace rimarcare il fatto che in tanti si siano espressi in termini di sistema e non solo di singola azienda. C’è un sentimento di solidarietà che raramente ho sentito così forte”.


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