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TTP, firmato accordo per libero scambio Trans-Pacifico

ottobre 8 | Pubblicato da Luigi Sorreca | News

I dodici Paesi impegnati nelle trattative riguardanti l’accordo di libero scambio Trans-Pacifico (il cosiddetto TPP) hanno trovato un accordo. Lo ha annunciato lunedì un portavoce degli Stati Uniti.

“Abbiamo concluso i negoziati con successo”, ha affermato il rappresentante americano per il Commercio (USTR) Michael Froman, nel corso di una conferenza stampa, attorniato dagli altri undici negoziatori.

Il perfezionamento dell’accordo è stato confermato dal Primo Ministro giapponese Shinzo Abe, citato dalla catena televisiva nipponica NHK. Le trattative erano iniziate nel 2008 e si sono concluse dopo una sessione di negoziati durata oltre 5 giorni ad Atlanta.

Il TPP riunisce l’Australia, il Brunei, il Canada, il Cile, il Giappone, la Malesia, il Messico, la Nuova Zelanda, il Perù, Singapore, gli Stati Uniti e il Vietnam.

Queste dodici nazioni rappresentano il 40% dell’economia mondiale, ma il TPP non comprende la Cina, tenuta fuori dei negoziati.

“Siamo pronti a condividere i risultati dei nostri negoziati e ad estendere i benefici del TPP”, ha affermato Micheal Froman.

Gli Stati Uniti vogliono costringere la Cina ad accettare le disposizioni generali del TPP una volta che sarà applicato.

Per negoziare questo accordo, l’amministrazione democratica statunitense del presidente Barack Obama ha ottenuto la procedura detta del “Trade Promotion Authority” (TPA), che obbliga il Congresso a votare a favore o contro il testo di qualsiasi accordo commerciale senza poterlo modificare. La Casa Bianca, per raggiungere questo obiettivo, aveva dovuto affrontare una ribellione all’interno del suo stesso schieramento democratico.

I principali punti critici della trattativa erano relativi alla durata dei diritti di proprietà intellettuale sui farmaci biologici e le importazioni di prodotti lattiero-caseari provenienti dall’Australia e dalla Nuova Zelanda verso il Canada, e a quelli di ricambi auto giapponesi verso il Nord America.

Michael Froman ha precisato che ci dovranno ancora essere altri negoziati per risolvere alcuni problemi tecnici rimasti in sospeso.

Uno dei candidati democratici per le elezioni presidenziali americane, Bernie Sanders, subito dopo il suo perfezionamento, ha definito l’accordo “disastroso”. “Wall Street e gli altri colossi industriali hanno vinto ancora. E’ giunto il momento per noi di impedire alle grandi multinazionali di manipolare il sistema per aumentare i loro profitti a nostre spese”, ha aggiunto in un comunicato lunedì.

Il senatore repubblicano Orrin Hatch ha invece affermato che i primi dettagli emersi circa i dettagli dell’accordo evidenziano che esso è “largamente insufficiente”.


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