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Pitti Uomo: Addio al total look, benvenuto artigianato contemporaneo

gennaio 11 | Pubblicato da Luigi Sorreca | Biella, Carpi, Como, Eventi, News, Prato

L’aria che si respirerà a Pitti Uomo 83, i nomi emergenti da tenere d’occhio, le tendenze più vibranti, i desideri di chi deve fare i conti proprio con le nuove tendenze in un’intervista ad Antonio Cristaudo, responsabile marketing e sviluppo di Pitti Immagine.

I filoni di tendenza di questa imminente edizione di Pitti Uomo?
Ce ne sono tre molto importanti. Il primo è legato all’artigianato contemporaneo. Mi spiego meglio. Se finora il concetto di artigianato era legato alla qualità ma non allo stile, adesso i riflettori sono puntati su prodotti artigianali, quindi di altissimo pregio, però connotati di forti contenuti design e dettagli di stile. Questa tendenza sarà diffusa su tutto il percorso Pitti Uomo. Certo, la sezione che incarna a pieno questo nuovo fenomeno è Make al piano inferiore del padiglione centrale, dove trovare ad esempio le borse di Mark/Giusti iperminimali fuori, ma foderate di tessuti stampati con incredibili fantasie che riproducono antichi affreschi di cattedrali italiane, o gli orologi di un nuovo designer messicanoBoca MMXII: quadrante dal design pulito e sofisticato montato su bellissimi cinturini in pelle intrecciata a mano. La seconda tendenza, forse la più nuova e importante di questo Pitti Uomo 83 porta in primo piano il ritorno dei tessuti pesanti, addirittura i feltri, e con loro tutta la serie di capi icona del guardaroba in stile inglese dal Montgomery al Loden rivistati naturalmente in chiave contemporanea. Per ossimoro la terza tendenza vuole capi ipertecnici, leggerissimi e performanti, volumi e pesi ridotti al minimo. In ultimo aggiungerei un ritorno deciso della felpa. Relegata negli ultimi anni al fitness se non addirittura all’homewear, la ritroveremo protagonista di capi che sostituiranno senza problemi i maglioni.

La moda maschile dell’a/i 2013-14 si nutre soprattutto di?
Capi unici, con forte personalità da abbinare secondo il proprio desiderio. Mai come in questo momento è aborrito il termine total look nell’universo della moda maschile.

Commercialmente cosa attirerà nel futuro prossimo?
I buyer vanno cercando aziende iperspecializzate. Il riconoscimento commerciale a brand di ampio respiro viene riconosciuto solo in casi di vere e proprie eccellenze.
Sta finendo l’era delle collezioni da 100 capi, almeno in occidente e soprattutto in Europa.

Nomi da tenere d’occhio a questo Pitti Uomo 83?
In ambito italiano Giacomorelli per le scarpe. Trovo interessanti alcuni stilisti provenienti dalla Turchia come Niyazi Erdogan, Kyuten dal Giappone, le scarpe che arrivano dalla spagna di Monge, Var/City uomo-donna un orgetto che ha appena debuttato. Terrei sottocchio un altro giapponese che è al Touch, Masaki Kyoko Homme, forse la collezione più bella che vedremo in Fortezza, e poi il progetto Khadi and Co che arriva dalla Francia.


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