Moda, Tessile, Abbigliamento

Sicurezza sul lavoro, La7 corregge il tiro ma il danno rimane

maggio 24 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News, Prato

Al cordoglio per le vite spezzate sul luogo di lavoro si sommano ora le preoccupazioni per gli effetti economici, potenzialmente gravi, di una cattiva reputazione del distretto pratese in tema di sicurezza sul lavoro.

Prato vive di moda, un settore verso cui la sensibilità per i temi etici è particolarmente forte: un punto di forza per il distretto, ottimamente posizionato a livello regionale e nazionale su tutti i fronti, da quello della sostenibilità dei processi produttivi alla responsabilità sociale per i temi del lavoro. Non sono opinioni interessate, ma fatti riscontrabili. Rispetto alla sicurezza sul lavoro sono gli stessi dati Inail a dirlo: le denunce per infortunio sono nel manifatturiero pratese nettamente inferiori alla media regionale, a sua volta leggermente inferiore alla media nazionale. Nel specifico del settore tessile, Prato è storicamente in linea con i dati – molto buoni – regionali e nazionali, anzi è lievemente migliore.

I due tragici infortuni in cui hanno perso la vita i giovani Sabri e Luana hanno indotto qualcuno a formulare su Prato – tutta Prato, con generalizzazioni inaccettabili – giudizi alimentati da un’onda emotiva comprensibile ma infondata. Un recentissimo servizio televisivo nazionale è arrivato a parlare di un distretto che si regge sullo sfruttamento, con forzature evidenti: se si va solo e soltanto in contesti degradati e problematici ignorando le imprese corrette (la maggioranza) e le eccellenze,  si fanno operazioni di comunicazione tendenziose e inattendibili. Confindustria Toscana Nord ha chiesto formalmente all’emittente, ieri, una rettifica e ha preannunciato possibili azioni legali a tutela dell’onorabilità del sistema economico pratese.

“Siamo nel mirino, dobbiamo esserne consapevoli. La storia recente del nostro distretto è costellata di crisi reputazionali dovute a frange più o meno estese di imprese che operano, talvolta anche sistematicamente, nell’illegalità – dichiara il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini -. Di questo l’Unione industriale pratese prima, Confindustria Toscana Nord poi, è sempre stata consapevole e, a differenza di altri soggetti, non ha mai negato questa realtà ma viceversa ha bussato e bussa a tutte le porte perché queste degenerazioni siano arginate. Siamo sempre stati consapevoli che le aziende oneste hanno tutto da perdere da situazioni del genere, ma abbiamo predicato nel deserto per anni, chiedendo che fossero fatti controlli alle aziende, sottolineando sempre che, nonostante la presenza di sacche particolarmente a rischio come quelle delle imprese cinesi, la vigilanza non doveva conoscere limitazioni né etniche né di altro genere. Le motivazioni degli ultimi incidenti saranno stabilite dagli accertamenti giudiziari: non ci pronunciamo certo nel merito di quanto è accaduto, ma rileviamo come Prato oggi sia sotto scacco, come lo è stata dopo il rogo della Teresa Mode e come, cronicamente, è da vent’anni per le imprese cinesi. Le imprese oneste di Prato, che sono la stragrande maggioranza, non si meritano tutto questo. Come Confindustria Toscana Nord intendiamo contrastare l’ondata di fango che si è abbattuta sulle imprese sia stigmatizzando chi quel fango, in maniera talvolta interessata, ce lo sta riversando addosso, sia valorizzando quello che invece hanno fatto e fanno le aziende perbene. Intanto nei prossimi giorni metteremo a disposizione dei soci dati precisi e documentati sullo stato della sicurezza sul lavoro a Prato: dati buoni, che confermano quanto abbiamo già detto circa la necessità di insistere sulla strada intrapresa di piena assunzione di responsabilità verso i temi della sicurezza. Una strada che ha già dato esiti positivi, che hanno bisogno solo di essere rafforzati e potenziati perché Sabri, Luana e tutte le altre vittime del lavoro non siano morti invano. Dati, quelli sulla sicurezza a Prato, che le aziende potranno porre davanti agli occhi di chi potrebbe essersi fatto un’idea sbagliata del nostro distretto. Prato ha i suoi problemi e non esistono formule magiche per risolverli. Chi pensa di ottenere risultati risolutivi lavorando solo sull’organizzazione aziendale o solo sulle aggregazioni o solo sulle competenze o solo sulla comunicazione ignora quanto sia complessa la contemporaneità. Come Confindustria Toscana Nord cerchiamo di tenere sempre presente la molteplicità dei fronti su cui bisogna agire. Oggi, senza mai dimenticare il resto, è particolarmente importante la comunicazione, per ristabilire la verità sul buon nome del nostro distretto.”

Correzione sulla pagina de La7, bene che sia stato compreso il messaggio ma il danno rimane

La pagina del sito de La7 dedicata alla trasmissione Piazza pulita è cambiata. Rimane il discutibilissimo servizio, in cui si è voluto rappresentare solo e soltanto il peggio di Prato, ma l’inaccettabile frase in cui di tutto il distretto si diceva che “si regge sullo sfruttamento”, è cambiata in questo modo:

“Nell’immenso distretto tessile di Prato, dove ha perso la vita Luana, giovane mamma di 22 anni, si verificano gravissimi episodi di sfruttamento. Qui c’è chi lavora 14 ore al giorno, sette giorni su sette, per circa 900 euro al mese.”

Un’affermazione di cui Confindustria Toscana Nord non mette in dubbio la veridicità, anche se estremamente parziale giacché si tace invece della Prato che lavora e produce non solo nella legalità ma a livelli di eccellenza. Rimasto invariato (e si è rinnovata la richiesta di cambiare anche quello) il post sulla pagina Facebook della trasmissione.

E’ positivo che sia stato compreso il messaggio che è giunto da Prato, anche se il danno alla reputazione delle imprese corrette, che operano nella legalità, rimane ed è motivo di forte indignazione.

Confindustria Toscana Nord contatterà l’emittente per ribadire l’auspicio che all’operazione denigratoria di giovedì scorso faccia seguito una rinnovata e più equilibrata attenzione per una parte essenziale del made in Italy quale è Prato.

 


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